L’articolo potrebbe scriversi anche da sé se ci limitassimo a riportare i soli numeri della crisi Atac – la nota azienda dei trasporti pubblici di Roma – allo stato attuale: 1,38 miliardi di debito accumulato; 79 milioni il passivo del bilancio; 141milioni di perdite nell’esercizio 2014; 325 milioni i debiti con i fornitori (fonti Ansa; Next). Se a questi aggiungiamo che i consulenti Atac, su conferma della stessa giunta Raggi, arrivano a prendere quasi 12 milioni di euro complessivi per lo svolgimento del loro compito, non possiamo che attendere il giudizio unanime e certo: bancarotta. Quello che però fino a ieri era una “chiacchiera” e un qualcosa di rinviabile nel tempo, ora diventa seria realtà: il ministro delle Infrastrutture e Trasporti ha comunicato all’azienda retta dall’ad Paolo Sirmioni che hanno sessanta giorni di tempo per fornire tutti gli atti e i documenti necessari a mantenere l’iscrizione al Ren (registro elettronico nazionale per gli operatori della mobilità). «L’adempimento è necessario per l’esercizio delle imprese di trasporto»: se non succede? Allora sarà revoca dell’autorizzazione all’esercizio del servizio del trasporto pubblico locale, ergo terremoto fragoroso che si abbatterebbe su tutta la Capitale. Insomma, stiamo parlando di pericoli seri e di vicende realmente delicate che rischiano di gettare la mobilità di Roma nel più grande caos mai raggiunto.
ATAC, “STIAMO ADEMPIENDO”
Inutile dire che Atac ancora non riesce ad iscriversi al Ren perché non riesce a soddisfare un requisito semplice ma che potete ben capire essere un problema ad oggi: “l’idoneità finanziaria certificata dall’istituto di credito o dalla compagnia assicuratrice su richiesta dell’interessato”. Ecco, il regolamento Ren si scontra con il debito monstre che la partecipata del Campidoglio ha accumulato in tutti questi anni di crisi, in cui la giunta Raggi è solo l’ultima catena di una responsabilità che grava anche sulle legislature precedenti. La posizione dell’Atac è di arroccamento, con questa nota: «non è avvenuta alcuna revoca. L’Ufficio della motorizzazione Civile ha soltanto riconosciuto ad Atac un termine di 60 giorni entro cui presentare memorie o documenti per riscontrare la propria idoneità finanziaria all’esercizio del trasporto pubblico. Si tratta di un adempimento previsto dalla legge al quale l’azienda sta ottemperando, d’intesa con Roma Capitale». Le opposizioni in Comune intanto attaccano il sindaco e il gruppo M5s, affermando in una ulteriore nota «Raggi e Meleo riferiscano già domani in aula su quanto sta accadendo e si anticipi a giovedì 19 aprile la seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina su Atac». Due mesi per sanare con almeno una fideiussione da 12 milioni di euro a garanzia dei conti aziendali oppure scatterà la revoca: insomma, una vera e propria corsa contro il tempo.