Nella giornata di ieri è stato chiuso con procedimento di urgenza una parte dell’impianto nucleare Itrec sito in Rotondella, in Basilicata. L’azienda riversava direttamente nel mar Jonio delle acque contaminate che avrebbero dovuto invece essere trattate, e la procura ha aperto un’inchiesta. Della questione ne ha parlato anche Vito Agresti, il primo cittadino di Rotondella, che come riporta l’edizione online del quotidiano La Repubblica, ha ammesso: «Ho piena fiducia nella magistratura. Qui abbiamo due questioni da affrontare, una è la messa in sicurezza dell’impianto e l’altra è l’inquinamento rinvenuto per sostanze chimiche. Stiamo monitorando il territorio». Il sindaco del paese lucano sembra quasi sorpreso da questa scoperta: «Due giorni fa si è tenuta una Conferenza di servizio – ha proseguito – proprio per l’ampliamento della rete di protezione per autorizzare i lavori di bonifica da sostanze chimiche. Dalle analisi Arpab non mi sembra ci siano problemi. A Rotondella abbiamo rilevato anche dei miglioramenti dell’area, grazie al monitoraggio quotidiano dell’Arpab». Allarmati cittadini, imprenditori agricoli, ma anche e soprattutto gli operatori turistici della zona, che si stanno preparando per la stagione estiva. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DELLA SOGIN
Grave episodio in Basilicata dove è stato chiuso l’impianto nucleare ITREC a causa della questione legata all’acqua contaminata. Immediata è stata la risposta dei gestori della Sogin che con una nota ufficiale hanno sottolineato: “Non c’è nessuna anomalia radiologica all’inerno dell’impianto Itrec di Rotondella. Gli scarichi delle acque sono effettuati in conformità con la formula di scarico. Non vi è alcun pericolo per i lavoratori, la popolazione e l’ambiente“. Parole importanti, ma che cozzano con quelle che hanno portato alla decisione della chiusura immediata dei servizi e che potrebbe portare a una lunga polemica. Di certo la sicurezza della popolazione in questo momento deve essere la prima cosa da tenere conto, onde evitare di ritrovarsi a vivere situazioni che possano creare davvero situazioni spiacevoli e complicate. (agg. di Matteo Fantozzi)
“IL PRESIDENTE PITTELLA INTERVENGA”
Dopo la notizia del sequestro da parte della Procura di Potenza di tre vasche di raccolta nell’impianto nucleare Itrec di Rotondella per evitare che proseguisse il rischio di inquinamento radioattivo del mar Jonio nel quale venivano riversate le acque contaminate, arrivano le prime reazioni da parte della politica locale. A tal proposito, l’ex deputato Cosimo Latronico ha spiegato che le decisioni della Procura lucana “non possono restare senza conseguenze e dunque il Presidente Marcello Pittella deve immediatamente convocare le autorità preposte al monitoraggio e al controlla ambientale”. Inoltre, secondo il parlamentare candidatosi di recente nelle fila di Noi con l’Italia, “il rischio è quello di un allarme nazionale per l’impatto che tali attività hanno sul distretto turistico”: infatti, Latronico si chiede inoltre se questo smaltimento sia stato causato da un omesso controllo da parte delle autorità pubbliche oppure se si sia di fronte a notizie il cui contenuto deve essere ancora chiarito. (agg. di R. G. Flore)
CINQUE INDAGATI DALLA PROCURA DI POTENZA
Sta destando molta preoccupazione la notizia che questa mattina la Procura di Potenza ha deciso il sequestro da parte dei Carabinieri del Noe di tre vasche di raccolta dell’impianto nucleare Itrec di Rotondella (Matera) che hanno scaricato nel mar Jonio delle acque contaminate da cromo esavalente e altre sostanze tossiche. Per adesso i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica lucana vanno dall’inquinamento ambientale al falso ideologico, passando anche per lo smaltimento illecito di rifiuti e, stando a quanto si apprende, sarebbero al momento almeno cinque le persone indagate in questa inchiesta e, in particolare, si tratterebbe degli addetti ai procedimenti di controllo e smaltimento delle stesse acque che “non venivano trattate” prima di essere riversate nello Jonio. L’indagine è partita circa un anno su iniziativa della Procura di Matera che, successivamente, ha passato il fascicolo per competenza alla omologa del capoluogo di regione. Ad ogni modo, pare che comunque il sequestro non interferirà col processo di smantellamento dell’Itrec di Rotondella, ma imponendo di adottare da adesso le “necessarie misure a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”. (agg. R. G. Flore)
L’IMPIANTO ITREC RIVERSAVA ACQUA INQUINATA
Un grave fatto di inquinamento ambientale si è verificato quest’oggi in Basilicata, precisamente a Rotondella, in provincia di Matera. L’impianto nucleare Itrec, riversava direttamente nel mar Jonio delle acque di scarico contaminate. A seguito delle indagini coordinate dalla Dda di Potenza e dai Carabinieri del Noe, è stato effettuato in via d’urgenza il sequestro preventivo delle vasche di raccolta delle acque di falda, e della condotta di scarico dell’impianto della ditta in questione, nonché dell’impianto “ex Magnox” in area Enea. I responsabili sono accusati di reato di inquinamento ambientale, falsità ideologica, smaltimento illecito di rifiuti e traffico illecito di rifiuti. In poche parole, l’acqua contaminata non veniva trattata in alcun modo, e dopo aver percorso alcuni chilometri attraverso una condotta, finiva direttamente in mare.
LA RILEVAZIONE DELLE ACQUE E POI L’INDAGINE
L’indagine è nata dopo che sono state rilevate nel mare delle sostanze chimiche pericolose, leggasi il cromo esavalente e il tricloroetilene, e il conseguente grave stato di inquinamento ambientale. Il provvedimento è stato emesso di urgenza, di moda che vengano evitati ulteriori scarichi nei prossimi giorni. Basti pensare che le sostanze che venivano scaricate nel mare, vengono usate per il riprocessamento di barre di uranio-torio. «I responsabili dei siti – spiega la Procura della Repubblica di Potenza – sono obbligati ad adottare le indispensabili misure a tutela dell’ambiente e della salute pubbliche che fino ad oggi non erano state prese». Il sito nucleare non è stato definitivamente chiuso, ma continuerà anche nei prossimi giorni a svolgere la sua normale attività.