Un amico di Sana Cheema, la 25enne di origini pakistane morta in patria, ha rivelato che il padre e il fratello sono stati rilasciati dalla polizia. «Dal Pakistan ci è stato detto che la vicenda è stata chiusa come morte per infarto e che il padre e il fratello di Sana sono tornati a casa». Pare che la famiglia della giovane, fino a pochi mesi fa residente a Brescia, voleva farla sposare secondo un matrimonio combinato. «In Pakistan non c’è giustizia e tutti gli abitanti del villaggio dove vive la famiglia di Sana è convinto che i familiari siano innocenti», ha aggiunto – come riportato da Il Messaggero – l’amico della ragazza, in contatto con parenti che vivono nello stesso distretto della famiglia Cheema in Pakistan. «Il padre ci faceva vedere le fotografie di quelli che potevano essere i mariti della figlia. Andava in Pakistan per organizzarle il matrimonio», ha raccontato invece il proprietario di un negozio di frutta e verdura di Brescia. Sana Cheema, secondo la madre, sarebbe stata uccisa da padre e fratello, che però ora non sarebbero più in stato di fermo nel distretto pakistano di Gujarat. Gli inquirenti italiani sono in contatto con il Pakistan per avere chiarimenti. (agg. di Silvana Palazzo)



ORRORE IN PAKISTAN: LE TRE BAMBINE STUPRATE…

Il Pakistan sta rubando le scene in questi ultimi giorni, purtroppo, per episodi raccapriccianti, al limite della follia umana. Nell’ultima settimana le notizie che sono giunte da quella parte del mondo, il sesto paese più popolato della terra, al confine fra l’India e l’Afghanistan, non le avremmo mai volute scrivere, leggere e commentare. Si è cominciato da mercoledì e giovedì, quando tre bambine, tutte comprese fra i 7 e gli 11 anni, sono state prima violentate e poi uccise dai loro aguzzini. Quindi la notizia ieri di Sana Cheema, 25enne cresciuta a Brescia, sgozzata da padre e fratello (e già questo è un qualcosa che va contro natura), perché voleva vivere all’occidentale, sposando un ragazzo italiano di cui si era innamorata. Sia chiaro, lungi da noi farne di tutta l’erba un fascio, ma è naturale il sorgere del ribrezzo di fronte a certe continue notizie provenienti appunto dal Pakistan. Al di là della cultura, della religione, degli usi e dei costumi, una donna deve essere libera di scegliere chi sposare, poi eventualmente potrà ripensarci con un divorzio o una separazione. Ed è ovviamente orrendo violentare e uccidere una bambina, che tutto dovrebbe fare a quella tenera età, tranne che venire costretta ad un atto ignobile e schifoso da parte di una persona adulta e vaccinata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SANA COME HINA

Voleva “addirittura” sposare un occidentale, scegliendo di per se. E’ stata questa la “grave colpa” che ha fatto morire Sana Cheema, 25enne ragazza pakistana con tanta voglia di vivere e di crearsi una famiglia, uccisa negli scorsi giorni dal padre e dal fratello. Era tornata al paese di origine per fare una visita, come faceva spesso e volentieri, ma in Italia non ci ha più rimesso piede. I due famigliari l’hanno sgozzata, impedendo così che si celebrasse il matrimonio fra la giovane donna e il fidanzato italiano. La madre della stessa ragazza ha denunciato il marito e il figlio, che in base a quanto riportato dall’edizione online del quotidiano IlGiorno, sarebbero ora in stato di fermo. Sana ricorda da vicino la storia di Hina Saleem, altra giovane donna che abitava sempre nel bresciano, e che l’11 agosto del 2006 venne uccisa dal padre e Mohammed e dai cognati Zahid e Khalid. Anche in quel caso, la ragazza ebbe la colpa di innamorarsi di un ragazzo italiano, un giovane di Pisogne, Giuseppe Tempini, e di vivere troppo all’occidentale, abitudini che la sua famiglia vedeva con disgusto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SGOMENTO PER QUANTO ACCADUTO A SANA

