Ieri avevamo raccontato del fatale e tragico retroscena sul maxi incidente che nella notte tra sabato e domenica a Marina di Carrara, con i tre giovani italiani che avevano dato un passaggio a due inglesi che avevano conosciuto in un locale toscano. Oggi emergono altri dettagli, tra cui soprattutto il messaggio struggente apparso su Facebook dell’unico sopravvissuto alla strage del sabato sera carrarese. Si chiama Stefano Bozzini e con gli amici Marco Crea (l’autista) e la 19enne Irene Bellulovich avevano appena dato un passaggio ai due giovani inglesi (Oliver Kemp di 35 anni e Thomas Haycock di 29) quando forse per l’alta velocità, forse per una tragica fatalità, si sono schiantati con l’auto contro una cancellata dopo una breve carambola impazzita in mezzo alla strada a seguito dello sbandamento. «Sono  a casa praticamente indenne, e le persone in macchina con me non ci sono più. Non so nemmeno come reagire, so solo che non doveva andare così. Nessuno meritava tutto questo. Spero solo che quando sarete lassù sappiate proteggere tutte le persone a voi care nei momenti difficili», scrive l’unico che si è salvato perché aveva la cintura di sicurezza (pare che gli altri 4 invece non l’avevano) e “coperto” dai corpi degli altri giovani che lo hanno di fatto incredibilmente escluso da gravi conseguenze.



L’AIUTO CHIESTO AD UNA ROULOTTE

«Rimarrete sempre nel mio cuore. Dico grazie a chi comanda in questo mondo per essere ancora qui, ma non mi capacito della morte di due miei carissimi amici e due sconosciuti. Riposate in pace ve lo meritate», conclude Stefano nel breve messaggio struggente sui social. Sotto choc le famiglie delle vittime e compito difficile anche per gli inquirenti visto che Bozzini è ancora impossibilitato a raccontare quali attimi terribili perché evocano incubi e momenti di “confusione” che andranno chiariti solo tra qualche giorno. Nel frattempo, un testimone ha raccontato che negli attimi appena dopo l’incidente fragoroso, proprio Stefano ha bussato alla porta della sua roulotte (è un venditore ambulante di fiori, ndr) per chiedergli aiuto: «È venuto un ragazzo, a petto nudo, davanti alla mia roulotte. Mi ha detto: ‘dammi un po’ d’acqua, dammi una sigaretta. Sono morti tutti e quattro». Tremava, era da solo e spaventato: tanto quel testimone quanto lo stesso Stefano quella tragica notte faranno davvero fatica a dimenticarla.

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