E’ un caso unico al mondo, il primo della storia. Una donna morta testimonierà contro il suo assassino. Non stiamo parlando di sedute spiritiche o fantasie romanzesche, ma di un fatto di cronaca vero accaduto negli Stati Uniti: una madre di famiglia, morta dopo che il suo compagno le aveva dato fuoco, testimonierà grazie a un video. Tutto questo è possibile grazie al terribile martirio durato due anni di questa donna, Judy Malinowski, deceduta nel giugno 2017 a 33 anni di età dopo che il fidanzato aveva gettato su di lei della benzina, e quindi le aveva dato fuoco in una stazione di servizio. L’uomo nel dicembre 2016 era stato condannato soltanto per incendio doloso aggravato e aggressione, ma quando i medici hanno capito che la donna non sarebbe sopravvissuta gli avvocati hanno cominciato a preparare l’accusa per omicidio. L’uomo nel corso del processo ha sempre sostenuto di non averla voluta uccidere, ma che si trattò di un incidente dovuto al fatto che si era acceso una sigaretta mentre faceva benzina.
UN CASO CHE FARÀ STORIA
Durante il suo ricovero, con grandissime difficoltà viste le sue condizioni, la donna era riuscita a rilasciare dichiarazioni che inchiodano l’assassino in due ore di filmato, che adesso verrà usato nel nuovo processo dando così modo di avere la testimonianza, cosa mai ovviamente accaduta prima, della vittima di un omicidio. Secondo il giudice che ha preso questa decisione, la donna “è l’unico testimone in grado di dire come si svolsero le cose”. Judy Malinowski ha sofferto per due anni nel suo letto di ospedale con il corpo che all’80% era stato bruciato, perdendo le orecchie e anche due dita. Aveva grossi problemi a parlare perché aveva perso quasi totalmente l’uso della trachea, e poteva comunicare solo sussurrando e annuendo con la testa. Il caso in questione è destinato a fare scuola nel sistema giudiziario americano, in quanto potrà permettere di usare testimonianze di vittime prima che morissero nei confronti dei loro assassini.