Potrebbe non essere detta la parola fine sulla caso giudiziario relativo ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista Rai e l’operatore tv assassinati il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia. Proprio oggi infatti la Procura di Roma, la stessa che la scorsa estate ha presentato richiesta di archiviazione del procedimento contro ignoti su autori e mandanti del duplice omicidio e sul depistaggio, ha depositato nuovi documenti che potrebbero imprimere una svolta importante al caso. Si tratta nello specifico di alcune intercettazioni risalenti al 2012 e relative ad un altro procedimento, che la Procura di Firenze ha trasmesso soltanto di recente ai colleghi di piazzale Clodio. Protagonisti alcuni soggetti somali residenti in Italia impegnati in un dialogo sull’agguato in cui persero la vita Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Un piccolo spiraglio, dunque, per tentare di fare luce su quanto accaduto 24 anni fa. Ricordiamo che per 17 anni è stato detenuto ingiustamente Hashi Omar Hassan, scarcerato grazie alla nuova testimonianza di Ahmed Ali Rage, detto Gelle.
LA MAMMA, “ILLUSA TROPPE VOLTE”
Il gip Andrea Fanelli, che dovrà decidere se archiviare o meno il procedimento, ha aggiornato l’udienza al prossimo 8 giugno. La mamma di Ilaria Alpi, però, come riporta Il Corriere della Sera, dopo la notizia di queste nuove intercettazioni non sembra intenzionata a farsi troppe speranze, memore delle delusioni del passato. Lasciando il tribunale di Roma, dopo l’udienza davanti al gip per discutere dell’archiviazione del caso, la signora Luciana ha dichiarato: “Prendo atto che la Procura di Roma ha prodotto una nuova documentazione su questa vicenda. Non voglio fare alcun commento, perché mi sono illusa troppe volte. Il giudice ha fissato una nuova udienza per la discussione e noi faremo di tutto perché questa inchiesta non finisca in archivio. Da troppo tempo siamo in attesa di una verità che non arriva. Andiamo avanti insomma, anche se sono stanca“.