Il giovane 27enne ucciso barbaramente sul lungomare di Rimini è stato identificato: si tratta di Makha Niang, regolare e senza alcuna implicazione nelle reti criminali della zona. Viveva con due inquilini che proprio non vedendolo arrivare l’altra notte si sono spaventati e hanno chiamato subito la Polizia per denunciare la scomparsa. Pare però che il 27enne prima di essere raggiunto da due fatali colpi di pistola, fosse anche stato menato: la vittima, come riporta il Resto del Carlino, aveva una ferita alla testa, una grossa perdita di sangue alla bocca e all’orecchio e infine anche una frattura alla gamba. Difficile dunque escludere che non vi sia stata una sorta di collocazione o almeno una caduta prima dell’omicidio a mente fredda. Makha è stato ucciso tra mezzanotte e le 2, confermando così la testimonianza dell’uomo che ha udito il duplice colpo di pistola attorno a quel lasso di tempo. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, una Volante della polizia e gli uomini della scientifica. Le indagini poi sono state affidate alla Squadra mobile e coordinate dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli; novità ulteriori non ve ne sono, specie perché il 27enne risulta incensurato e senza particolare nemici. Decisivi gli interrogatori di chi conosceva Makha che potrebbero fornire elementi utili a sbrogliare l’intricato caso di cronaca nera della città di Rimini. (agg. di Niccolò Magnani)
OMICIDIO RIMINI, C’È UN FERMO
Proseguono le indagini per scoprire chi ha ucciso il 27enne ragazzo senegalese, trovato cadavere l’altra notte a Rimini. Sulla passeggiata del lungomare degli Artisti, è stato rinvenuto il corpo di un uomo di chiare origini africane, che presentava due colpi di pistola. Stando alle ultime indiscrezioni circolanti, riportate in particolare dall’edizione online del quotidiano LaRepubblica, vi sarebbe già un fermo, anche se non sono stati rivelati altri dettagli a riguardo. In un primo momento, al ritrovamento, le forze dell’ordine e il medico legale, non avevano notato i due colpi di pistola, e solo l’autopsia condotta dal professore Giuseppe Fortuni nominato dalla Procura di Rimini, ha appunto rivelato la causa del decesso.
C’E’ UN TESTIMONE
Il giovane ragazzo senegalese era in Italia con regolare permesso di soggiorno di lavoro, e non ha alcun precedente ne tanto meno legami con il mondo dello spaccio. L’ora della morte sarebbe fra la mezzanotte e le due, fascia in cui un residente della zona dove è stato ritrovato il corpo, avrebbe appunto testimoniato di aver sentito due colpi di arma da fuoco. Il padre del ragazzo, che lavora in Svizzera, è subito rientrato in Italia, e insieme al fratello maggiore (residente a Rimini e anch’egli regolare), ha nominato un avvocato di fiducia, Massimiliano Orru’. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire l’accaduto, e capire il movente dell’assassino. Pare che il giovane stesse programmando di rientrare in Senegal.