I Vangeli? Una montatura. La storia di Gesù che si legge sulla Bibbia? Fantasie costruite ad arte anni dopo da chi “ha inventato” la Chiesa per farne strumento di potere. Sono alcune delle definizione che ateisti e non credenti danno dei racconti della vita di Gesù, per affermare che il Cristo non sia mai esistito ma solo una invenzione. A parte le numerose scoperte archeologiche degli ultimi decenni che provano l’esistenza di luoghi descritti nei Vangeli, numerosi sono gli scritti di autori non cristiani, pagani ed ebrei, che descrivono l’esistenza di Gesù, spesso anche con intenti denigratori per combattere la crescente diffusione del cristianesimo nell’Impero, ma che comunque provano che Gesù visse veramente. Una lettura di questi testi andrebbe consigliata a chi considera i Vangeli una ricostruzione fantasiosa. Il sito Aleteia riporta numerosi di questi scritti, eccone alcuni. Il primo di cui si ha conoscenza è dello storico ebraico Flavio Giuseppe, vissuto tra il 37 e il 100 dopo Cristo.
I DOCUMENTI STORICI
Nel 93 dopo Cristo scrisse una storia dell’ebraismo, “L’antichità degli ebrei”. Cita numerosi personaggi del Nuovo Testamento, compreso Gesù, Giovanni il Battista e un “fratello” di Gesù, Giacomo. Si noti che i vangeli furono scritti a partire all’incirca 70 anni dopo gli eventi, per cui Flavio non poteva esserne a conoscenza: “C’era in quel periodo un uomo saggio di nome Gesù, se è giusto considerarlo soltanto un uomo (…) Attirò a sé molti ebrei e molti Gentili. Era Cristo e quando Pilato, su richiesta di molti di loro, lo condannò alla morte su croce, coloro che lo amavano credettero in lui quando apparve loro risorto da morte il terzo giorno (…) e le tribù dei cristiani, chiamate così dal suo nome, ancora oggi risultano non estinte”. C’è poi il caso dello scrittore romano Tacito che nei suoi Annali parla della morte di Gesù per mano di Ponzio Pilato: “Cristo, da cui i cristiani hanno preso il nome, soffrì punizioni estreme durante il regno di Tiberio per mano di uno dei suoi procuratori, Ponzio Pilato (…) una immensa moltitudine di cristiani venne fatta arrestare da Nerono, non con l’accusa di aver incendiato la città, ma con l’accusa di odio contro l’umanità”. Luciano di Samosata, un autore satirico pagano, pur ridicolizzando i cristiani, ammette l’esistenza di Gesù: “I cristiani adorano ancora oggi quest’uomo. Queste creature fuorviate partono dalla generale convinzione di essere immortali per l’eternità, il che spiega il loro disprezzo per la morte e l’autodevozione volontaria così comuni fra loro”. Esistono poi testi rabbinici il cosiddetto Talmud di Babilonia in particolare, che contengono referenze a Gesù e ai suoi discepoli, descritti in numero di cinque, delle sue guarigioni e della sua morte su un pezzo di legno.