In Italia si registrano ogni anno oltre 350mila nuovi casi di tumore: non meno di mille al giorno. In totale vi sono circa 2 milioni e 500mila persone, quasi il 5% della popolazione, che vivono avendo avuto una precedente diagnosi di tumore. Il cancro è la seconda causa di morte in Italia dopo le malattie cardiovascolari. Nell’ambito oncologico, il tumore al polmone rappresenta la terza causa di morte: 45mila nuovi casi all’anno, con oltre 30mila morti.
Queste cifre sono sufficienti per comprendere l’importanza di un incontro, organizzato a Como nei giorni scorsi, tra la popolazione e le strutture mediche che hanno il compito di combattere la malattia. Il convegno (al quale hanno preso parte le massime autorità comasche, a cominciare dal prefetto Bruno Corda, dal vescovo monsignor Oscar Cantoni e dal sindaco Mario Landriscina) è stato organizzato dal medico e oncologo Alberto Vannelli, fondatore e presidente di Erone Onlus (www.eroneonlus.it), l’organizzazione con finalità di solidarietà sociale nel campo dell’oncologia, con particolare riguardo all’assistenza e all’aiuto dei cittadini colpiti dal male e dei loro famigliari.
Il fumo di sigarette, ma non solo, è stato individuato, e indicato, come il principale responsabile della recrudescenza dei tumori del polmone. “Se improvvisamente la popolazione smettesse di fumare”, dice a ilsussidiario.net il dottor Vannelli, “assisteremmo ad una riduzione di almeno il 40 per cento dei tumori del polmone, la cui incidenza è data dal fumo diretto ma anche dal fumo passivo, così come dalle polveri sottili e da altre forme più recenti di inquinamento ambientale”.
Non c’è solo il tabacco sul banco degli imputati. Basti pensare all’ “adenocarcinoma polmonare”, un particolare tipo di cancro che ha iniziato a diffondersi negli anni cinquanta, in concomitanza con l’introduzione del filtro nelle sigarette. “Ciò prova — dice Vannelli — che non è soltanto il tabacco ad essere colpevole. Vi sono situazioni ambientali, come l’inquinamento atmosferico, di cui è provata l’incidenza su alcune patologie polmonari, rispetto alle quali non disponiamo di grandi margini di azione”.
“Se è vero che il singolo cittadino può fare poco rispetto all’inquinamento delle nostre città — dice ancora Vannelli — chi le amministra ha gli strumenti per renderle migliori e meno inquinate. E questo è un po’ anche il motto della nostra associazione Erone Onlus: creare una coscienza oncologica”.
La presenza all’incontro delle massime autorità cittadine, e la loro partecipazione come relatori, è stata la conferma che Como sta diventando la città-guida della lotta contro il male del secolo. Il merito va alle tre strutture ospedaliere comasche (il “Sant’Anna”, il “Valduce” e il “Villa Aprica”) e, appunto, alla “Erone Onlus” che ogni anno organizza grandi incontri tra medici, pazienti e loro famigliari, dedicati ai vari tipi di tumore, ed è costantemente a disposizione dei cittadini nel delicato momento compreso tra la diagnosi della malattia oncologica e l’inizio del percorso terapeutico vero e proprio. E’ in questa delicata fase che il cittadino diventa suo malgrado “paziente” senza spesso disporre di strumenti che lo aiutino e lo supportino nella scelta del percorso da seguire. Un ultimo suggerimento da annotare, sempre fornito dal dottor Vannelli: “Per chi ha iniziato a fumare da giovane, non c’è dubbio che prima smette e meglio è per lui, essendo dimostrato che, nel tempo, il polmone recupera alcune funzioni primarie, e di conseguenza il danno si abbassa”. Insomma: suggerimenti e consigli sicuramente da seguire. Soprattutto se pensiamo che sette milioni di persone muoiono ogni anno, nel mondo, soltanto per tumori causati dal fumo di sigarette.