L’ondata di manifestazioni e cortei nella giornata della festa della donna, ha travolto le principali città italiane, da Milano, dove un gruppo di studenti ha sfilato per le maggiori vie cittadine, passando per Venezia, Napoli ed ovviamente Roma. Qui, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, ad unirsi allo slogan con il quale si è aperto il corteo, “#WeTooGether, 8 marzo sciopero globale delle donne”, c’è stata anche l’attrice Asia Argento. Tra le prime a denunciare le molestie sul lavoro e nel dettaglio nel cinema, la Argento ha partecipato alla manifestazione organizzata dal collettivo “Non una di meno”. Tanti i messaggi lanciati dalle donne aderenti all’iniziativa che si sono fatte sentire attraverso il megafono: “Adesso basta”, ed ancora, “Libere di scegliere”, “1.400.000 donne hanno subito molestie sul lavoro” e così via, il tutto impresso sui manifesti che hanno contribuito ad animare piazza Vittorio. Al fianco di Asia Argento, anche la collega Rose McGowan, fondatrice del movimento che ha spopolato sui social, #MeToo e tra le prime accusatrici del produttore americano Harvey Weinstein. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MANIFESTANTI A NAPOLI
A promuovere oggi il corteo che nel giorno dell’otto marzo in occasione delle celebrazioni della donna ha preso piede a Milano e non solo sono stati in particolare alcuni studenti e i promotori del movimento “Non una di meno”. Anche Roma ha aderito all’iniziativa alla quale le ha fatto eco la città di Napoli. Qui, come spiega l’agenzia di stampa Ansa, ad aderire al corteo sono state soprattutto donne disoccupate ma anche mamme, con figli e passeggini al seguito, che nel giorno dell’otto marzo hanno voluto chiedere una risoluzione alla loro vertenza che, tra corsi di formazione, cambi di Governo e tensioni di piazza, si strascina da almeno un ventennio. Una delle tante manifestanti, replicando quanto scritto sul suo stesso striscione, ha asserito: “Solo il lavoro emancipa ed è ora che alle promesse fatte dalle istituzioni seguano i fatti”. I fatti potrebbero arrivare a breve, in quanto dal prossimo mese di aprile saranno circa 1000 i precari che saranno contrattualizzati nell0ambito dei progetti messi in atto dalla Città metropolitana. “Oggi è l’otto marzo, festa della donna ma c’è ben poco da festeggiare. Lo faremo quando a noi dai nostri figli verrà garantito un futuro migliore”, ha aggiunto un’altra manifestante che ha preso parte al corteo napoletano. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LANCIO UOVA ROSA, SI SFILA ANCHE A ROMA
Il corteo organizzato da studenti e dal movimento “Non una di meno” in occasione della giornata dell’otto marzo si è svolto a Milano senza particolari tensioni ma con numerosi slogan che tornano puntuali nella giornata in cui si celebra la donna. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, sono stati circa un centinaio i partecipanti al corteo che da Cairoli si è concluso al Giardino della Guastalla, prima di soffermarsi per qualche istante davanti all’ingresso laterale di San Barnaba, per l’occasione chiuso, del palazzo di giustizia del capoluogo lombardo, dove sono stati accesi fumogeni e lanciati i tradizionali slogan per dire stop alla violenza di genere. Il corteo milanese è stato caratterizzato anche dal lancio di uova di colore rosa contro banche e negozi di pellicce. Il medesimo movimento “Non una di meno” si è fatto sentire anche a Roma dove questa mattina si è svolta una manifestazione statica in via Veneto, mentre nel pomeriggio si attende un corteo che da piazza Vittorio si muoverà verso piazza Madonna di Loreto. Nel lanciare l’iniziativa, le organizzatrici hanno commentato: “La marea femminista torna nelle strade di tutto il mondo con lo sciopero globale delle donne. Il rifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme e la rabbia di chi non vuole esserne vittima si trasformeranno in un grido comune: da #metoo a #wetoogether”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LANCIO UOVA CONTRO BANCHE
“Lotto marzo”: con questo titolo “geniale” la giornata di oggi vede lo sciopero in tutte le città italiane (e del mondo) contro la violenza di genere e in particolare contro le donne nella loro giornata dedicata a livello mondiale. Tra mimose e slogan di un altro tempo (qui sotto un piccolo “gustoso” assaggio, ndr) la città di Milano ha visto il centro storico inondato da manifestazioni di studenti, centri sociali e movimenti femministi: sembrano gli anni Settanta, ma sono invece vent’anni dopo il Duemila eppure gli argomenti sembrano sempre gli stessi. E non solo quelli: “usuale” lancio di uova contro le banche, contro i negozi (in particolare quelli di pellicce) e traffico completamente paralizzato per manipoli di studenti e “antagonisti” intenti a manifestare per “Non una di meno”; ma senza forse rendersi conto che celebrare la difesa dalla violenza contro le donne provocando altri tipi di violenza non è esattamente lo “spot” migliore. «Alla manifestazione, partita da Cairoli e terminata al Giardino della Guastalla, hanno partecipando alcune centinaia di persone, molte con i volti dipinti di fucsia, il colore della protesta femminista», spiega La Stampa. In un altro frammento della manifestazione, riporta il Giorno, sono stati portati due sacchi di immondizia sotto il Palazzo dell’informazione in piazza Cavour, il tutto per condannare l’informazione che trascura o minimizza le violenze o le ingiustizie subite dalle donne. Clicca qui per il video della manifestazione in centro a Milano
“ABORTO LIBERO” E ALTRI SLOGAN “RETRÒ”
Momenti di tensione ma nessun ferito per fortuna, con cartelloni e slogan che hanno ricordato un tempo passato di cui ad oggi, nel 2018, sembrava potersi dire concluso. E invece no: «il corpo mio e lo gestisco io», o ancora «io sono mia», per i più “moderni” «non una di meno», o anche internazionale «MeToo». Insomma, un’occasione come un’altra per saltare un giorno di scuola e provare a compiere qualche lancio di uova e fumogeni che di norma sarebbero vietati dalla legge: ma oggi «tutto vale» perché è l’8 marzo, anzi «lotto marzo». All’ingresso del Tribunale c’è stato anche un blitz simbolico degli studenti che hanno posizionato un manifesto con la scritta: «fuori i preti dalle nostre mutande, fuori la Chiesa dalle nostre scuole». Un chiaro ed evidente (??) riferimento alla violenza sulle donne e dal “profondo” aspetto culturale: i centri sociali e alcuni studenti hanno proseguito poi con lo “spettacolare” slogan «aborto libero» e altri che vi risparmiamo. Insomma, uno show che in molti punti rasenta il disgusto e che dimostra come purtroppo un tema serissimo ed emergenziale, come la violenza sulle donne in tanti luoghi non solo in Italia, possa essere banalizzato, assolutizzato e in fin dei conti rovinato. Poi qualcuno uno giorno ci spiegherà come gli slogan anticlericali e inneggianti all’aborto (cioè all’interruzione di una vita in pancia, vale la pena sempre ricordalo che ne dite?) possano essere un “modo” per celebrare la difesa della dignità e libertà di una donna…