E’ di oggi la notizia della chiusura delle indagini sui genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, per presunte fatture false. La Procura di Firenze ha notificato questa mattina gli avvisi di conclusione delle indagini: i sostituti procuratori Luca Turco e Christine von Borries hanno fatto sapere di aver concluso l’intera inchiesta. Due le strade: rinvio a giudizio o archiviazione. Proprio per questa vicenda, Tiziano Renzi nel marzo 2017 disse di aver fatto richiesto i danni a Il Fatto Quotidiano e a Marco Travaglio per 300 mila euro. Una vicenda che però, come sottolineato dal quotidiano, non riguardò né il caso Consip né la Chill Post, bensì appunto i suoi affari nel ramo degli outlet di lusso. Una triste vicenda che oggi ha raggiunto uno step decisivo: non resta che vedere l’evoluzione della situazione. (Agg. Massimo Balsamo)



“INGIUSTO PROFITTO”

La procura di Firenze che oggi ha provveduto a far notificare l’avviso di conclusione delle indagini a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, marito e moglie nonché genitori dell’ex premier Matteo Renzi, aveva posto l’accento su due fatture che, secondo le indagini, sarebbero state emesse a fronte di prestazioni mai eseguite. La prima dell’importo di 20mila euro (Iva esclusa) riportava la data di emissione del 15 giugno 2015. Ad emetterla era stata la società dei Renzi, Party, alla Tramor di Dagostino, anche lui indagato e oggi destinatario dell’avviso di chiusura indagini, avente come oggetto lo “studio di fattibilità commerciale per collocazione area destinata al food” nel nuovo insediamento presso l’outlet The Mall di Reggello. La seconda era stata emessa 15 giorni più tardi dalla Eventi 6, sempre dei Renzi e sempre alla Tramor avente per oggetto uno studio sulla fattibilità di un progetto di incoming e logistica per turisti asiatici. Sono queste le due società riconducibili ai genitori di Matteo Renzi e che avrebbero incassato quasi 200mila euro che però, secondo la procura fiorentina, non gli aspettavano, grazie a due fatture false ed allo zampino dell’imprenditore Dagostino. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PER PM ACCORDO ILLECITO CON LUIGI DAGOSTINO

Due società riconducibili ai genitori di Matteo Renzi, la Party e la Eventi 6 srl, hanno incassato quasi 200 mila euro che non gli spettavano tra giugno e luglio 2015. E questo per due fatture false e i magheggi del faccendiere pugliese Luigi Dagostino. Questo quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini che è stato notificato oggi a Tiziano Renzi e Laura Bovoli. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, riportata dal Sole 24 Ore, i genitori dell’ex premier si sono accordati con lo sviluppatore dei mall targati Kering (Gucci) per emettere la fattura più rilevante, quella da 140mila euro più Iva, su uno studio di fattibilità che però «non era mai stato effettuato». Uno scambio di mail testimonia che gli indagati avevano pensato a motivare il pagamento con lo studio di una “struttura ricettiva alberghiera” e dei relativi supporti logistici, quindi avevano aggiunto il food e hanno poi deciso che sarebbe bastata la sola ristorazione. Anche l’altra fattura, questa però per 20mila euro più Iva, riguarda uno studio di fattibilità che non sarebbe mai stato effettuato. Negli atti si legge che Dagostino «si accordava» con Laura Bovoli e Tiziano Renzi «affinché emettessero la falsa fattura». Un particolare di non poco conto, perché per i pm le mail dimostrerebbero che le due fatture erano false e che a monte c’era stato un accordo illecito con Luigi Dagostino. (agg. di Silvana Palazzo)



TIZIANO RENZI DISSE: “VOGLIO CHE MI PROCESSINO”

I genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, insieme all’imprenditore Luigi Dagostino, questa mattina sono stati raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini a loro carico. I tre, indagati dalla procura di Firenze in merito a presunte false fatture emesse, ora rischiano di dover subire un processo. Nello specifico, rammenta Repubblica.it, i genitori dell’ex premier risultano indagati per presunta emissione di fatture per operazioni inesistenti; Dagostino dovrà invece rispondere di utilizzo di fatture per fatture per operazioni inesistenti e truffa ai danni della Kering della quale faceva parte la società Tramor. Lo scorso 22 marzo, Tiziano Renzi aveva rotto il silenzio scrivendo una lunga lettera in cui commentava l’attuale e spiacevole situazione che lo vedeva suo malgrado protagonista insieme alla moglie: “Dopo anni di onorata carriera, senza alcun procedimento penale mai aperto in tutta la mia vita nei miei confronti, mi sono trovato improvvisamente sotto indagine in più procure d’Italia per svariati motivi”, scriveva, rimarcando il netto cambio di vita professionale e personale e la sua stanchezza. Il giorno in cui la lettera era stata diffusa, quasi un mese fa, corrispondeva con quello fissato dai pm per l’interrogatorio a suo carico e alla moglie. Appuntamento al quale i coniugi Renzi non si erano presentati. Poche ore dopo, era stato lo stesso Tiziano con un comunicato a rendere noto: “Voglio che mi processino, d’ora in poi mi avvarrò della facoltà di non rispondere”. Ora, il processo a suo carico potrebbe essere più vicino del previsto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

VERSO IL PROCESSO ANCHE PER DAGOSTINO?

