La storia della ragazza praticamente ”imbalsamata viva” ha fatto il giro del web e sicuramente creato sgomento e dispiacere. Tramite la ricostruzione sul portale del Corriere della Sera apprendiamo che quasi immediatamente i medici, poi licenziati, si sono resi conto del tragico errore e così hanno provato a salvare la donna senza riuscirci. Infatti hanno tentato così di drenare la cavità addominale, come spiega la rete russa Rt, per espellere la formalina iniettata precedentemente al posto di una soluzione salina. Gli inquirenti starebbero cercando di capire anche il motivo per cui quella formalina, di solito utilizzata per imbalsamare i cadavere, si trovasse nella sala dove la donna doveva essere sottoposta a una laparoscopia per togliere due cisti ovariche. Una tragedia che non può essere lasciata passare come un errore, ma che deve assolutamente trovare delle risposte anche perchè giustificazioni non esisterebbero in nessun caso. (agg. di Matteo Fantozzi)
LE SCUSE DEL MINISTRO DELLA SALUTE
La sconvolgente notizia della povera ragazza russa “imbalsamata” viva, sta facendo il giro del web. Nelle ultime ore l’edizione online del Corriere della Sera ha fornito ulteriori dettagli su questa vicenda davvero raccapricciante. Ekaterina Fedyaeva, il nome della 27enne deceduta, era ricoverata dallo scorso 15 marzo in un ospedale di Ulyanovsk, nella Russia occidentale. Avrebbe dovuto subire l’asportazione delle cisti ovariche in laparoscopia, ma durante la preparazione all’operazione il personale medico le ha iniettato per sbaglio nella cavità addominale della formalina, una soluzione che contiene formaldeide e che serve per imbalsamare i cadaveri. Nelle ultime ore sono arrivate le scuse di Rashid Abdullov, ministro della salute per la regione di Ulyanovsk, che attraverso Twitter ha scritto: «Le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Ekaterina Fedyaeva. Questa è una terribile tragedia. Forniremo tutto l’aiuto necessario alla famiglia. I responsabili della tragedia sono già stati portati alla responsabilità e le agenzie investigative continuano a lavorare». Alcuni medici e infermieri sono già stati licenziati: pare che coloro che hanno iniettato la formalinanon abbiano prima letto l’etichetta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE ACCUSE DELLA MAMMA
La tragica storia che arriva dalla Russia si arricchisce di altri particolari. La madre di Ekaterina Fedyaeva non si dà giustamente pace dopo che la figlia è stata uccisa per un clamoroso errore. La donna ha sottolineato: “Per 14 ore non hanno fatto niente. Quando sono tornata a parlare con i dottori stavano discutendo sull’errore, ma non mi hanno raccontato cosa è successo. Mi hanno detto che era in coma e che cuore, polmoni e fegato avevano smesso di funzionare per questo era stata attaccata a un polmone artificiale”. Pare che sia stato tentato un finale tentativo di trasferimento nel più strutturato ospedale di Mosca, senza però avere un finale alternativo alla tragedia. Un evento che deve lasciar riflettere e che sicuramente porterà giustamente a delle pesantissime conseguenze. Quello che doveva essere un banale intervento di routine si è trasformato nella morte di una ragazza che è stata praticamente imbalsamata viva per errore. (agg. di Matteo Fantozzi)
LA MADRE: “È UN OMICIDIO”
Neanche Rob Zombie, il regista dei più spaventosi film horror, probabilmente ha mai pensato a qualcosa del genere. Invece è accaduto per davvero, in Russia, e altro che malasanità italiana. Un errore allucinante da parte dei medici curanti che non si spiega se non con la più completa disattenzione, difficile parlare di “errore”. Ekaterina Fedyaeva, una bella ragazza russa di 27 anni sposata da poco, si era recata in ospedale per quello che viene definito “intervento di routine”. E qui accade l’incredibile: i medici le iniettano nelle vene della formaldeide, la sostanza che si usa normalmente nel processo di mummificazione dei cadaveri. Poco dopo cominciano i dolori, terribili, la nausea, il freddo, le convulsioni, lo strazio e nessun medico si reca a visitarla. C’è solo la madre che la copre con delle coperte: la donna dice che i dottori non sono venuti appositamente perché sapevano dell’errore commesso e l’hanno lasciata morire.
RUSSIA, 27ENNE IMBALSAMATA VIVA PER ERRORE
Una agonia durata ben due giorni a causa del veleno che le stava distruggendo gli organi interni. Dopo 14 ore finalmente viene messa in terapia intensiva, ma ormai è troppo tardi. Cuore, fegato, polmoni smettono di funzionare e la giovane muore dopo un ulteriore tentativo in un ospedale di Mosca di rianimarla. Troppo tardi: Ekaterina è ormai una mummia vivente e alla fine cede. La madre ha denunciato i medici, è in corso una indagine con l’accusa di omicidio: “Mia figlia è stata uccisa. Quando sono andata a trovarla dopo l’operazione aveva dolori lancinanti e vomitava. Poi ha iniziato a tremare come una foglia, l’ho coperta, ma non era freddo: aveva le convulsioni. Ho chiamato un dottore, ma nessuno veniva a vederla. Sapevano molto bene di averle iniettato veleno in corpo, ma non hanno fatto nulla per aiutarla: mi hanno solo detto di andare a casa. Volevano che tacessi mentre la formaldeide stava erodendo il suo corpo dall’interno”.