Oggi i giudici inglesi potrebbero forse decidere di confermare la sentenza di sospensione delle cure per Alfie Evans, il piccolo bimbo inglese dalla storia e purtroppo anche dalla sorte molto vicina a quella di Charlie Gard. Ieri Papa Francesco, prima di giungere al Corviale dove è stato “protagonista” col piccolo Emanuele di un abbraccio (qui sotto il racconto commovente, ndr), al Regina Coeli ha lanciato un appello diretto a quei giudici che hanno in mano una decisione così determinante per la vita di quella piccola creatura inglese (e con lei anche tutti gli altri casi sparsi nel mondo). «Affido alla vostra preghiera le persone, come Vincent Lambert, in Francia, il piccolo Alfie Evans, in Inghilterra, e altre in diversi Paesi, che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità, assistite medicalmente per i bisogni primari». Per Papa Francesco, quelle situazioni sono assai delicate e molto dolorose, per questo «invito a pregare perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita». Dalla rispetto della sacralità della vita fino alla fede di un bimbo in lacrime: la giornata di ieri rimarrà impressa per la testimonianza dell’amore di Cristo che il Santo Padre ha rivolto ancora, nel 2018, ad un mondo sempre più dimentico del Figlio di Dio. 



LA DOMANDA DEL BIMBO

Papa Francesco durante l’udienza alla Parrocchia di San Paolo della Croce a Cordiale – nella periferia ovest della Capitale – stava ascoltando alcune domande preparate da alcuni bimbi della parrocchia, quando è successo un fuori programma che squarcia la “cronaca banale” e rilancia il tema della misericordia e dell’amore di Cristo per i propri figli. Troppo complicati? Seguite il bimbo protagonista di questa storia, l’esatto opposto della complicazione e testimone incredibile della grandezza della fede in un cuore piccolo e semplice come quello di Emanuele. Lui è in fila lì con gli altri con una domanda in cui da fare: ma non riesce, gli viene da piangere e si allontana dal microfono. Il parroco lo invita con tenerezza a non aver paura e dire quello che si sente al Papa, ma Emanuele non ce la fa e scoppia in un pianto che ammutolisce la piazza; Francesco allora lo chiama a sé «vieni qui Emanuele, dimmi all’orecchio quello che vuoi», in una scena che (perdonate l’eccesso) ci ha ricordato quella bellissima scena del Crocifisso che chiama a sé il bimbo protagonista nel film di Bunuel “Marcellino Pane e Vino”. A quel punto Emanuele sale i gradini, raggiunge il palco e si abbandona in un abbraccio durato circa 3 minuti con il Santo Padre: piange disperato e racconta all’orecchio del Papa tutta la sua domanda e il suo dramma.



L’ABBRACCIO CHE SALVA

«Magari tutti noi potessimo piangere come Emanuele come quando avremo un dolore nel cuore come lui»: il piccolo bimbo infatti piangeva per il suo papà appena morto. Era un uomo ateo, come spiega lo stesso Francesco dopo aver rimandato a posto Emanuele, non senza un altro abbraccio molto tenero. «Piangeva per il papà, ha avuto il coraggio di farlo davanti a noi, nel suo cuore c’è tanto amore per il papà. Io gli ho chiesto il permesso di dire in pubblico la domanda e per questo ve la sto dicendo». La domanda è tanto semplice quanto essenziale, cogliendo al punto del mistero glorioso della Grazia divina: «È mancato mio papà, lui era ateo ma ci ha fatto battezzare a tutti e 4 i figli: era un uomo bravo. Ma ora è in cielo papà?». Al Papa si scorgono gli occhi lucidi e tutta la piazza ascolta intensamente: «Che bello che un figlio dica di un suo papà, “era bravo”. La migliore testimonianza che quell’uomo ha dato ai suoi figli perché i suoi figli possano dire che era un uomo bravo, e la bella testimonianza del figlio che ha ereditato la forza del papà ed ha pianto davanti a tutti noi», prosegue Francesco mentre Emanuele ancora lo guarda, in un rapporto ormai divenuto privilegiato e unico, con tante lacrime in volte.



Poi il Santo Padre continua, «se quell’uomo è stato capace di fare figli così, era proprio bravo: non aveva il dono della fede per lui ma ha fatto battezzare i figli. Aveva il cuore buono: ora Emanuele ha i dubbi per il papà in cielo. Ma chi dice chi va in cielo è solo Dio». Poi Francesco si rivolge a tutti, parla al cuore di ciascuno e chiede: «come è il cuore di Dio davanti ad un papà con un cuore così? Dio ha un cuore di papà e davanti ad un papà non credente che comunque è stato capace di battezzare i figli e dare quella bravura ai figli, voi pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano da se? Dio abbandona i suoi figli?». Poi riguarda il piccolo bimbo rimasto attento come forse mai nella sua vita: «ecco Emanuele, questa è la risposta, Dio era fiero del tuo papà perché è più difficile far battezzare i figli per chi non è credente. Parla con tuo papà e prega per il tuo papà, grazie per il tuo coraggio».