L’inchiesta sulle tangenti nella sanità rischia di allargarsi e aggravarsi, perché – come riportato da Il Giorno – sono arrivate numerose segnalazioni su presunte lesioni, soprattutto da parte di pazienti di Giorgio Calori, primario della Chirurgia ricostruttiva ortopedica ora ai domiciliari. Nell’ordinanza emessa due giorni fa dal gip Teresa De Pasquale non si faceva riferimento a lesioni, ma solo a un «collaudato sistema corruttivo». L’approccio di Calori è «volto al maggior guadagno piuttosto che alla cura del paziente», da qui la richiesta di un approfondimento investigativo per «esaminare una serie di operazioni chirurgiche apparse forzate». Ma dopo gli arresti dei primari del Cto-Pini e del Galeazzi alcuni pazienti avrebbero segnalato di essere stati danneggiati dai bisturi dei camici bianchi. I procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Letizia Mannella per ora non hanno contestato l’accusa di lesioni volontaria, un reato peraltro molto difficile da dimostrare in sede processuale, mentre le lesioni colpose richiedono una querela di parte. 



MILANO, TANGENTI SANITÀ: INCHIESTA SI ALLARGA?

Cominceranno oggi gli interrogatori di garanzia degli arrestati, a partire da quello dell’imprenditore Tommaso Brenicci, l’unico in carcere, mentre gli altri sono ai domiciliari. Si tratta di Giorgio Maria Calori (primario del Cto Gaetano Pini), Carmine Cucciniello (direttore dell’unità operativa di ortopedia del Pini), Carlo Luca Romanò (responsabile del centro di chirurgia ricostruttiva all’ospedale Galeazzi), Lorenzo Drago (direttore del laboratorio di analisi dell’ospedale di Milano Nord) e Paola Navone (direttore sanitario del Gaetano Pini). Quest’ultima si è detta «dispiaciuta» e «sorpresa» per essere finita ai domiciliari. Non solo respinge le accuse, ma ha precisato di aver notato delle «anomalie» dopo la sua nomina. «Ho cercato di introdurre regole o protocolli di legalità per mettere ordine nell’acquisito di protesi o presidi medici. Lo stavo facendo da due anni e non senza difficoltà. Evidentemente davo fastidio», ha dichiarato Navone, come riportato da Il Giorno. Ma secondo i giudici è lei ad aver tenuto un comportamento anomalo all’indomani dell’arresto del collega del Cto-Pini Norberto Confalonieri. «Una volta venuta a conoscenza dell’esposto contro Confalonieri -scrive il giudice nell’ordine di arresto – Paola Navone si è immediatamente adoperata per occultare le sue pregresse condotte illecite».



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