Un’organizzazione di 13 persone è stata sgominata nelle scorse ore dalle forze dell’ordine italiane. Si tratta precisamente di malviventi specializzati nello sbarco sulle coste del Bel Paese di immigrati clandestini, e non solo. La tratta percorsa era quella che andava dalla Tunisia alla Sicilia, dalla provincia di Nabeul, fino alla zona del trapanese, fra Marsala e Mazara del Vallo. A scoprire l’organizzazione, come svelato dall’edizione online de LaRepubblica, è stata la guardia di finanza di Palermo, e fra i fermati vi sarebbe anche un sospettato di essere vicino ad ambienti terroristici. Nelle intercettazioni, si sente infatti lo stesso parlare di un misterioso viaggio di non ritorno in Francia, con il commento «Dio mi aiuti per quello che devo fare». Tutti coloro che sono stati sottoposti al fermo d’urgenza sono cittadini marocchini e tunisini, residenti però nelle province di Trapani e Palermo.



COME VENIVANO ORGANIZZATI GLI SBARCHI

Di questo gruppo fa parte anche una donna, la cui “specializzazione” era la vendita delle sigarette di contrabbando, che ovviamente venivano trasportate in Italia con i gommoni. Ogni traversata costava fra i 3000 e i 5000 euro, e per ogni viaggio venivamo imbarcate fra le 10 e le 15 persone. L’accusa all’organizzazione dei tredici è quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Geri Ferrara, Claudia Ferrari, Federica La Chioma, e portate avanti dalla polizia economico-finanziaria di Palermo e della Compagnia di Marsala. Il viaggio dalla Tunisia alla Sicilia era fattibile anche in due tratte (si soggiornava a Pantelleria con un sovrapprezzo), di modo da ridurre i rischi di controlli. Si sospetta, come detto sopra, che in questi viaggi venissero trasportati anche jihadisti pronti a compiere azioni terroristiche nel territorio europeo.

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