Papa Francesco ha reso omaggio oggi a don Tonino Bello, il “prete poeta”, nelle sue terre. A 25 anni dalla morte del “vescovo scomodo”, Bergoglio è andato in Puglia, prima ad Alessano, dove il parroco è nato, poi a Molfetta, dove è stato vescovo. Tante le similitudini tra il Santo Padre e don Tonino Bello: entrambi sono per una “Chiesa del grembiule”, citando un libro scritto da quest’ultimo. La Chiesa deve essere pronta a servire i poveri, non deve essere mondana, “ma per il mondo”. La Chiesa deve dunque tornare all’essenziale del Vangelo. Proprio disegnando la figura di don Tonino, il Papa ha tracciato i contorni della sua Chiesa ideale. “Non teorizzava la vicinanza ai poveri, ma a star loro vicino, come ha fatto Gesù. Non lo disturbavano le richieste, lo feriva l’indifferenza. Non temeva la mancanza di denaro, ma si preoccupava per l’incertezza del lavoro”. Un problema attuale, anche in Puglia. Non è mancato un riferimento alla Puglia, “terra meravigliosa di frontiera”. La Puglia è una “finestra aperta” da cui osservare “le povertà che incombono sulla storia”, ma anche “una finestra di speranza” perché “il Mediterraneo, storico bacino di civiltà, non sia mai un arco di guerra teso, ma un’arca di pace accogliente”. (agg. di Silvana Palazzo)



PAPA FRANCESCO: “CHIESA SIA AFFAMATA DI GESÙ”

Sono stati decine di migliaia i fedeli che oggi si sono raccolti a Cala Sant’Andrea in attesa della messa celebrata da Papa Francesco, in Puglia, patria di don Tonino Bello. Il viaggio arriva dopo i precedenti avvenuti nelle terre di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani. L’occasione è il venticinquesimo anno dalla morte di uno dei sacerdoti, scrittori e poeti considerato tra i più apprezzati della letteratura cristiana. Don Tonino predicava la “Chiesa del grembiule”, capace di servire i più poveri. Una Chiesa niente affatto “mondana, ma per il mondo”, in perfetta sintonia con la visione dello stesso Bergoglio. Quella di don Tonino, come rievocato dallo stesso Francesco, era una Chiesa che torna all’essenziale del Vangelo, “affamata di Gesù e non in attesa di ricevere, ma di prestare pronto soccorso”. Nel corso dell’omelia del Papa nel corso della messa a Molfetta, lo stesso Pontefice ha rivelato ai fedeli presenti quale era il sogno più grande di don Tonino, ovvero “una Chiesa affamata di Gesù e intollerante ad ogni mondanità, che sa scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, della sofferenza, della solitudine”. Il suo è stato inevitabilmente un messaggio che ha voluto rilanciare ai numerosi presenti ma soprattutto la strada che ha voluto indicare alla stessa Chiesa.



TAPPA AD ALESSANO, ALLA TOMBA DI DON TONINO

Ancor prima di giungere a Molfetta, dove si è tenuta oggi la messa nel ricordo di don Tonino Bello e dei suoi insegnamenti e desideri sulla Chiesa, Papa Francesco oggi ha fatto tappa nel Salento, ad Alessano. E’ questa la terra in cui don Tonino ha coltivato i suoi sogni e dove è stato sepolto. Dopo una preghiera al cospetto della tomba, Francesco ha ridisegnato il profilo del prete inattuale, un “profeta” spesso criticato proprio per le sue scelte molte volte non condivise. “Don Tonino ci richiama a non teorizzare la vicinanza ai poveri, ma a stare loro vicino, come ha fatto Gesù, che per noi, da ricco che era, si è fatto povero. Don Tonino sentiva il bisogno di imitarlo, coinvolgendosi in prima persona, fino a spossessarsi di sé”, ha ricordato Bergoglio. Non erano le richieste a disturbare don Tonino, semmai l’indifferenza. Non era la mancanza di denaro a preoccuparlo ma la mancanza di lavoro, problema ancora oggi attuale a distanza di 25 anni dalla sua morte. Don Tonino non ha mai smesso di ricordare quanto sia importante per un uomo, il lavoro, per la sua stessa dignità. Ed era sempre don Tonino, ha ricordato oggi Papa Francesco, ad aver seminato sempre la pace e promosso la giustizia, prendendosi cura dei più bisognosi.

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