Continua a fare notizia la brutta storia legata al maniaco seriale di Bologna Robert Tivadar. Questi è stato protagonista di una nuova aggressione che ha lasciato un po’ tutti senza parole. Alal fine è arrivata la confessione del ragazzo che è stato fermato dopo essere stato condannato già nel 2014. Dopo un lungo tentennamento è stato proprio l’uomo a sottolineare di fronte alle forze dell’ordine: “Sono stato io”. Il suo difensore Ercole Cavarretta ha sottolineato, come riportato online dalla Repubblica, che: “E’ un fatto molto grave. Fa male alle sue vittime, ma così fa male anche a sé stesso”. Parole importanti che ci invitano a riflettere e che ci portano inevitabilmente a provare a tirare delle conclusioni per cercare di capire come uscire da una situazione tanto delicata. Ora sicuramente l’uomo andrà a processo e visto che recidivo la pena potrebbe essere davvero molto importante. (agg. di Matteo Fantozzi)
LA PENA SOSPESA
Dovrebbe, questa volta definitivamente, essere finita l’”epopea” del palpeggiatore di Bologna: Cesarin Robert Tivadar questa mattina infatti la Squadra Mobile ha braccato e arrestato il maniaco seriale rumeno che nel 2014 seminò già il panico nella zona universitaria di Bologna e che domenica scorso invece è accusato di aver commesso aggressione e violenza sessuale contro una studentessa (se confermato sarebbe recidivo) in vicolo Santa Lucia. Il 30enne ben noto alle forze dell’ordine è stato braccato dopo il nuovo episodio di domenica scorsa: la ragazza stava tornando a casa in pieno centro storico quando è stata avvicinata, pare, da Tivadar che l’ha costretta in un angolo e ha abusato di lei. Il presunto colpevole è stato fermato nel giro di pochi giorni grazie «alle acquisizioni di immagini e a riscontri oggettivi», spiega la Procura di Bologna questa mattina in conferenza stampa. Il maniaco seriale rimase famoso 4 anni fa quando il suo identikit venne affisso in tutte l’area del bolognese: giovani, biondo e viso da bambino innocente. Fu invece scovato e catturato addirittura in Danimarca, dopo una ricerca e un’indagine andata avanti per diverse settimane.
PRESO IL PALPEGGIATORE DI BOLOGNA
Tivadar una volta arrivato in tribunale per il processo per direttissima, si scusò in più occasioni per il male procurato e grazie alla buona difesa dell’avvocato Ercole Cavarretta ottenne una pena in patteggiamento di due anni, subito sospesa perché finora incensurato. Rimase in libertà fino ad oggi, quando pare un nuovo caso di aggressione sessuale rischia di fargli passare questa volta un bel numero di anni dietro le sbarre. Fu arrestato a fine gennaio 2014 con mandato d’arresto europeo e poi fu giudicato per due sole aggressioni sessuali di un paio di settimane prima, nonostante all’inizio gli accertamenti fossero su numerosi episodi di cui era sospettato, riporta Repubblica Bologna. Chiese scusa a tutta la città ma ora di nuovo Bologna torna ad essere teatro di una simile violenza con Tivadar, di nuovo, finito in galera. Famoso anche il suo “appellativo” lanciato in quelle settimane di grosso allarme negli ambienti studenteschi della bella città universitaria: “palpeggiatore di Bologna”. Ora il maniaco non dovrebbe più nuocere, si spera..