Si sono ufficialmente chiuse le indagini su Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi e sull’imprenditore Luigi Dagostino in merito alla presunta emissione di alcune false fatture. L’inchiesta è stata condotta dai pm Luca Turco e Christine von Borries e proprio la procura di Firenze aveva iscritto i nomi dei tre soggetti nel registro degli indagati. Gli avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati a tutti e tre proprio nella mattinata odierna. Ora però, come spiega La Stampa, il rischio per i genitori di Renzi è proprio l’avvio di un processo. La conclusione delle indagini preliminari, infatti, quasi sempre rappresenta il preludio di una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei soggetti indagati. Nell’ambito dell’inchiesta, sarebbero due nello specifico le fatture anomale rispetto alle prestazioni di fatto svolte e rispettivamente una da 130 mila euro e l’altra da 10 mila. La prima sarebbe stata emessa dalla “Eventi 6” della famiglia Renzi, detenuta da una società con sede a Cipro e un tempo gestita da Dagostino e la seconda emessa dalla Party srl, oggi in liquidazione ma con soci Tiziano Renzi e la Nikila Invest con Dagostino amministratore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

LE ACCUSE DELLA PROCURA

Questa mattina sono stati notificati dalla Procura di Firenze gli avvisi di conclusione delle indagini a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell’ex premier Pd per l’inchiesta sulla presunta emissione di false fatture che vede indagato anche l’imprenditore pugliese Luigi Dagostino. La Procura di Firenze ha da tempo indagato sulle varie attività in Toscana legate agli outler commerciali e nel corso dei dati emersi, i genitori di Matteo Renzi sono risultati passibili di presunte fatture false; i sostituti procuratori Luca Turco e Christine von Borries hanno indagato e ora fatto sapere di aver concluso l’intera inchiesta, pronti a capire se vi saranno i termini per un rinvio a giudizio o se invece si chiuderà tutto con un’archiviazione. Nel corso delle indagini, come riporta Firenze Repubblica, la Procura e la Guardia di Finanza ha individuato due particolari fatture sospette per possibili gonfiamenti delle prestazioni effettivamente svolte. «Una, da 20 mila euro, che risulta essere stata emessa dalla Party srl, società fondata l’8 ottobre 2014 da Tiziano Renzi ( con il 40% della quote) e dalla Nikila Invest, srl amministrata dalla compagna di Dagostino Ilaria Niccolai ( 60%). E un’altra di 140 mila euro emessa dalla Eventi 6 e pagata dalla Tramor», segnalano su Rep in base alle carte della Procura.

TRA FATTURE E CONSIP, I “TIMORI” PER RENZI

Sempre secondo la Procura, i coniugi Renzi con la loro azienda avrebbero fornito alcuni servizi di “accoglienza per l’outlet di Reggello», ma con un importo della fattura non del tutto coerente con il valore delle prestazioni erogate. Su questo – e sulla parallela inchiesta di ben più alto valore “politico” della Consip – il padre di Renzi aveva scritto lo scorso 22 marzo una lunga lettera-appello in cui ribadiva «All’improvviso e del tutto casualmente dal 2014 la nostra vita è stata totalmente rivoluzionata: da cittadino modello a pluri-indagato cui dedicare pagine e pagine sui giornali. Ribadisco con forza e determinazione che non ho mai commesso alcuno dei reati per i quali sono stato, e in alcuni casi ancora sono, indagato». Il padre dell’ex segretario Pd aveva anche aggiunto che se bisogna essere davvero processati, lo si faccia in Aula di Tribunali e non sui giornali, «Passerò i prossimi anni della mia vita nei tribunali per difendermi da accuse insussistenti e per chiedere i danni a chi mi ha diffamato. Ma almeno potrò dire ai miei nipoti che la giustizia si esercita nelle aule dei tribunali e non nelle fughe di notizie e nei processi mediatici». In questa inchiesta sulle fatture false a Firenze e soprattuto sull’altra che vede coinvolto presunti giri sospetti sulla Consip (la centrale acquisti della Pubblica Amministrazione, ndr) il figlio Matteo Renzi teme un possibile “accanimento” giudiziario (anche se ben poche volte lo ha fatto notare, gli va riconosciuto ndr). Anzi, come ha scritto il direttore de “Il Dubbio” Piero Sansonetti dopo che pochi giorni fa la Procura di Roma ha allontanato il maggiore dei carabinieri Giampaolo Scafarto per aver “manomesso con dolo” elementi giudiziari falsi contro Renzi, «Possibile che l’idea che il risultato elettorale sia stato condizionato da una congiura giudiziario-giornalistica non turbi nessuno? Oppure la ragione per la quale questo turbamento non si manifesta sta semplicemente nel fatto che, comunque, il grosso della stampa italiana – diciamo così è correo?».