Per sedici lunghi mesi, il nome di Don Andrea Contin, ormai ex parroco 49enne di San Lazzaro, è stato al centro della cronaca nazionale in seguito ad un grave scandalo che aveva fatto tremare la Chiesa. Contin, infatti, era stato prontamente ribattezzato come il “prete a luci rosse”, reo di aver avuto differenti amanti durante il suo sacerdozio ma non solo. Le accuse più gravi sono state quelle di lesioni volontarie aggravate, anche dall’uso di un coltello, e minacce di morte aggravate nei confronti delle donne che, dopo aver avuto una relazione sentimentale e sessuale con lui hanno deciso di raccontare tutta la verità sulle presunte perversioni dell’allora sacerdote. Rinviato a giudizio, nei giorni scorsi, come spiega Il Mattino di Padova, si è svolta l’udienza-lampo conclusasi in via definitiva con il patteggiamento a un anno di carcere (e la sospensione condizionale della pena) ed un risarcimento di 11.500 euro. L’accordo è stato raggiunto tra il pm Roberto Piccione e la difesa dell’ex parroco, rappresentata dall’avvocato Gianni Morrone. Il gup Cristina Cavaggion ha definito equo l’accordo raggiunto dal quale è stata invece estromessa la parte civile. Oggi, quindi, l’ex prete è semplicemente Andrea Contin, dopo aver abbandonato il “don” già da qualche tempo. A quanto pare l’uomo avrebbe fatto di tutto per evitare che anche il processo potesse assumere le sembianze di un caso mediatico almeno quanto le indagini a suo carico.
LE DIMISSIONI DALLO STATO CLERICALE
Secondo quanto rivelato dal Mattino di Padova, però, sarebbero già in corso trattative tra importanti testate nazionali anche televisive, per accaparrarsi un’intervista in esclusiva dell’ex don dello scandalo, Andrea Contin, ovviamente dietro lauto compenso. A quanto pare lo stesso starebbe accadendo per la ex amante 50enne, la stessa che aveva presentato denuncia in procura facendo di fatto esplodere il caso. Dallo scorso 3 marzo, Andrea Contin non è più un sacerdote, essendo stato dimesso dallo stato clericale. Questo è accaduto dopo il rifiuto del 49enne di uscire volontariamente dalla Chiesa. In riferimento alle accuse di cui anche la Curia ne era ampiamente a conoscenza, erano state due le presunte amanti che si erano presentate informando i vertici. Solo una di loro, però, aveva poi deciso di rivolgersi anche alle forze dell’ordine facendo di fatto scattare l’inchiesta dopo aver formalizzato la querela in procura. Ora però, anche alla luce del patteggiamento, la Curia non poteva far finta di nulla né tirarsi indietro.