Grazie ad una operazione congiunta di questura e procura di Torino, è stato possibile giungere all’individuazione dei responsabili dei fatti drammatici a Torino dello scorso 3 giugno, durante la finale di Champions League. Dieci le persone coinvolte, sei delle quali finite in manette, una ai domiciliari e le restanti tre con obbligo di firma. A carico di due di loro la gravissima accusa di omicidio preterintenzionale. Si tratta di Sohaib Bouimadaghen, nato a Ciriè nel 1998, cittadino italiano residente a Torino, e Mohammed Machmachidei. Il primo, rivela Repubblica.it, avrebbe già confessato. Lo stesso in un post pubblicato su Facebook il giorno seguente ai fatti di Torino in Piazza San Carlo, aveva anche fatto delle pesanti allusioni ai bombardamenti in Medio Oriente: “Una ringhiera vi ha messo inginocchio”, scriveva, facendo poi allusioni sul Medioriente, “Avete calpestato bambini e donne per un petardo, ve ne accorgete solo quando vi tocca la pelle. C’è chi si alza senza la propria famiglia, sotto le macerie di una casa distrutta, senza né acqua né cibo, contro le più grandi forze mondiali”. Gli arrestati sarebbero tutti maggiorenni di origine magrebina e, secondo gli inquirenti, il gruppo tentò di mettere a segno una serie di rapine con l’uso di uno spray urticante. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



2 ACCUSATI DI OMICIDIO PRETERINTENZIONALE

Passano le ore ed emergono sempre più dettagli, circa le indagini che hanno portato alla scoperta dei responsabili del panico scatenato a maggio del 2017, in piazza San Carlo a Torino, durante la proiezione di Juventus-Real Madrid. Come scrive La Repubblica, sono stati fermati 10 ragazzi tutti maggiorenni e tutti di origini magrebine. Di questi dieci, due sono accusati di omicidio preterintenzionale, visto che, non va dimenticato, durante i disordini di quella sera morì una ragazza schiacciata dall’enorme folla. Dei due fa parte anche Sohaib Bouimadaghen, 19enne di origini marocchine ma nato a Ciriè in provincia di Torino e residente nel capoluogo piemontese. E’ stato lui a confessare i nomi di tutti i propri compagni, dopo essere stato interrogato questa notte, e dopo che le forze dell’ordine avevano già ascoltato svariate ore di intercettazioni telefoniche. Accusato di omicidio anche Mohammed Machmachidei, altro componente della banda dello spray urticante. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



10 I FERMATI PER I FATTI DI TORINO

Arrivano importanti aggiornamenti circa i ragazzi ritenuti responsabili di aver causato il caos in piazza San Carlo, a Torino, durante la finale di Champions League dell’anno scorso. Come scritto poco fa dall’edizione online del quotidiano La Repubblica, si tratta in totale di dieci fermati, tutti di origini magrebine. Dei 10, sei sono stati arrestati, mentre tre hanno l’obbligo di firma e uno è finito agli arresti domiciliari. Sono tutti maggiorenni ed hanno spruzzato dello spray urticante sulla folla, causando poi il caos. Gli inquirenti hanno il forte sospetto che i 10 di origine nord-africana, siano i responsabili anche di altre rapine effettuate sempre con lo stesso modus-operandi, ed in particolare, durante il concerto di Elisa alle Officine Grandi Riparazioni, evento che venne interrotto proprio per quanto accaduto. Spray spruzzato anche in una discoteca di Verona, ma il gruppo avrebbe agito anche al di fuori dei confini nazionali, leggasi in Belgio, Francia, Germania e Olanda. Spruzzando lo spray sulle folle, causavano il panico e “accecavano” i malcapitati che poi venivano rapinati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LE PAROLE DEL PROCURATORE DEL PIEMONTE

