Col passare delle ore, diventa sempre più chiara agli inquirenti delle forze dell’ordine di Trieste la dinamica dell’omicidio di Fulvio Visintin, l’anziano di 73 anni accoltellato nella giornata di Pasqua nella sua abitazione dalla consorte al termine di un violento alterco: infatti, dopo che Loredana Crasso in un primo momento aveva negato ogni responsabilità, tanto da chiamare il 118 (il marito poi non ce l’ha fatta nonostante i soccorsi) e da fornire quella che è stata una “versione di comodo”, è successivamente crollata sotto le domande degli inquirenti e ha ammesso il crimine. La dinamica dei fatti ora è stata ricostruita ma l’appartamento dei Visentin ubicato nel Rione Servola della cittadina giuliana è stato posto intanto sotto sequestro per ulteriori rilievi, nonostante la signora Crasso sia rea confessa e la polizia scientifica abbia già eseguito i rilievi del caso trovando pure l’arma che è stata utilizzata per il delitto (un coltello che è stato piantato con violenza nel petto del 73enne). (agg. di R. G. Flore)



FULVIO VISINTIN ACCOLTELLATO NEL SALOTTO

I coniugi Visintin erano appena rientrati dalla Pasqua passata festeggiando con alcuni parenti fuori Trieste quando deve essere successo qualcosa, di grave, per cui l’ennesima lite questa volta si è tramutata in strage. La moglie è stata arrestata dopo la confessione in cui – sebbene in un primo momento aveva tentato di “omettere proprie responsabilità” – ma ora si cercano elementi per confermare il movente per ora incasellato come “lite per futili motivi”.  Giunto sul posto, il personale medico ha inutilmente tentato di rianimare l’anziano, che è morto pochi minuti dopo: a quel punto è scattato il rilievo a fondo della Polizia Scientifica che è riuscita a trovare anche l’arma del delitto, un coltello, che avrebbe tenuto in mano Fulvio Visintin prima che la moglie Loredana potesse sfilarglielo e piantarlo nel cuore. Le tracce di sangue confermano il tutto e nelle prossime giornate ci saranno nuovi interrogatori per la rea confessa unica imputata dell’omicidio volontario del marito. 



SI PUÒ PARLARE DI LEGITTIMA DIFESA?

Dagli elementi che emergono su La Repubblica, dopo la confessione della moglie di Fulvio Visintin, potrebbe spalancarsi una clamorosa origine del delitto che cambierebbe non poco i fatti in fase processuale. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia in base alle parole dette da Loredana Crasso – cui andranno verificate sia l’attendibilità che le prove scientifiche dopo i rilievi scattati ieri dopo il delitto – l’anziano 73enne era seduto in salotto e impugnava sul divano un coltello da cucina. Durante l’ennesima lite tra i due coniugi, Visintin si sarebbe alzato continuando a litigare con la moglie e brandendo il coltello davanti a sé; a quel punto, la donna – come avrebbe raccontato ai poliziotti – sentendosi minacciata e presa anche lei dalla lite furibonda, ha sottratto l’arma dal marito e l’ha rivolta contro di lui. Nel giro di pochi secondi, l’ha colpito al petto con forza provocando una ferita profonda e fatale per le condizioni di Visintin già non perfette per i vari acciacchi dell’età. È morto nel giro di pochi minuti dopo che la donna aveva chiamato lei stessa il 118 sotto choc: si può dunque profilare un principio di legittima difesa? Al momento è ancora troppo presto, ovviamente, ma di sicuro se i fatti venissero confermati in sede processuale sarà materia di discussione accesa tra le parti. 



DELITTO IN CASA A TRIESTE

Il mistero sul delitto dell’anziano 73enne di Trieste è durato qualche ora: ha infatti confessato, pare, la moglie che era stata posta in stato di fermo nelle ultime ore con forti sospetti sulla sua posizione. Ha confessato Loredana Crasso, la consorte del 73enne Fulvio Visintin morto accoltellato nel suo salotto di casa: secondo gli investigatori, la donna in un primo momento ha fornito una propria ricostruzione in cui non ammetteva nessun coinvolgimento. Ma per nessuno era realmente sostenibile quanto affermato dalla donna e per questo motivo le indagini e le domande si sono fatte più stringenti fino a che alla fine la donna è “crollata” ammettendo quanto di orribile commesso. «La donna che ha dapprima fornito una ricostruzione di comodo dei fatti occorsi all’interno delle mura domestiche, apparsa da subito non sostenibile per le numerose contraddizioni fornite nel corso dei vari ascolti, messa dagli investigatori della Squadra Mobile più volte di fronte all’incalzante evidenza degli elementi oggettivi che riconducevano ad un suo netto coinvolgimento, ha infine ammesso la sua responsabilità relativa all’accoltellamento del marito», scrive la Questura di Trieste nell’annunciare la chiusura del caso scoppiato ieri pomeriggio nel rione di Servola, nell’appartamento di Via Vigneti 22/2.

IL FERMO NELLA NOTTE

Una tragedia di Pasqua, un omicidio scoppiato pare per futili motivi dopo che però da anni la situazione in casa era alquanto complesso; secondo quanto scrive la Questura di Trieste, «Nella nottata odierna (fra domenica 1 aprile e lunedì 2 aprile ndr) è stata sottoposta a fermo da parte del Sostituto Procuratore della Repubblica, C.L. (Crasso Loredana) classe 49 ritenuta responsabile dell’omicidio del marito». Il litigio è terminato nel terribile epilogo con l’accoltellamento mentre Visintin si trovava nel suo salotto. La confessione ha portato in un primo momento al fermo agli arresti domiciliai e poi ai controlli di rito nell’abitazione del delitto: «Eseguito il sopralluogo tecnico della scientifica, rinvenuta l’arma del delitto, un coltello da cucina recante ancora vistose recante tracce ematiche, l’appartamento è stato sottoposto al vincolo del sequestro», riportano ancora gli uomini della Polizia di Trieste. Al momento non vi sono dubbi sulla responsabilità effettiva della donna, su cui pesa inoltre la confessione spontanea; resta da capire il reale status del movente, ma sarà compito in fase processuale dei pm che indagano sulla tragica morta di Fulvio Visintin.