Uno dei passaggi più interessanti del discorso di Emmanuel Macron davanti all’Europarlamento di Strasburgo ha riguardato da vicino all’Italia, descritta come esempio di collaborazione tra la Francia e i Paesi dell’Unione Europea. Quasi un voler mettere definitivamente una pietra sopra al caso diplomatico scaturito dal blitz degli agenti della dogana francese a Bardonecchia di qualche anno fa. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, Macron ha dichiarato:”La Francia si felicita della cooperazione con diversi Stati membri, penso in particolare alla Germania e all’Italia, che voglio salutare. Penso che in particolare con l’Italia noi abbiamo saputo dimostrare in questo ultimo anno la nostra capacità di lavorare insieme” sulle politiche di migrazione. Secondo Macron, serve “anzitutto una politica di solidarietà interna ed esterna in Europa. Ed è la chiave se vogliamo avere un risposta integrata al rischio migratorio. Ma credo profondamente che serva una solidarietà europea alle nostre frontiere per proteggerci, come una solidarietà all’interno delle nostre frontiere, per poter condividere gli oneri”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO SU MACRON, “PRONTI A COLLABORARE”
Non tardano ad arrivare, nel corso del pomeriggio, le reazioni della politica italiana al lungo discorso pronunciato questa mattina dal Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, all’europarlamento di Strasburgo. Dopo il plauso ricevuto dal presidente UE Antonio Tajani, l’e leader di “En Marche” pare aver incassato anche un altro endorsement e questa volta del tutto inaspettato perché, con una breve nota diffusa nelle ultime ore, arrivano apprezzamenti anche dal capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. “Sin dal nostro ingresso nel Parlamento europeo abbiamo sempre lavorato in modo costruttivo con tutti e allo stesso modo siamo pronti a collaborare col presidente Macron per fornire il nostro contributo a una agenda davvero europea” si legge nella nota diramata dalla delegazione pentastellata a Strasburgo ed evidentemente condivisa col capo politico del Movimento. Dopo aver criticato “anni di egoismi e politiche fallimentari”, i Cinque Stelle affermano che del discorso di Macron sono stati apprezzati i riferimenti al “maggior coinvolgimento politico dei cittadini nelle politiche dell’Unione e alla sovranità digitale europea”, precisando però che la collaborazione a una agenda comune non devono limitarsi a una semplice “pulitura cosmetica di un edificio” che, a loro dire, necessiterebbe invece una “profonda ristrutturazione”. (agg. R. G. Flore)
TAJANI SU MACRON, “MESSAGGIO POSITIVO, APRE UN DIBATTITO”
Dopo l’intervento di quest’oggi di Emmanuel Macron al Parlamento europeo di Strasburgo, riunito in seduta plenaria, arrivano le prime reazioni istituzionali alle parole del Presidente della Repubblica francese che, ad ogni modo, non mancheranno di suscitare anche critiche e distinguo. In una brevissima conferenza a beneficio della stampa, il Presidente dello stesso europarlamento, Antonio Tajani, che ha avuto parole di elogio per il discorso dell’inquilino dell’Eliseo e ha apprezzato anche quello che, a suo dire, potrebbe essere un inizio di dibattito molto interessante. “Voglio ringraziare il Presidente francese Macron per questo dibattito molto interessante: il suo è un messaggio positivo a favore della democrazia e che rafforza l’Unione” ha detto Tajani ai giornalisti, spiegando che l’intervento di Macron e le sue risposte alle domande dei deputati, è servito a far riflettere sul futuro della stessa UE e su “cosa bisogna fare per ridurre la distanza tra istituzioni e cittadini”, aggiungendo anche che da oggi “i cittadini europei tornano al centro del suddetto dibattito”. (agg. R. G. Flore)
LE ALLUSIONI A BREXIT, POPULISMI E GOVERNI REAZIONARI
Il lungo discorso (il primo da quando si è insediato all’Eliseo) di Emmanuel Macron di fronte alla seduta plenaria dell’europarlamento di Strasburgo avrà notevoli strascichi nei prossimi giorni ma già oggi, in attesa delle prime reazioni politiche, ha spinto qualche commentatore a provare a leggere tra le righe di alcuni concetti forti espressi da parte del Presidente della Repubblica francese. Infatti, il leader di quel movimento che ha vinto le elezioni in Francia sconfiggendo l’ondata populista (unico caso finora tra i diversi Stati Membri) quando ha parlato di incipienti nazionalismi (e qui tra le righe anche un riferimento alla Brexit) e di una possibile “guerra civile europea” aveva in mente dei casi ben precisi che, tuttavia, non ha citato direttamente. Le potenze autoritarie tirate in ballo non possono essere che la Russia, dove comunque Macron sarà presto in visita ufficiale, anche in riferimento alle diverse posizioni sulla crisi siriana: ma nel suo lungo intervento sono partite anche delle frecciate ai governi neo-reazionari attualmente in auge in Polonia e Ungheria, per non dire comunque dell’ondata anti-establishment che, in Italia, ha provato uno tsunami politico lo scorso 4 marzo. Insomma, Macron ha voluto da una parte rispolverare la cosiddetta “grandeur” francese ponendosi come faro europeo assieme alla Germania (posizione tuttavia invisa a molti, Juncker in primis), ma dall’altro ha voluto farsi portavoce, in vista delle prossime elezioni politiche europee, di una nuova idea di UE che, nelle sue parole, anche se esiste già ed è una, andrebbe profondamente rifondata. (agg. R. G. Flore)
