Dopo l’annuncio del processo sulla centrale di Vado Ligure, il Movimento 5 Stelle Liguria – con i deputati e senatori grillini liguri – hanno stilato una nota in cui affermano «L’impianto accusatorio della procura era solido: l’abbiamo sempre sostenuto e il risultato dell’udienza di oggi ce lo ha confermato. Il rinvio a giudizio dei 26 dirigenti ed ex dirigenti di Tirreno Power è un’ottima notizia. Questo risultato è merito di anni di impegno e lavoro del comitato Rete Savonese Fermiamo il Carbone che come M5S abbiamo sempre supportato». Non solo, secondo i parlamentari M5s il Ministero della Salute ora dovrà seguire quello dell’Ambiente per costituirsi parte civile in un procedimento importante che vede migliaia di cittadini vittime e potenziali vittime della centrale contro cui ci siamo sempre battuti. L’11 dicembre saremo in tribunale e vigileremo affinchè sul processo non incomba l’ombra della prescrizione». Solo qualche giorno fa nel neonato Parlamento, il senatore originario di Savona, Matteo Mantero, aveva reso pubblico uno studio del Cnr di Pisa rispetto a tutte quelle morti sospetti nell’area vicino alla centrale gestita dalla Tirreno Power. «Nelle zone esposte agli inquinanti vengono calcolate percentuali di decesso tra il 30 e il 60% dovute a tumori ed altre cause e tra il 40 e il 60% dovute a malattie dell’apparato respiratorio», denunciava il deputato grillino seguendo il percosso stilato dal Cnr pisano, ovviamente con l’immancabile attacco politico annesso alla Regione Liguria (governata dal Centrodestra del Presidente Toti). «La Regione Liguria per mesi, ha avuto un atteggiamento ostruzionistico rispetto alle richieste, avanzate sia dai comitati locali che da noi, di accesso agli atti», concludeva Mantero a soli pochi giorni dalla decisione dei giudici savonesi sul caso Tirreno Power. 



LA NOTA DI TIRRENO POWER: “LEGGI SEMPRE RISPETTATE”

Nella lunga nota che Tirreno Power ha pubblicato subito dopo il rinvio a giudizio di molti dei suoi attuali ed ex dirigenti, si precisa che in tutti questi anni di lunghe indagini mai si è andati contro la legge e i limiti imposti a livello ambientale. «Tirreno Power ha sempre rispettato scrupolosamente tutte le leggi che regolavano l’esercizio della centrale alimentata a carbone e tutti i limiti di emissione, fatto non contestato dalla stessa accusa», si legge nella nota. Oltre alla difesa d’ufficio, i vertici attuali dell’azienda che gestisce la centrale di Vado Ligure hanno anche aggiunto che «Le rilevazioni ufficiali dimostrano che i contributi delle emissioni della centrale nell’ambiente erano irrilevanti e infatti ad anni di distanza dalla chiusura dell’impianto a carbone i dati della qualità dell’aria non si sono modificati». Insomma, il concetto chiave sui cui verterà anche la difesa in fase processuale è che la qualità dell’aria non è migliorata anche dopo i controlli e le strette indagini avvenute in questi anni nella zona della Centrale di Vado. Da ultimo, la Tirreno Power ha ribadito che si trova impegnata con le amministrazioni locali per un futuro di lavoro e di «sviluppo del territorio nel quale continuerà ad operare con la centrale alimentata a gas a Vado Ligure e con gli impianti idroelettrici sugli Appennini delle regione». 



A PROCESSO 26 DIRIGENTI DI TIRRENO POWER

Si andrà a processo, come era prevedibile, per il caso Tirreno Power: sono infatti stati rinviati a giudizio questo pomeriggio ben 26 dirigenti della società che è accusata di aver provocato disastro ambientale e sanitario colposo negli anni Duemila in tutta la Liguria. Il giudice di Savona ha accolto le 26 richieste di rinvio a giudizio formalizzate dai pm Vincenzo Carusi e Daniela Pischetola e ha mandato così alla sbarra vertici e dirigenti dell’importante azienda Tirreno Power; l’inchiesta si era chiusa il 17 giugno 2015 con 86 indagati, tra i quali figuravano anche politici e amministratori locali, tra i quali l’ex presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e tutta la sua giunta. Sono state però archiviate tutte le posizioni per i politici e gli amministratori locali, mentre restano in lizza per il processo ben 26 dirigenti tra cui Giovanni Gosio (direttore generale dal 2003 al 2014), Massimo Orlandi (presidente del Cda in diversi periodi nonché membro del Comitato di Gestione). Come riporta La Stampa,  indagati e rinviati a giudizio anche Mario Molinari, Andrea Mezzogori, Jacques Hugé, Denis Lohest, Adolfo Spaziani, Jean-Francois Louis Yves Carriere, Pietro Musolesi, Domenico Carra, consiglieri d’amministrazione e, per i primi sei, membri del Comitato di gestione in momenti di gestione diversi.



APPELLO DI LEGAMBIENTE

L’inchiesta sulla centrale elettrica di Vado Ligure aveva indagato sulle morti anomale tra il 2000 e il 2007 per conseguenze possibili di inquinamento ambientale: soprattutto malattie respiratorie e cardiovascolari, mentre poi tra il 2005 e il 2012 vennero ricoverati circa 2mila adulti per altri casi assai simili. Il tutto fece temere agli inquirenti e ai magistrati che potesse realmente derivare dalle emissioni della centrale visto che in periodo di tempo così ampio numerosi furono gli intossicati e i malati gravi malattie, tra cui anche 586 bambini che vennero ricoverati sempre per patologie respiratorie. I casi di omicidio colposo vennero tutti archiviati, ma sono rimasti attive le accuse per disastro ambientale e sanitario: ora, con l’annuncio del processo alla Centrale di Vado, è la stessa Tirreno Power a spiegare in una nota «il rinvio a giudizio è un passaggio obbligato dopo un decennio di indagini e imputazioni che si sono progressivamente alleggerite. Il processo sarà l’occasione per fare finalmente chiarezza su una vicenda in cui alcuni consulenti tecnici della procura sono i medesimi che avevano chiesto la chiusura dell’impianto a carbone e le cui metodologie sono già state sconfessate in altre sentenze». Sono ben 6 invece le associazioni ambientaliste che si sono costituite parte civile nella contesa e tra queste, Legambiente ha commentato oggi la notizia dei 26 vertici di Tirreno a processo: «fiduciosi che il dibattimento dimostrerà la fondatezza delle accuse. La gravità della situazione è stata recentemente confermata anche da uno studio del CNR non ancora agli atti del processo ma che non potrà che aumentare la valutazione di gravità dei fatti, confermando quello che tutte le associazioni ambientaliste, i comitati di cittadini, la rete savonese Fermiamo il carbone, hanno sempre sostenuto nelle denunce sui pericoli ambientali e sanitari per i cittadini ed i lavoratori causati dalla attività della centrale».