Scadrà domani il termine limite per legge entro il quale presentare la documentazione completa per le vaccinazioni e che potrebbe mettere a rischio circa 30 mila bambini sotto i sei anni ritenuti non in regola. Di questi, come spiega Il Messaggero, è impossibile sapere con certezza quanti saranno ammessi a scuola in quanto ogni Regione adotterà un comportamento differente. per evitare l’esclusione dai nidi e dalle scuole materne, dunque, i genitori avranno solo poche ore di tempo per presentare i dovuti certificati vaccinali. Ma come è la situazione a Milano? Come spiega Corriere.it, nel capoluogo lombardo sono 40 su 33 mila i bambini di nidi e materne comunali che da lunedì rischiano di restare fuori dalle classi in quanto i genitori non hanno rispettato l’obbligo di legge. Il dato è stato rivelato dalla vicesindaco meneghina, Anna Scavuzzo intervenuta in diretta a Radio 24. Il termine della consegna fissato al 10 marzo, infatti, è stato allungato a lunedì mattina. In merito ai 40 casi segnalati, Scavuzzo ha commentato: “Anche un solo bambino è un caso che va considerato con attenzione e il motivo per cui siamo arrivati ad averne, fra virgolette, “solo” 40 è perché in questi mesi c’è stato un lavoro di accompagnamento e di dialogo”. Tutte le famiglie interessate sono state contattate: “Questi 40 bambini sono di famiglie che hanno autocertificato che il percorso vaccinale dei figli è in regola. Nel caso in cui non dovessero portare entro lunedì mattina il certificato si porrebbe un problema, perché i bambini sono stati inseriti nelle classi come vaccinati sulla base di questa autocertificazione”, ha aggiunto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



EMERGENZA VACCINI, LA SITUAZIONE

Vaccini, 30mila bambini non in regola: la statistica della Società italiana di Igiene lancia l’allarme nonostante i progressi: coloro che non hanno ancora adempiuto all’obbligo rischiano di restare fuori dall’asilo e dalla scuola materna. Secondo quanto sottolinea TG Com 24, sono infatti migliaia i bambini sotto i sei anni che non sarebbero in regola con la documentazione per le vaccinazioni ad un giorno dalla scadenza, fissata domani sabato 10 marzo 2018. Carlo Signorelli, past president della Società italiana di Igiene, ha evidenziato la situazione, sebbene non sia ancora chiaro cosa accadrà una volta scaduto il termine, che è stato prorogato a lunedì 12 marzo 2018. Ci sono infatti delle differenziazioni da regione a regione circa tempi e modi, con la legge che garantisce l’esclusione da asili nido e materne: il problema è che da lunedì ciascuna Regione si comporterà in maniera diversa. Sottolinea Pastorelli: “Al momento numeri certi non ce ne sono. L’unica base di partenza sono i 120mila in arretrato nelle coorti 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Di questi circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30mila non siano in regola”.



VACCINI, 30MILA BAMBINI NON IN REGOLA

E l’allarme suona proprio per quei bambini che non saranno in regola con la documentazione necessaria relativa ai vaccini il giorno del termine ultimo. Carlo Signorelli ha però sottolineato, come riporta TG Com 24, che “difficilmente non verranno riammessi a scuola, ci sono Regioni che hanno una proroga perché hanno l’anagrafe vaccinale, altre che danno un appuntamento d’ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Come minimo ci dovrebbe essere un ultimo colloquio con la Asl prima di arrivare all’esclusione. I conti si potranno fare solo a giugno”. La ricerca fatta dalla Società di Igiene rispecchia i dati forniti dalle Regioni, lampante in alcune aree: sono 1.200 i bambini a rischio in Piemonte e addirittura 40 solo nella città di Milano. Fa ben sperare il buon recupero di vaccinazioni rispetto a qualche mese fa, con l’obbligo istituito dal governo che sembra aver funzionato su genitori e strutture. E il numero dei disservizi è stato esiguo, conclude Signorelli: “I disservizi che si sono riscontrati sono stati minimi rispetto al carico a cui sono stati chiamati i centri vaccinali, che in quasi tutti i casi sono riusciti a far fronte alla domanda pur non avendo risorse aggiuntive”.

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