Paura, insicurezza, incubo. Poi di corsa fuori dalle case non appena la terra ha cominciato a tremare. Il terremoto torna ad affacciarsi nelle Marche come in Abruzzo, più violento nel Maceratese, di minore intensità ma portatore di uguale spavento tra l’aquilano e il teramano. Una notte di quelle che si vorrebbero dimenticare, una notte che riporta indietro nel tempo a situazioni già vissute, a drammi già patiti, a paure che non si possono cancellare. Nelle ultime 24 ore oltre 50 scosse di terremoto con la punta massima di 4.6 di magnitudo in provincia di Macerata. Si torna a dormire in macchina e si torna fuori dalle proprie abitazioni, che siano quelle vecchie che hanno resistito ai precedenti terremoti, che siano quelle nuove, quelle provvisorie, teoricamente sicure ma che non danno sicurezza.
Punto di confronto tra le autorità politiche il paese di Pieve Torina, dove ieri si è svolto un vertice tra i sindaci del territorio del Maceratese a ridosso della fascia appenninica, alla presenza del capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, della commissaria straordinaria alla ricostruzione Paola De Micheli e della Regione Marche, rappresentata dal presidente Luca Ceriscioli, vice commissario alla ricostruzione e dall’assessore alla Protezione civile Angelo Sciapichetti.
Un centro operativo dove è stato fatto un primo punto degli eventuali danni causati dalla scossa di 4.6 di magnitudo con epicentro a 2 km da Muccia, in provincia di Macerata, ed ipocentro a 9 km di profondità.
Una scossa avvertita anche in Umbria, in Abruzzo ma anche in alcuni quartieri di Roma e segnalazioni sono arrivate dalla provincia di Arezzo. Per quanto possa essere stato utile c’è stato anche un test del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per segnalare che la Protezione civile è impegnata sul posto con i sindaci della zona e le popolazioni colpite: “Ancora scosse, danni, paura”.
Per precauzione sospesa la circolazione ferroviaria da Civitanova Marche verso l’interno per l’intera mattinata di ieri. Fortunatamente non ci sono stati feriti ma la notizia negativa è che ci sono venti persone che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. E la pura rimane, perché la scossa più intensa potrebbe essere sempre in agguato. A Muccia è crollato il piccolo campanile della Chiesa del ‘600 Santa Maria di Varano.
Nell’Aquilano il risveglio è stato con un forte boato a causa di una scossa di magnitudo 3.3 con epicentro a Ocre, alle 6.49 del mattino.
Per l’Ingv è possibile che la sequenza duri ancora. Una continuazione della sequenza che si è attivata il 24 agosto 2016 nell’Italia centrale e che oggi ha portato al terremoto di magnitudo 4.6 nelle Marche. “E’ normale che una sequenza che ha mobilitato un volume così grande duri a lungo — ha detto il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni — per una sequenza che ha mobilizzato un volume più piccolo, come quella legata al terremoto de L’Aquila del 2009, sono stati necessari tre anni per tornare a un’attività con valori confrontabili a quelli precedenti all’evento. E’ quindi possibile che la sequenza che si è attivata nell’agosto 2016 duri ancora non meno di un anno”. Parole che anche stanotte non consentiranno di dormire tranquilli, che consiglieranno molti a rimanere in macchina, che rallenteranno ulteriormente tutta quella procedura che dovrebbe portare alla ricostruzione.