Arrivano le prime solidarietà alla ong spagnola dopo la decisione del gip di Ragusa di togliere i sigilli dalla nave a Pozzallo – «non ci sono gli estremi per il sequestro» -: secondo MediciSenzaFrontiere, la notizia che arriva dalla Sicilia è molto positiva. «Dissequestrata la nave di #OpenArmsIl giudice riconosce che la #Libia non è un posto sicuro e che @openarms_found ha agito sulla base di uno stato di necessità. Lo diciamo da sempre: le persone non dovrebbero essere riportate in Libia», scrive su Twitter l’organizzazione non governativa diffusa in tutto il mondo. Intervengono sulla vicenda anche il gruppo dei Radicali Italiani con il segretario di +Europa Riccardo Magi, anch’essi schierati contro le inchieste del pm Zuccaro e in favore del dissequestro: «è una prima buona notizia in questa vicenda e speriamo che l’imbarcazione possa quanto prima riprendere la sua attività di salvataggio in mare. È positivo che il giudice riconosca che i volontari della ong spagnola hanno agito per necessità, visto che non ci sono elementi per considerare la Libia un posto sicuro dove poter riaccogliere i migranti. Ma allora, anche alla luce di questo, è urgente rispondere alle domande che abbiamo posto nell’interpellanza sul caso Open Arms, presentata alla Camera e al Senato a firma mia e di Emma Bonino». Secondo i Radicali ora bisogna meglio comprendere il ruolo della Libia, il vero snodo dell’intera vicenda immigrazione: «Ancora non sappiamo perché le autorità italiane abbiano ceduto alla guardia costiera libica la gestione di operazioni di salvataggio in acque internazionali, dal momento che nessuna zona SAR libica è riconosciuta».
LA REPLICA DI OPEN ARMS
Secondo la ong Open Arms, la notizia del dissequestro della loro nave a Pozzallo è una buona notizia solo fino a metà: «Il dissequestro della Open Arms è una buona notizia, ma è una piccola battaglia vinta all’interno di una situazione che resta difficile: l’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associazione a delinquere contro i nostri due operatori continua. Ma la decisione di oggi dimostra che stiamo andando verso la verità». Lo ha spiegato all’agenzia DIRE è il portavoce italiano della ong spagnola, Riccardo Gatti: sia dal punto di vista strutturale – la nave dovrà essere valutata nei danni dopo i tanti giorni passati in porto appiedata e con possibilità di vederla di nuovo in mare non prima di un mese – che dal lato “simbolico”. «Le donazioni alla ong sono ridotte del 40% dal luglio scorso più o meno da quando sono iniziate le accuse di traffici illeciti contro le navi che salvano migranti nel Mediterraneo». Secondo la Lega invece, nelle parole di Roberto Calderoli (vicepresidente del Senato), la scelta del gip di Ragusa è di una gravità e pericolosità inaudita visti gli effetti che potrebbe generare: «Se per il Gip di Ragusa non ci sono gli estremi di favoreggiamento all`immigrazione clandestina nel trasbordare gli immigrati dalla Libia in quanto ‘non si ha prova che si sia pervenuti in Libia a un assetto accettabile di protezione dei migranti soccorsi in mare’», spiega il leghista citando l’ordinanza avvenuta oggi, «allora significa che da oggi tutte le navi Ong sono autorizzare a portare qui decine di migliaia di immigrati clandestini, visto che la Libia non è un Paese sicuro, mentre ovviamente l`Italia lo è». (agg. di Niccolò Magnani)
GIP RAGUSA, “DISSEQUESTRO DELLA NAVE DI OPEN ARMS”
E’ stato disposto nella giornata odierna, dal gip di Ragusa, il dissequestro della nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms, che dallo scorso 18 marzo si trovava nel porto di Pozzallo dopo il salvataggio di 218 migranti. Il giudice Giovanni Giampiccolo, con la sua decisione, ha rigettato la richiesta che era stata avanzata dalla procura. Il precedente sequestro dell’imbarcazione, come rammenta Repubblica.it, era avvenuto su disposizione della procura di Catania con successiva convalida del gip etneo dello scorso 27 marzo, il quale aveva però escluso il reato di associazione per delinquere. Ora, gli atti saranno di competenza della città Ragusana ed il provvedimento sarà eseguito in giornata. A riferirlo sono stati i legali della Ong spagnola che hanno accolto con soddisfazione la decisione del giudice per le indagini preliminari. L’inchiesta era nata in seguito al rifiuto da parte della nave di consegnare i migranti alle motovedette libiche intervenute sul luogo del soccorso o a Malta. Secondo la procura di Catania, c’era stata la volontà della Ong di portare i migranti in Italia anche violando gli accordi internazionali. Per tale ragione erano finiti nel registro degli indagati il comandante Marc Reig Creus, il capo missione Ana Isabel Montes Mier, e il coordinatore generale dell’Ong, Gerad Canals. Le accuse erano di immigrazione clandestina ed associazione a delinquere, quest’ultima accusa poi fatta cadere dal gip catanese che aveva però confermato il sequestro dell’imbarcazione. Di contro, venendo meno il reato associativo, il fascicolo era stato trasmesso alla procura di Ragusa, che aveva sostenuto la richiesta del Gip di Catania, oggi però rigettata dal collega ragusano.
LA DIFESA DELLA ONG SPAGNOLA
La nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms era arrivata a Pozzallo il 18 marzo scorso con a bordo 218 migranti. L’approdo era stato preceduto dal rifiuto della stessa ong di consegnare i migranti salvati ad una motovedetta della Libia. Prima dell’arrivo a Pozzallo trascorsero due giorni di trattative diplomatiche. L’accusa contesta anche la mancata richiesta di poter sbarcare a Malta, dove furono consegnati mamma e figlio in gravi condizioni. La difesa della ong, di contro, ha sempre smentito e contestato la ricostruzione avanzata dalla procura catanese depositando diverse memorie difensive e decidendo di non far presentare i propri assistiti in occasione dell’interrogatorio fissato dalla stessa procura. Quest’ultima infatti non è mai stata ritenuta “il giudice naturale dell’inchiesta”, inoltre la difesa aveva sottolineato anche la sensazione di volere a “tutti i costi monopolizzare le indagini in questa vicenda”.