Renato Vallanzasca potrebbe uscire a breve dal carcere di Bollate con la libertà condizionale. Una decisione che ha creato scalpore, con l’indignazione che è montata sul web con il passare delle ore. Ma chi è Vallanzasca? Nato nel 1950, il suo primo atto criminoso arriva nel 1958, quando lo stesso aveva appena 8 anni: liberò una tigre dal circo insieme ad un amico, e la polizia lo prelevò poco dopo portandolo al carcere minorile Beccaria. In quegli anni inizia a creare una piccola gang di furti e taccheggi, e nel contempo inizia a farsi un nome. In seguito, crea la Banda della Comasina, fra le più temute e feroci in quegli anni. In pochi anni accumula ricchezze, ostentando vestiti, orologi, auto, ma nel 1972 viene arrestato dopo un furto al supermercato. Incarcerato a San Vittore, qui Vallanzasca fa di tutto per riuscire ad evadere, cambiando 36 istituti, e riuscendo poi a farsi ricoverare per epatite, e quindi a fuggire vista la sorveglianza più bassa rispetto al penitenziario. Mentre è latitante lascia dietro di se una scia di sangue, con svariati omicidi in seguito a rapine. Quindi viene nuovamente arrestato e negli anni successivi evaderà un’altra volta, nel 1987, e poi incarcerato a Bollate dove si trova tutt’ora. In quegli anni continua a commettere omicidi, con la pena che aumenta a dismisura fino a raggiungere la cifra record di 4 ergastoli e 295 anni di reclusione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL WEB E’ UNA FURIA
Milano, Renato Vallanzasca in libertà condizionale? L’avvocato di ‘Renè’ ha affermato che “è molto cambiato”, ma contro il possibile provvedimento anche il web si è scatenato: “#vallanzasca pare che sia cambiato. Per lui il carcere non serve più. Anche le sue vittime sono cambiate. Per loro le tombe non servono più”, “#VALLANZASCA , 4 ergastoli e 295 anni di reclusione …ora si è redento..e forse sarà fatto..SANTO SUBITO. In un Paese serio la certezza della pena deve essere la prima cosa. Sei bravo in galera? Ok, Pena confermata. In caso contrario… prolungata “, “Non ho capito. Se uno è stato condannato a quattro ergastoli, come fa ad essere libero nel 2022?! #vallanzasca”, “Facile dire è cambiato, è un assassino e in carcere deve rimanere #Vallanzasca”, “#Vallanzasca in libertà vigilata??Un criminale condannato a 4 ergastol??Mi dite a che cavolo servono i processi?e poi le condanne?A che servono i giudici e la magistratura?Ma i criminali evitate proprio di processarli,no? Anzi evitate di http://arrestarli.Se poi li liberate!”. (Agg. Massimo Balsamo)
“NO RAVVEDIMENTO SICURO”
Arrivano importanti aggiornamenti a proposito della richiesta formulata da parte dei legali di Renato Vallanzasca affinché il loro assistito, attualmente detenuto nel carcere di Bollate, possa ottenere la semilibertà o la liberazione. Secondo i suoi avvocati, infatti, il Bel René oramai è cambiato e non potrebbe mostrare altri progressi se proseguisse col medesimo regime di detenzione: tuttavia, pare che per l’ex boss della mala milanese, al quale la semilibertà era stata revocata nel 2014, potrebbe non essere restituita, stando almeno alla richiesta formulata nelle ultime ore da Antonio Lamanna. Il sostituto pg, davanti ai giudici della Sorveglianza, ha ricordato che nonostante la direzione del carcere parli di “un adeguato livello di ravvedimento”, il codice impone che proprio il suddetto ravvedimento sia “sicuro” affinchè la richiesta dei suoi legali venga accolta: e, a quanto pare, per il pg Lamanna non sussisterebbero le condizioni perché lo sia. (agg. R. G. Flore)
RICHIESTE PER OSPITARLO E FARLO LAVORARE
Dopo la richiesta di libertà condizionale (e in subordine della semilibertà) inoltrata da Renato Vallanzasca al Tribunale di Sorveglianza di Milano, una cooperativa e una comunità si sono già fatte avanti per far svolgere “attività”, anche lavorativa, al bel René. Come riportato dall’Ansa, a scriverlo è il carcere di Bollate, che dal canto suo ha già avallato la richiesta di Vallanzasca. L’istituto penitenziario, scrivono nella loro relazione gli operatori, ha già formulato “un programma” nel caso di “ammissione” di Vallanzasca “alla liberazione condizionale (o alla semilibertà)” con “attività lavorativa alle dipendenze della soc. coop. Opera Infiore e attività presso la comunità Il Gabbiano”, nel Lecchese. La condizione economica, si legge nella relazione, “non gli ha consentito di risarcire completamente il danno né di pagare le spese di giustizia ma si prende atto della sua disponibilità a farlo”. (agg. di Dario D’Angelo)