MACRON, “PERFETTA INTESA FRANCIA-ITALIA”
Affrontando il tema dei migranti e il futuro complesso del’Europa su quel fronte, il presidente Macron ha fatto ampio riferimento all’accordo con il Governo italiano che negli ultimi anni più di tutti si è adoperato nell’accoglienza e nelle dispute-beghe del forte flusso migratorio. «C’è perfetta coordinazione Italia-Francia in materia di immigrazione», spiega il capo dell’Eliseo al termine della lunga prolusione alla plenaria del Parlamento Europeo. Ha difeso il “modello europeo”, ha difeso il suo intervento in Siria – «con il raid abbiamo salvato l’onore della comunità mondiale» – e ha rilanciato la guida forte della Francia per determinare un futuro diverso per l’Europa lontano dalla crisi. Ci ha però pensato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, presente in aula durante tutto il discorso del presidente francese, ha sottolineare alcuni punti critici nelle parole del giovane capo dell’Eliseo: «Sono ampiamente d’accordo con Macron, l’Europa non si deve chiudere ma rimanere aperta, penso che l’Europa non sia mettere gli uni contro gli altri, perché l’Europa è un insieme», ha spiegato in un primo momento Jucnker per poi aggiungere una stilettata, «Non dimentichiamo che l’Europa non è solo franco-tedesca. Siamo 28, domani 27: serve anche, perché il motore possa funzionare, l’apporto degli altri. Siamo 27, non solo francesi o tedeschi».
IL LUNGO DISCORSO DI MACRON
Un lungo discorso (ancora in corso) incentrato sulla democrazia, i rischi dell’Europa attuale e uno sguardo al futuro: Emmanuel Macron, a pochi giorni dal lancio di missili contro la Siria, va all’Europarlamento di Strasburgo per parlare di futuro Ue, di migranti e di “modello Europeo”. È la sua prima volta alla plenaria di Strasburgo in una sorta di “difesa” della sua scelta di attaccare il regime di Assad: con immensi problemi in Francia, sondaggi e consensi in calo, il presidente dell’Eliseo prova a rilanciarsi come simbolo di un’Europa vista ancora più come un problema che non come una risorsa. «Bisogna ascoltare la collera dei popoli d’Europa: non hanno bisogno di pedagogia ma di un progetto nuovo», spiega Macron davanti agli occhi di Juncker (presidente Commissione Ue) e di tutti gli Eurodeputati, compreso il presidente Tajani. «Bisogna stare attenti al fascino illiberale degli egoismi nazionali», con riferimento non diretto ai movimenti della destra in Austria, Ungheria, Francia e, ovviamente, anche nell’Italia senza ancora un governo, prima di aggiungere «è necessaria una sovranità europea: difendere l’idea europea non è difendere un’idea astratta, significa partire dal fatto che a fronte del momento attuale serve una sovranità più forte di quella attuale; a fronte di migrazioni, insicurezza planetaria, trasformazioni ambientali e sociali, essa ci consentirà di dare risposte giuste». Macron dice di non volere una generazione di sonnambuli «che dimentica il passato e non vuole vedere i tormenti attuali. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, voglio appartenere a una generazione che decide di difendere la propria democrazia, perché è una parola che ha senso e che è frutto di battaglie passate. Voglio appartenere a una generazione che difenda la sovranità europea, che permetterà alle generazioni future di scegliere liberamente il loro futuro».
LA BILATERALE CON TAJANI
Per Macron addirittura c’è il forte rischio di una guerra civile strisciante nel nostro Continente e per questo motivo bisogna rifondare un modello che sembra ormai in perenne crisi d’identità: «Non possiamo far finta di essere in un tempo normale, c’è un dubbio che attraversa molti dei nostri Paesi europei sull’Europa, una sorta di guerra civile europea sta emergendo: stanno venendo a galla i nostri egosimi nazionali e il fascino illiberale», ha proseguito davanti all’Europarlamento il successore di Hollande. Un modello che fa rifondano ma non cambiato o distrutto, come sostengono i movimenti anti-Ue: «Questo modello è potente come nessun altro e al contempo fragile, perchè la sua forza a ogni istante dipende dal nostro impegno. Oggi giorno dobbiamo difenderlo insieme». Ancora Macron poi annuncia che entro la fine della legislatura va sbloccato il dibattito «avvelenato sui migranti, sulla riforma di Dublino e la relocation: propongo di creare un programma europeo per finanziare le comunità locali che accolgono e integrano i rifugiati». Prima del suo lungo discorso, il presidente francese ha avuto una lunga bilaterale con il presidente Tajani: secondo Repubblica, hanno parlato di tutti i temi più importanti “del momento”, dalla crisi in Siria ai migranti, dalla stabilità del Mediterraneo fino ai flussi migratori e ovviamente anche sul prossimo bilancio dell’Ue.