Non si placa lo sgomento suscitato in Italia per l’orrenda fine di Sana Cheema, 25enne residente a Brescia uccisa in Pakistan dal papà e dal fratello dopo aver confessato il suo amore per un ragazzo italiano e aver rifiutato un matrimonio combinato. Anche Forza Italia si unisce al coro di condanna levatosi dal mondo politico attraverso le dichiarazioni di Stefano Maulu, riportate da Il Corriere della Sera:”L’islam estremo non è compatibile con i valori e con la cultura dell’Occidente, e gli ultimi fatti di cronaca lo dimostrano chiaramente: una 25enne italiana di origini pakistane, negli scorsi giorni, è stata sgozzata dal padre e dal fratello soltanto perché voleva sposare un cittadino italiano. Dopo un fatto di tale gravità, l’integrazione degli islamici più conservatori nelle società occidentali appare più lontana che mai, un obiettivo quasi irraggiungibile. Questo episodio, al contrario, enfatizzerà ancora di più le differenze e le reciproche incompatibilità tra il mondo occidentale e la cultura islamica, rendendo ancora più complicata una piena integrazione dei musulmani più intransigenti”. Su Twitter ha stigmatizzato l’accaduto anche l’ex Presidente della Camera, Laura Boldrini:”Sana voleva sposare un ragazzo italiano.  Il padre e il fratello glielo hanno impedito, uccidendola. Un gesto  orrendo e disumano, il femminicidio del padre padrone, espressione di  una cultura oscurantista e retrograda”. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI, “IN ITALIA NON C’E’ SPAZIO PER QUESTA CULTURA”

Continuano ad arrivare reazioni anche dal mondo politico alla notizia dell’uccisione di Sana Cheema, la ragazza italiana di 25 anni sgozzata dal papà e dal fratello in Pakistan dopo aver rifiutato di il matrimonio che la famiglia aveva combinato per lei e aver confessato di essere innamorata di un ragazzo italiano. Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, su Facebook ha preso posizione, ribadendo il proprio no all’Islam, o quanto meno ad un certo tipo di musulmani. Questo il suo commento all’accaduto:”Povera ragazza, sgozzata dal padre e dal fratello perché voleva semplicemente essere libera. Quanta tristezza, quanta rabbia. In Italia nessuno spazio per chi viene a portare questa “cultura”. Una dichiarazione, quella di Salvini, che ha intercettato migliaia di likes sui social, a conferma del fatto che il tema “integrazione” sia in questa fase quanto mai sentito…(agg. di Dario D’Angelo)

IL COMMENTO DELLA LEGA

Pure la politica si esprime rispetto alla storia di Sana, la 25enne cresciuta a Brescia ma di origini pakistane, uccisa dal padre e dal fratello poiché aveva rifiutato un matrimonio combinato in quanto innamorata di un ragazzo italiano. Veemente la reazione della Lega, che attraverso Paolo Grimoldi, deputato e Segretario della Lega Lombarda, attacca: “Fa orrore la notizia che arriva dal Pakistan di una ragazza italiana, di Brescia, sgozzata dal padre e dal fratello, pure loro provenienti da Brescia, pare per aver rifiutato le solite nozze combinate che si usano in quei Paesi”. Grimoldi rincara la dose: “Di più la ragazza sarebbe stata assassinata anche perché voleva sposarsi con un italiano. Padre e fratello sono stati arrestati in Pakistan, ma la magistratura italiana deve fare chiarezza su questo episodio che coinvolge purtroppo una ragazza italiana, che a Brescia aveva studiato e lavorava, un tragico episodio che richiama alla memoria la vicenda analoga di Hina, sgozzata nel 2006 sempre nel bresciano sempre dal padre e dal fratello pakistani e sempre per la medesima ragione, essersi innamorata di un ragazzo italiano e cristiano”. Grimoldi continua:”Fosse vero sarebbe la conferma che in 12 anni l’Islam in Italia non ha fatto progressi, non è diventato più moderato e conciliante ma è rimasto su posizioni estreme che non si possono conciliare con il nostro modo di vivere e rendono impossibile un’integrazione che non diventi sottomissioni da parte nostra”. (agg. di Dario D’Angelo)

