Dopo il caso di bullismo ai danni del prof in quel di Lucca, il ragazzino è stato intervistato da Le Iene. “Mi sento una persona un po’ di m… – confessa il ragazzo, che viene mostrato con il volto oscurato e la voce modificata – perché ho fatto delle cose che se ci penso ora non rifarei. Ho capito i miei errori. E’ già da un po’ che li ho capiti e sinceramente più che scusarmi… Sono andato a chiedere scusa alla vicepreside e sono stato un’ora e mezza a parlare. Ho provato anche a chiedere scusa al professore, ma non mi ha nemmeno voluto parlare”. Il ragazzino confessa di avere sbagliato e di essere consapevole del gesto ma di contro, evidenza che per il mondo circostante appare come un assassino: “Ogni due minuti sui social avevo uno che mi minacciava, ogni due minuti. Minacce pesanti: “Ti sfondo la testa”; “Vieni a Lucca che ti si ammazza”; “Fai il grosso a Lucca che ti si accoltella”. Per lui anche telefonate anonime e non solo da adolescenti. Per lui poi, con gli occhi gonfi di lacrime anche la conclusione: “Rivedendomi mi sono sentito una nullità, sono stato un co… Ma lo facevamo tutti i giorni, banchini che volavano, urli. Era quasi tutta la classe! Ci siamo approfittati di questo professore”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



BULLISMO A SCUOLA, DA LUCCA A LECCE

Bullismo a scuola: da Lucca a Lecce, continuano i casi da Nord a Sud. Non si parla d’altro in Italia, quindi Le Iene si è occupato nello specifico dell’episodio che ha visto protagonista l’istituto tecnico commerciale “Carrara” di Lucca. L’inviato Andrea Agresti ha intervistato uno dei ragazzi protagonisti degli episodi di bullismo ai danni di un insegnante. «Si potrebbe star meglio…», esordisce il ragazzo quando la Iena gli chiede come sta. «Diciamo che l’insegnante è stato inefficace», il commento del preside della scuola di Lucca, che anziché entrare nel merito ha evidenziato il «danno di immagine alla scuola». Il ragazzo comunque ha ammesso le sue responsabilità: «Ho fatto una c… grossa. Mi sento una persona di m… Ho fatto delle cose che non rifarei. Ho provato a chiedere scusa al professore, ma non mi ha voluto parlare. Ho sbagliato, ma ora la gente mi tratta come se ho ucciso qualcuno. Ora ricevo minacce di morte sui social. Uno mi ha chiamato pure. I miei genitori sono molto preoccupati». Il ragazzo ha proseguito con la sua confessione: «Quando mi sono rivisto mi sono sentito una nullità. Ho l’aria da bullo, ma non lo sono. Io sono il primo a dire che sono stato un c… Mi vergogno anche. Potessi tornare indietro non mi passerebbe per la testa di fare quella cosa, mi sono sentito male». Poi ha parlato della situazione in classe: «Si faceva casino un po’ con tutti, ma a quei livelli solo con lui perché non si faceva rispettare e noi ne abbiamo approfittato. Il rispetto non l’abbiamo mai avuto in classe. Succedeva quotidianamente dall’inizio della scuola». Poi ha spiegato il suo malessere: «Ho capito un po’ tardi che ho sbagliato scuola, ma non potevo cambiare e quindi sapendo che ero bocciato… Io ho visto i miei genitori a pezzi. Brutto vederli distrutti per una tua c… Non l’ho fatto per fare il bullo. Sono stato denunciato e ora avrò anche un processo». Clicca qui per il video dell’intervista. (agg. di Silvana Palazzo)



