«Non solo non ho mai inteso “fondare” niente, ma ritengo che il genio del movimento che ho visto nascere sia di avere sentito l’urgenza di proclamare la necessità di ritornare agli aspetti elementari del cristianesimo, vale a dire la passione del fatto cristiano come tale nei suoi elementi originali, e basta»: scriveva così Don Giussani a Papa Giovanni Paolo II nel fulgido scambio epistolare tra il 2002 e il 2004 a pochi mesi dalla morte del Servo di Dio Don Luigi Giovanni Giussani di cui oggi su Rai3 nella trasmissione “Passato e Presente” si ricorderà la vita, le opere e le “provocazioni” che uno dei più profondi geni educativi cattolici del Novecento ha lasciato come testimonianza umile e diretta dell’amore di Cristo. Viene chiamato “fondatore” di Comunione e Liberazione e sicuramente ha un che di vero, ma lo stesso “Giuss” non voleva farsi ricordare come un “fondatore di qualcosa” ma come un innamorato della vita cristiana che intende comunicare (e lo ha fatto) con la propria testimonianza tutta la bellezza e la convenienza del vivere “liberi da tutto e liberi in Cristo”. Il programma condotto da Paolo Mieli e Alberto Melloni ripercorrerà le tappe della vita di Don Giussani e della sua “opera” più famosa, quella CL presente ancora oggi in 90 Paesi nel mondo. Il programma di Rai Cultura andrà in onda oggi alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 in replica su Rai Storia: disponibili i consueti canali di diretta streaming video, tanto su Rai 3 quanto su Rai Storia.



L’EREDITÀ DI DON GIUSSANI

Nato a Desio, in Brianza, nel 1922, a 11 anni entra in seminario e a 22 viene ordinato prete nel Duomo di Milano. Nel 1954 lascia il seminario e per un decennio è professore di religione al liceo “Berchet” di Milano. Don Giussani si rende conto che per quei ragazzi, il cristianesimo è poco più di una tradizione di famiglia; ma il messaggio di Cristo da recuperar è ben di più, è passione, verità, libertà, insomma piena realizzazione dell’essere umano in quanto tale. Fonda quindi i primi gruppi di “Gioventù studentesca” all’interno dell’”Azione Cattolica”, ma la diocesi non lo vede di buon occhio e nel 1965 viene sostituito alla guida del movimento. Negli anni seguenti dà vita ai primi gruppi di “Comunione e Liberazione”, che nei primi anni ’70 si separa definitivamente dall’”Azione Cattolica” e giunge fino al riconoscimento in quanto Fraternità nel 1982 con Papa Giovanni Paolo II, amico ed estimatore dell’opera e del genio educativo di Don Giussani. All’interno di quella che è una fulgida e ricchissima biografia, non basta per comprendere davvero chi potesse essere quel piccolo ma vivissimo sacerdote brianzolo: Paolo Mieli e Alberto Melloni (che pure in diverse occasioni in passato non ha esitato nel criticare Don Giussani e soprattutto Comunione e Liberazione, ndr) proveranno a ripercorrere l’intera vita del Servo di Dio, titolo riconosciuto dalla Chiesa dal 2012 per colui che è stato inserito in una causa di beatificazione e canonizzazione nella Diocesi di Milano. La presenza di Cl nel mondo, le opere nate dalla sua intuizione e la paternità che i tanti “ciellini” hanno sentito e sentono nel corso della loro vita, è qualcosa di difficilmente spiegabile a parole visto che rappresenta una vita piena che si comunica, che comunica la bellezza della fede e la ragionevolezza di Gesù. Don Giussani era questo e forse chi è riuscito meglio a descriverlo in pochissime parole è stato l’allora cardinal Ratzinger, divenuto poi Papa Benedetto XVI, il giorno dei funerali di Don Giussani, da lui celebrati in Duomo a Milano. «Don Giussani è divenuto realmente padre di molti, ha guadagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo».



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