IL RIFIUTO ALLE NOZZE COMBINATE

Giunge dal Pakistan una nuova triste storia con protagonista un femminicidio. Una vicenda resa ancora più assurda dal fatto che, ad ammazzare la donna, una ragazza di appena 25 anni, siano stati il padre e il fratello. La povera Sana, così si chiamava la vittima, era cresciuta a Brescia, aveva frequentato gli studi, si era inserita molto bene nella zona in cui abitava, completamente diversa rispetto al paese d’origine. La donna aveva quindi trovato un lavoro a Milano, e qui aveva conosciuto quello che riteneva essere l’uomo della sua vita, un ragazzo che avrebbe voluto sposare. Per sua sfortuna, però, un giorno di due mesi fa decise di rientrare in Pakistan, a Gujrat dove era nata, una cosa che faceva spesso e volentieri. Qui, molto probabilmente ha raccontato le intenzioni al padre e al fratello, che l’hanno quindi uccisa. Impossibile per loro dare sfogo alle volontà di Sana, visto che il promesso sposo, secondo la tradizione pakistana, deve essere deciso dai famigliari. Brescia sotto shock per quella ragazza bella e con tanta voglia di vivere, che purtroppo ci ha lasciati per una tradizione assurda. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

UCCISA DA PADRE E FRATELLO

In Pakistan, la 25enne Sana Cheema, era tornata soltanto per riabbracciare i suoi familiari. A quel mondo nulla più la legava: si sentiva occidentale a tutti gli effetti, dopo aver vissuto tanti anni a Brescia. Per questo motivo, quando il padre le ha detto che per le era già pronto un matrimonio combinato, come si usa da quelle parti, Sana ha deciso di ribellarsi, di dire di no a quella soluzione. Ha pensato addirittura di confidare ai suoi genitori che lei un amore lo aveva già: un ragazzo italiano, un occidentale, e forse ha sperato pure che la capissero. Così, purtroppo, non è stato. Sana Cheema, come riferisce Il Giornale di Brescia, è stata sgozzata per aver “infangato” l’onore della famiglia. E fa specie pensare che ad ucciderla sia stato, oltre che il padre, anche il fratello, che come lei aveva svolto le scuole in Italia e adesso lavorava in una autoscuola di Brescia. (agg. di Dario D’Angelo) 

GIOVANE PAKISTANA SGOZZATA

Una giovane ragazza pakistana è stata uccisa perché “colpevole” di essersi innamorata di un italiano. E’ accaduto nelle scorse ore a Gujrat, la città del Pakistan dove Sana Cheema (così si chiamava la 25enne ammazzata), era nata. La ragazza, cresciuta a Brescia, aveva scelto di sposarsi con un uomo italiano di cui si era innamorata, ma il padre e il fratello non gliel’hanno concesso. I due hanno deciso di ucciderla, sgozzandola, prima che commettesse quello che per loro sarebbe stato un crimine impagabile. Le autorità giudiziarie locali hanno subito arrestato i due uomini, che si trovano attualmente in carcere. Tutti e tre vivevano fino a poco tempo in Lombardia, a Brescia, poi i due si erano spostati in Germania in cerca di un futuro migliore, ed erano quindi rientrati nel paese d’origine.

SANA COME HINA

Sana era invece rimasta in Italia, aveva deciso di completare gli studi a Brescia, e poi aveva trovato lavoro come commessa presso un’attività commerciale di via Milano. Come scrive l’edizione online de La Stampa, la giovane ragazza era bella, solare e con tanta voglia di vivere. Peccato però che questo eccesso di accidentalità abbia fatto andare fuori di testa il fratello e il padre: in Pakistan vige infatti la regola ferrea che il promesso sposo viene scelto dai parenti. Un episodio, quello di Sana, che ha ricordato da vicino quanto accaduto più di dieci anni fa, nell’agosto del 2006, a Sarezzo, sempre nel bresciano. All’epoca fu uccisa Hina Saleem, una ventenne pakistana colpevole di avere un fidanzato italiano e di vestire troppo all’occidentale. Li chiamano delitti d’onore, e ogni anno più di mille donne muoiono in Pakistan per questo motivo.