LECCE, INDAGINI SUI RESPONSABILI

Il carattere forse eccessivamente introverso non ha permesso al 17enne salentino di ribellarsi di fronte a quei continui episodi di bullismo di cui da mesi ormai era vittima. E così, per poter andare avanti nelle sue giornate a scuola, dove era stato preso di mira da alcuni suoi compagni, il giovane aveva cercato di minimizzare anche di fronte all’evidenza dei fatti. Non solo lividi causati da calci e qualche schiaffo ma anche vessazioni, come la maglietta trasformata in “cancellino”. Sono appena 14 i secondi che immortalano, in un video, le violenze e le umiliazioni perpetrate nei suoi confronti per troppo tempo e nel quale si vedono solo vittima ed aggressore. Ma ci sarebbero anche altri responsabili dietro questa triste vicenda, l’ennesima all’insegna del bullismo a scuola, a partire da quella voce fuori campo, forse di colui che con cellulare alla mano sta registrando tutto senza intervenire in difesa del compagno 17enne. “Non è ancora chiaro quanti partecipassero alle vessazioni. Sarà il lavoro della Procura a cercare di fare chiarezza”, ha commentato l’avvocato dei genitori del ragazzino. A commentare il fenomeno del bullismo, come spiega Repubblica.it, è stato anche il capo della polizia, Franco Gabrielli, che ha definito i bulli ragazzi “omologati” che credono di avere la verità in tasca. “Il bullismo è una forma di omologazione. Ci sono persone che si ritengono depositarie di un modo di essere e lo applicano in maniera prevaricante nei confronti di altri soggetti più deboli”, ha commentato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA VITTIMA HA SEMPRE MINIMIZZATO

La violenza e l’umiliazione hanno caratterizzato buona parte della storia che arriva da Lecce, dove un giovane studente minorenne di appena 17 anni, dallo scorso settembre ad oggi sarebbe stato vittima di bullismo a scuola da parte dei suoi stessi compagni di classe. Il giovane avrebbe minimizzato fino alla fine quello che accadeva nelle aule scolastiche dove, alcuni suoi “amici” oltre a prenderlo a calci lo umiliavano utilizzando la maglia del 17enne come se fosse un cassino, per la pulizia delle lavagne. Le aggressioni venivano filmate e messe online, come accaduto per l’ultimo video finito nella chat della madre della vittima, che dopo aver avuto la conferma del figlio ha deciso di presentare un esposto in procura. Sarà quest’ultima, ora, a fare luce su quanto accaduto e a stabilire quanti sarebbero gli allievi coinvolti nella triste vicenda. Il video le sarebbe stato inviato da un amico del 17enne, intenzionato ad aiutare il giovane vittima di bullismo. Anche in quell’occasione il 17enne ha cercato di minimizzare con la madre. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

L’AVVOCATO: “SOLIDARIETÀ E INTERVENTO DELLA SCUOLA”

Calci, umiliazioni varie ed offese varie: tutto è stato registrato in un video allegato alla denuncia presentata dall’avvocato della famiglia di un 17enne dell’hinterland leccese, vittima di bullismo in una scuola nel cuore del Salento. Secondo i genitori della vittima, il 17enne avrebbe subito soprusi sin dall’inizio dell’anno scolastico, quindi dallo scorso settembre. Tutto sarebbe stato scoperto dalla madre del 17enne che ha ricevuto il video in oggetto in chat, prima di ricevere la conferma da parte dello stesso figlio. Come spiega l’agenzia di stampa Ansa, il legale avrebbe preferito non riferire il nome della scuola teatro del nuovo atto di bullismo. Dalle indiscrezioni trapelate, però, si tratterebbe di un istituto professionale. Il 17enne non avrebbe subito solo aggressioni fisiche (i segni sul suo corpo sarebbero sempre stati minimizzati), ma anche umiliazioni e vessazioni psicologiche. L’avvocato Giovanni Montagna ha aggiunto: “Nonostante la riservatezza della vicenda, che riguarda minori abbiamo registrato una vasta solidarietà e un tempestivo intervento della scuola, dopo la nostra denuncia. Ci hanno assicurato che interverranno, aspettando di chiarire coinvolgimenti e responsabilità”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