Sono state arrestate otto persone, in merito alle indagini svolte dopo il caos scoppiato a maggio del 2017 in piazza San Carlo a Torino, durante la proiezione della finale di Champions League fra Juventus e Real Madrid. La notizia è stata commentata in maniera entusiasta da Francesco Saluzzo, il procuratore generale del Piemonte: «Non conosco i dettagli dell’operazione – le sue parole riportate dall’edizione online de La Gazzetta dello Sportma da quel che ho potuto capire mi pare che si sia trattato di un lavoro investigativo straordinario. Si trattava di un’indagine complessa – dice – e condotta in modo molto intelligente». Soddisfatti anche i legali dei più di 1500 feriti, come ha spiegato l’avvocato Nicola Menardo, dello studio Grande Stevens: «L’operazione è stata chiusa in tempi brevi. Oggi abbiamo depositato un’istanza di accesso agli atti per capire le responsabilità dei singoli soggetti coinvolti e ipotizzare le prime richieste risarcitorie». Alle ore 12:00, fra pochi istanti, si terrà una conferenza stampa in cui parleranno il Procuratore e il Questore al Palazzo di Giustizia di Torino. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

I DETTAGLI DI QUESTA ASSURDA VICENDA

Questa mattina sono scattate le manette e gli arresti per 8 presunti responsabili del panico provocato a Torino in Piazza San Carlo la notte della terribile finale di Champions League (sia in senso sportivo, con la Juventus sconfitta 1-4 dal Real Madrid e sia purtroppo in senso di cronaca, con la morte di una ragazza e i 1500 feriti). Sono in tutto otto le persone ritenute gravemente responsabili di aver provocato il panico quel 3 giugno mentre nella piazza più grande di Torino si stava assistendo sui maxischemi alla finalissima della Juve. Pare, come spiegano le indagini concluse ieri, che il caos si scatenò perché il gruppetto voleva mettere a seno una serie di mini-rapine utilizzando dello spray urticante. Secondo quanto riporta la Procura di Torino, il gruppo di giovani aveva già commesso altre rapine simili spruzzando lo spray al peperoncino in altri più piccoli raduni pubblici. Il gruppo di micro-criminalità (alcuni sono di origini extracomunitaria, ma ancora non sono usciti i nomi e le identità degli arrestati) è stato individuato grazie alle intercettazioni telefoniche nel corso di un’altra indagine. In sostanza, si sarebbero traditi parlando di una collanina di grande valore che sarebbero riusciti a rubare quella maledetta notte in Piazza San Carlo.

SINDACO APPENDINO INDAGATA

«Per noi non cambia nulla: Erika, purtroppo, non ce la restituisce più nessuno»: il primo commento è dello zio di Erika Poletti, la ragazza morta per la calca di Torino dopo la folle tentata rapina. « A giugno saremo a Torino, con i genitori di Erika, per la posa di una targa ricordo», conclude il familiare della vittima. Nel frattempo, sempre sul fronte delle indagini, ieri era già stata una giornata molto importante con la chiusura dell’inchiesta e l’ufficializzazione di tutti gli iscritti al registro degli indagati: il sindaco Chiara Appendino risulta indagata, ma non è sola e gli inquirenti hanno accusato anche molti vertici delle autorità pubbliche. Tra gli altri, ci sono Marco Sgarbi dirigente della polizia municipale di Torino, Roberto Dosio viceprefetto, Paolo Giordana ex capo di gabinetto del sindaco Appendino, Alberto Bonzano dirigente del commissariato Centro. Non solo, anche Paolo Lubbia direttore dii gabinetto del sindaco di Torino,  Maurizio Montagnese presidente di Turismo Torino, Danilo Bessone direttore di Turismo Torino, Angelo Sanna ex Questore di Torino, Enrico Bertoletti architetto progettista, Michele Mollo capo di gabinetto della Questura. In serata un primo commento è arrivato dalla sindaca M5s della città segnata ancora da quella notte tragica: «Ieri sera mi è stato notificato dalla Procura di Torino l’atto con la chiusura delle indagini per piazza San Carlo. Resto a disposizione della magistratura, come lo sono sempre stata».