Lo sciame sismico che continua imperterrito nelle zone di Macerata e Ascoli Piceno da ora sta mettendo a dura prova non solamente la popolazione locale ma gli stessi edifici; nelle ultime ore sono continuati i sopralluoghi per verificare la presenza di danni ma stavolta, per fortuna, non si registrano particolari segnalazioni anche se la Protezione Civile ha dovuto verificare alcuni episodi relativi a pensili caduti e che sarebbero stati montati male. Ad ogni modo, al momento è difficile prevedere cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni, tanto che gli esperti si sentono solo di dire che l’allarme è tutt’altro che cessato e che questa sequenza sismica richiederà molto tempo prima che si esaurisca del tutto. Anche per questo motivo, è difficile capire all’interno di questa “sequenza” se prossimamente ci si debba attendere un sisma di forte magnitudo o meno. (agg. di R. G. Flore)
EPICENTRO A PIEVE TORINA
48 ore di terrore ritornato nelle zone già devastate dal terremoto nel 2016: anche questa notte e questa prima mattina lo sciame sismico in corso tra Macerata e Ascoli Piceno ha spaventato la popolazione dopo la fortissima scossa avvenuta due giorni fa con grado M 4.6 sulla scala Richter. Poche ore fa invece il grado di magnitudo del terremoto avvenuto in Centro Italia è stato di 3.4 Richter, seguito da altre numerose scosse tutte al di sopra del grado 2 ma comunque per fortuna senza ulteriori danni provocati a case, strutture, strade e persone. Resta la rabbia per una zona ancora colpita e la paura per eventuali nuovi episodi sismici all’interno del lungo sciame che continua imperterrito a colpire dallo scorso 24 agosto 2016 (giorno della strage di Amatrice). I danni calcolati sono quelli di ieri con circa 20 famiglie che sono state costrette a lasciare le proprie case appena ricostruite e ristrutturate dopo due anni di permanenza in casette di legno e bungalow; il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci ha sottolineato i «danni allo spirito» di chi iniziava faticosamente a proiettarsi verso la ricostruzione dopo essere tornato in paese in Sae o in case autonome. A Muccia la situazione è molto simile, come del resto a Fiordimonte e Camerino: «Paura e insicurezza per lo stillicidio contino, che ci sta snervando e che non si ferma», lamenta il sindaco di Muccia, Mario Baroni che assieme ai colleghi del Maceratese ha tenuto chiuso le zone rosse per pericolo di nuove possibili scosse nelle prossime ore.
IL CENTRO ITALIA CONTINUA A TREMARE
Il Centro Italia, dalle Marche al Lazio fino all’Umbria e all’Abruzzo in quel “cono sismico” ormai consueto, continua a tremare: ieri il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha detto che «Questo nuovo episodio è la dimostrazione che l’emergenza non è finita e questo impone di dedicare al territorio la massima attenzione». Dopo le scosse di M 4.6 e 3.4 la Protezione Civile ha annunciato di voler ricontrollare in giornata tutte le 1403 Sae (casette) consegnate in questi mesi e dopo il controllo vi sarà un vertice d’urgenza con le autorità per valutare relativi danni e rischi futuri; i danni visti nelle case normali in queste ore sono incredibili e vedono di nuovo crepe, muri crollati, stanze devastate e mobili distrutti. Per fortuna nessuno si è fatto male ma il timore e il rischio di nuove scosse del genere purtroppo non diminuisce: intanto, nell’ultima scossa forte avvenuta questa notte, l’epicentro ha visto coinvolti i comuni di Pieve Torina (2km dal punto d’origine del terremoto), Muccia, Pievebovigliana, Fiordimonte, Serravalle di Chienti, Monte Cavallo, Camerino, Fiastra, Sefro, Acquacanina, Pioraco, Visso, Ussita, Fiuminata, Castelraimondo, Bolognola, Caldarola, Serrapetrona, Cessapalombo, Preci.