LE PAROLE DELL’AVVOCATO DI VALLANZASCA
Renato Vallanzasca fuori dal carcere, che sia attraverso “la liberazione condizionale” o in “semilibertà” (questa la proposta formulata in subordine al Tribunale di Sorveglianza di Milano, ndr) poco importa: fatto sta che il Bel René vuole lasciarsi alle spalle la cella del carcere di Bollate. Ed è lo stesso istituto penitenziario a perorare la sua causa, parlando di “cambiamento profondo, intellettuale ed emotivo”. Vallanzasca, è il ragionamento dell’equipe di osservazione del carcere di Bollate, “non potrebbe progredire con altra detenzione e si ritiene che possa essere ammesso alla liberazione condizionale” e per questo potrebbe estinguere i suoi 296 anni di pena (4 ergastoli) in libertà vigilata. Nei prossimi giorni il Tribunale potrebbe esprimersi, intanto il suo avvocato Davide Steccanella ha dichiarato:”Confido che il Tribunale accolga un’istanza che alla luce di quanto scrive il carcere di Bollate (in una relazione, ndr) appare del tutto legittima dopo mezzo secolo di carcere”. (agg. di Dario D’Angelo)
RENATO VALLANZASCA IN LIBERTÀ CONDIZIONALE?
Il “Bel Renè” torna in aula nel Tribunale di Sorveglianza di Milano: Vallanzasca, il protagonista della malavita milanese tra gli anni Settanta e Ottanta, è come noto condannato a 4 ergastoli e 296 anni complessivi di carcere ma dopo la revoca del 2014 ora torna a chiedere la libertà condizionata e la semilibertà. In aula oggi hanno testimoniato alcuni medici e personale dell’equipe del carcere di Bollate dove Renato Vallanzasca sta scontando la sua pena e hanno riferito che il suo profilo è molto cambiato e migliorato in questi ultimi 4 anni. Va ricordato che il malavitoso nel 2013 aveva già ottenuto la libertà vigilata e proprio durante un permesso premio, un anno dopo, tentò di rubare due paia di mutande, delle cesoie e del concime per piante per un valore minimo davvero irrisorio (circa 70 euro). Per quell’assurdità commessa gli furono comminati 10 mesi per tentata rapina ma soprattutto le porte del carcere si riaprirono immediatamente, perdendo il regime di semilibertà così faticosamente guadagnato. Non solo, lo scorso agosto 2017, Vallanzasca si rese protagonista di un altro episodio alquanto eclatante quando aggredì un agente del penitenziario in presenza di altri detenuti e dei familiari per futili motivi. «Ora però noi confidiamo che il Tribunale accolga un’istanza che alla luce di quanto scrive il carcere di Bollate appare del tutto legittima dopo mezzo secolo di carcere». Già, ma la struttura cosa ha detto di così determinante?
L’EQUIPE DEL CARCERE DI BOLLATE: “È MOLTO CAMBIATO”
Il 67enne “Bel Renè” ha avuto «un cambiamento profondo, intellettuale ed emotivo» e «non potrebbe progredire con altra detenzione»: per questo motivo si ritiene che «possa essere ammesso alla liberazione condizionale», scrive l’equipe di osservazione e trattamento del carcere di Bollate. La richiesta formulata al Tribunale dalla difesa è dunque, in base a queste osservazioni, proprio quella di finire di scontare la pena fuori dal carcere in regime di libertà vigilata. Non solo, vi sarebbe anche un rapporto disciplinare nei confronti della guardia penitenziaria che ebbe una discussione con conseguente aggressione nell’area colloqui del carcere nello scorso agosto: in questo modo, si pensa che Vallanzasca possa uscire ridimensionato in positivo da quella vicenda, atto decisivo per poter chiedere di uscire dalla galera e scontare la pena in maniera diversa fino ad adesso. Nei prossimi giorni il Tribunale di Sorveglianza dovrà decidere, dopo che nell’udienza di ieri e oggi sono stati presentati i nuovi documenti e la ufficiale richiesta della difesa del carcerato più famoso del Nord Italia.