In passato si era parlato già della morte di Zì Tonino che in realtà non si era fatto vedere per un periodo e poi era ricomparso. Il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ha raccontato: “L’ultimo sciuscià di Napoli era malato da tempo e non si vedeva per strada per questo molti pensarono che fosse scomparso“. Si sofferma poi anche sul mestiere in questione: “Sarebbe giusto ricordare lui e un lavoro ormai perso, magari con una targa messa proprio a ridosso dell’ingresso della Galleria dove si metteva con il suo ‘bancariello’ che non ha mai lasciato“. Una tradizione che ha lasciato sicuramente il segno e crea non poca nostalgia nel cuore di chi saluta quello che potrebbe essere davvero il suo ultimo interprete. Un lavoro che con umiltà Zì Tonino ha affrontato per tutta la vita lasciando un grande vuoto ora che non c’è più.
L’ANNUNCIO DI VERDI
La morte di Zì Tonino è stata annunciata dal consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. Questi ha sottolineato: “Saremmo stati ben lieti di esserci sbagliati di nuovo, ma purtroppo questa volta Zì Tonino, il lustrascarpe che per anni ha lavorato sui marciapiedi di via Toledo. Stavolta però è morto davvero e porta via con sé un’immagine di una Napoli che ormai non c’è più”. Era l’ultimo sciuscià di Napoli, termine nato dall’inglese shoeshine (lustrascarpe) e poi trasformato in dialetto napoletano. La parola poi divenne nota poi nel 1946 quando Vittorio De Sica intitolò il suo nuovo film Sciuscià. Sicuramente è stato un pezzo di storia della città campana anche perché è stato l’ultimo di una lunga ”dinastia” che per decenni ha popolato i marciapiedi delle stradine della città del sole, regalando un servizio cordiale e anche il sorriso che non mancava mai nemmeno nei momenti più difficili.