COMPAGNI USAVANO MAGLIETTA PER PULIRE LA LAVAGNA

Nuovo caso di bullismo nelle scuole, questa volta a Lecce, capoluogo salentino, a scapito di un ragazzino di 17 anni. Quest’ultimo, stando a quanto emerso da un esposto presentato in procura dal legale della famiglia del minorenne, avvocato Giovanni Montagna, per diversi mesi sarebbe stato vittima di violenza da parte di alcuni compagni di classe. Alla denuncia, come spiega Repubblica.it, è stato allegato anche un video che riprende gli atti di violenza a cui il ragazzino è stato sottoposto. Proprio la visione del video in cui immortalava il 17enne in un angolo con una sedia, ha portato i genitori della vittima a comprendere la presenza dei lividi sul corpo del figlio, fino a qual momento inspiegabili. A scapito del ragazzino preso di mira, non solo aggressioni fisiche ma anche pesanti umiliazioni, come la maglietta usata per pulire la lavagna in classe. Ora, al vaglio degli inquirenti che indagano al caso, il numero esatto dei partecipanti all’aggressione ripresa dal video in cui di vedono due ragazzi. “Sicuro che stai registrando?”, si assicura il primo. “Sì”, replica l’altro prima di aggiungere, in dialetto leccese: “Così lo mettiamo a posto proprio”. “Ma a tutto io devo pensare?”, a conclusione del dialogo surreale ora sotto la lente di ingrandimento della procura di Lecce. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

NUOVO CASO DI BULLISMO A LECCE

Purtroppo sembra proprio la “moda” del momento il bullismo: ma su questo la “colpa” è nostra, della stampa, che pare “svegliarsi” solo ora con i problemi presenti da anni nelle scuole dello Stivale. Ora Lecce, dopo i casi orrendi di Lucca e Roma, e rimettono al centro il problema gravissimo delle aggressioni in classe con tanto di “filmati” in live-smartphone: se però nei giorni scorsi erano stati i professori protagonisti delle angherie degli alunni ora si “ritorna all’origine” con atti di bullismo contro gli stessi compagni di classe. Il video circolato negli ultimi giorni e pubblicato dal Quotidiano di Lecce mostra un 17enne aggredito, umiliato e preso a calci nella sua stessa classe: le angherie però che si vedono nel video non sono certo una novità, pare, visto che da mesi continuano le prese in giro e gli attacchi “lievi” al giovanissimo dell’hinterland di Lecce. Il video però ha aumentato la visibilità del triste caso, con le chat WhatsApp della classe che hanno condiviso le immagini dove viene bullizzato e che sono finite sui social di mezza Puglia, specie in questi giorni dove i casi di “bulli” sono finite in prima pagina di tutta Italia.

L’ESPOSTO DELL’AVVOCATO

La famiglia ha fatto subito denuncia e l’avvocato Giovanni Montagna ha presentato un esposto in Procura: «E’ un ragazzo molto introverso, chiuso ma che ha sempre avuto un brillante rendimento scolastico. Da settembre, da quando sarebbero iniziati questi episodi, invece è calato notevolmente». Nel video, oltre ai calci e agli spintoni, gli veniva tolto la maglietta e veniva usata come cancellino sulla lavagna: continue umiliazioni quando i prof non erano in classe e durante i pomeriggi dopo la scuola. Fino allo scorso 7 aprile il ragazzino aveva negato ogni tipo di problema con la famiglia, ma dopo il video diffuso su WhatsApp non ha più potuto “nascondere” l’umiliazione subita e ha vuotato il sacco. La minaccia con una sedia e i calci hanno fatto scoccare l’ultima goccia: la denuncia è partita con la mamma che ha chiesto spiegazioni alla scuola, mentre il 17enne continua a voler minimizzare mentre però gli inquirenti hanno iniziato a valutare responsabilità e autori. «Non è ancora chiaro quanti partecipassero alle vessazioni. Sarà il lavoro della Procura a dover cercare di fare chiarezza», conclude l’avvocato che ha esposto la denuncia alla Procura di Lecce.