Tra le reazioni italiane al bombardamento sulla Siria effettuato dagli Usa insieme a Francia e Gran Bretagna, quella che sorprende maggiormente – alla luce dei molti passaggi di politica estera di questi anni del M5s – è forse quella di Luigi Di Maio. Il candidato premier del Movimento 5 Stelle conferma la svolta atlantista degli ultimi mesi e su Facebook scrive:”Siamo preoccupati per quel che sta accadendo e riteniamo che in Siria occorra accelerare con urgenza il lavoro della diplomazia, incrementando i canali si assistenza umanitaria. L’uso di armi chimiche, come ho già detto, è intollerabile ma mi auguro che l’attacco di oggi resti un’azione limitata e circoscritta e non rappresenti invece l’inizio di una nuova escalation. Restiamo al fianco dei nostri alleati, soprattutto perché in questa fase delicatissima credo che l’Ue debba avere la forza di farsi vedere compatta e unita, anche nell’invitare le Nazioni Unite a compiere ispezioni sul terreno in Siria affinché si accertino le responsabilità sull’uso di armi chimiche da parte di Assad. Su questo aspetto, in particolare, mi auguro che anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si mostri coeso”. Dunque una presa di posizione molto più vicina a quella espressa dal governo italiano e dal Pd che non a quella di Salvini, fino ad oggi partner privilegiato nelle trattative per formare un esecutivo. (agg. di Dario D’Angelo)
GENTILONI, “ITALIA NON HA PARTECIPATO”
A poche ore dalla notizia dell’attacco degli Stati Uniti, appoggiati da Francia e Regno Unito, in Siria, arriva la reazione del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Oggi il Premier italiano ha tenuto una conferenza stampa da Palazzo Chigi per esternare la posizione del nostro paese di fronte ai bombardamenti di questa notte, volti a colpire i depositi di armi chimiche, nonché un centro di ricerca. «L’azione di questa notte – spiega il capo del Governo – è stata circoscritta e mirata a colpire la fabbricazione di armi chimiche. Ma non può essere l’inizio di un’escalation». Gentiloni tende quindi la mano ad americani, inglesi e francesi, ricordando però che «Il supporto logistico che forniamo soprattutto agli Usa non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria».
“ILLUSORIO PENSARE DI CACCIARE ASSAD COSI’”
Non è da escludere che il presidente Donald Trump abbia chiesto l’utilizzo delle basi italiane per l’attacco in Siria, però negato dallo stesso governo del Bel Paese. Gentiloni si sente di condannare, come il resto dell’opinioni pubblica, l’utilizzo delle armi chimiche da parte dell’esercito di Assad: «Non possiamo rassegnarci all’idea che le armi chimiche tornino a essere utilizzate nei conflitti. Le conseguenze umanitarie di queste armi atroci non sono degne della nostra civiltà. Le abbiamo viste in questi giorni e non possiamo più tollerarle». Secondo il presidente del Consiglio, comunque, la strada intrapresa dai tre paesi non è quella giusta: «L’illusione che così si sarebbe arrivati alla cacciata del dittatore Assad – conclude – prima di sedersi al tavolo del negoziato, è pericolosa».