È morto Giovanni Liotti, fondatore della più importante società psichiatrica italiana. Il decesso è avvenuto ieri pomeriggio nella sua casa di Casalpalocco, a Roma. Lo psichiatra, uno dei padri del cognitivismo italiano, aveva 73 anni e tre figli. Undici mesi fa era stato colpito da un ictus che lo aveva spinto a sospendere l’attività clinica, ma aveva continuato a partecipare alla vita culturale e intellettuale della psicoterapia mondiale. Nato a Tripoli, in Libia, il 27 marzo 1945, Liotti è considerato uno dei massimi esperti mondiali di trauma e dissociazione. Nel 1978 fu tra i soci fondatori della Società italiana di terapia comportamentale e cognitiva, di cui è stato presidente dal 2000 al 2006. A quarant’anni di distanza la Sitcc vanta quattromila iscritti ed è la società più numerosa in ambito psicoterapeutico. L’interesse per le applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamenti nacque tre anni prima.
GIOVANNI LIOTTI, MORTO IL PADRE DEL COGNITIVISMO
I funerali di Giovanni Liotti si terranno domani mattina alle 10.30 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Roma. Rita Ardito, presidente della Società di terapia comportamentale e cognitiva, lo considera «un riferimento per tutti noi» e assicura che «i suoi studi rimarranno pilastri fondamentali della letteratura psicologica e psichiatrica che ha formato, e continuerà a formare, migliaia di psicologi, psichiatri e psicoterapeuti». Ardito, come riportato da Repubblica, ha ricordato «il grande calore, l’umanità e l’attenzione per gli allievi e i pazienti». E ha rivelato che il 20 settembre sarebbe stato premiato come maestro, un premio che ora sarà assegnato alla memoria. Nel 2005 invece vinse il “Pierre Janet’s Writing Award”, ma solo adesso “Cognitive processes” sarà pubblicato in Italia. Antonio Onofri, uno dei suoi allievi, ricorda invece che Liotti ha contribuito a diffondere il pensiero di John Bowlby, psicologo e psicoanalista inglese che elaborò la teoria dell’attaccamento: «Ne fu amico».