Un vero e proprio impero patrimoniale, quello individuato dalla Dia di Napoli diretta da Giuseppe Linares nell’ambito dell’operazione denominata “Transilvania”, messo in piedi in Romania con il denaro del boss di camorra Michele Zagaria del clan dei Casalesi. Nella cittadina romena di Pitesti, a Sud di Bucarest, era stato realizzato un imponente insediamento imprenditoriale, fino ad oggi rimasto nell’ombra ma che, grazie all’operazione della Dia di oggi ha permesso di dare un colpo alla fazione Zagaria del clan ed allo stesso boss a cui faceva capo. Come riporta RaiNews, gli inquirenti hanno arrestato due persone, Nicola Inquieto, 43enne residente in Romania (destinatario di un mandato di arresto europeo), e suo fratello Giuseppe Inquieto, 48enne residente ad Aversa. Per entrambi l’accusa è quella di associazione per delinquere di stampo mafioso. I due fratelli sono imprenditori appartenenti alla fazione del boss Zagaria. Le indagini sono state condotte grazie anche alla collaborazione con le autorità romene e con la procura europea Eurojust.
LE INDAGINI
A portare ai due arresti sarebbero state tutta una serie di dichiarazioni da parte di numerosi collaboratori di giustizia, ma anche intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e di analisi di documentazione bancaria e finanziaria. Le indagini sono durate in tutto due anni ed avrebbero accertato la presenza di un imponente patrimonio societario e immobiliare in Romania dove sono state individuate numerose imprese di costruzione, centri benessere e centinaia di appartamenti già ultimati o in costruzione, per un totale di 400. In tutto ciò, i due fratelli di Aversa finiti in manette avrebbero avuto un ruolo strategico e fiduciario nella gestione di una fase della lunga latitanza di Zagaria. La stima dei beni, come spiega l’agenzia di stampa Ansa, non sarebbe ancora stata ultimata ma ammonterebbe a diverse centinaia di milioni di euro. I due uomini finiti in carcere sarebbero fratelli di Vincenzo Inquieto, l’uomo che aiutò il boss Zagaria nell’ultimo periodo della sua latitanza durata oltre 15 anni e fino al suo arresto.