San Galdino, la storia
Nella giornata del 18 aprile la Chiesa Cattolica e il mondo cristiano ricordano e celebrano la figura di San Galdino, vescovo di Milano. San Galdino era un membro della famiglia della Sala, di rango della bassa nobiltà milanese. Durante lo scisma del 1159 dopo la morte del papa Adriano IV, Galdino appoggiò la curia romana. Alessandro III era il candidato promosso dalla Santa Sede, mentre l’antipapa Vittore IV era sostenuto da Federico Barbarossa e dai suoi cardinali. Galdino, arcidiacono della cattedrale, manifestò sempre il suo sostegno ad Alessandro III. Federico assediò Milano e lo imprigionò per sei mesi. Nel 1165 Alessandro III tornò alla guida della Chiesa e nominò Galdino cardinale di Santa Romana Chiesa. L’anno dopo, l’arcivescovo di Milano Oberto morì e Galdino venne eletto al sui posto per guidare la chiesi di Milano. Galdino tornò a Milano clandestinamente e in città venne accolto dalle rovine.
San Galdino a Milano
Nel 1167 incominciò la ricostruzione della città di Milano. San Galdino riorganizzò la Chiesa in Lombardia confermandola nella fedeltà al papa: depose ogni sacerdote lombardo nominato dall’antipapa Vittore IV e consacrò nuovi vescovi a Lodi, Alba, Cremona, Vercelli, Asti, Torino, Novara, Brescia e Alessandria. Si dedicò ai poveri, il suo impegnoè ricordato con l’epiteto di “pane di San Galdino” che era usato a Milano per il pane distribuito ai poveri e ai carcerati. Inoltre restaurò la cattedrale, aiutato dalle donne di Milano che donarono i pochi gioielli salvati dai saccheggi del Barbarossa. Morì sul pulpito della chiesa di Santa Tecla, dopo un sermone nel 1176. Lo stesso Alessandro III lo proclamò santo. Nel XIX secolo Alessandro Manzoni diede il suo nome al loquace frate questuante dei Promessi sposi, Fra Galdino.