Il giorno dopo e immaginiamo anche i “mesi dopo” il fatto di Torino le polemiche non cesseranno: la registrazione di figli di due mamme farà da apripista alle future amministrazioni locali, a meno che la legge non chiarisca i vari punti lasciati “confusi” per cui il sindaco di Torino Chiara Appendino ha deciso bene di “sfondarli” per «il bene della comunità». Ma è davvero un bene? La domanda resta, le critiche su più fronti arrivano come le strenue difese degli attivisti LGBTQ e non solo: sul Fatto Quotidiano oggi il filosofo e commentatore Diego Fusaro si interroga sulla possibilità di un’azione distruttiva per la famiglia italiana dopo una “prima volta” del genere all’anagrafe di Torino. «Scritto un pezzo di storia? Sì, un pezzo della storia della distruzione della famiglia e del trionfo della nuova ingegneria del capitalismo integrale. Si tratta di un ulteriore momento di una logica spietata, che si sta realizzando con solerte continuità sotto i nostri occhi», spiega il giovane filosofo ex renziano. In conclusione, per Fusaro «il capitalismo globalista non accetta norme ed etica, padri e madri, cittadini e cittadine: vuole vedere ovunque consumatori unisex, cosmopoliti e sradicati, postfamiliari e postnazionali. Nel regno del capitale assoluto, tutto è me
DE MAGISTRIS: “A NAPOLI GIÀ FATTO”
Una giornata a suo modo storica per l’ordinamento italiano e che pure ha innescato una piccola dose di campanilismo tra primi cittadini. La registrazione all’anagrafe del Comune di Torino, da parte della sindaca Chiara Appendino, dei figli di alcune coppie omogenitoriali sta ricevendo molti plausi ma ha portato il suo omologo napoletano, Luigi De Magistris, a una piccola precisazione. Infatti, commentando la notizia, il sindaco della metropoli partenopea ha spiegato che forse la Appendino parlava del primo caso al Nord, dato che il suo Comune aveva riconosciuto all’anagrafe il piccolo Ruben, figlio di una coppia composta da due donne. “Se guardiamo al Paese e non solo al nord, la prima volta è successo a Napoli che è parte integrante dell’Italia”. Insomma, una piccola punzecchiatura che evidentemente ricorda una vicenda che sta molto a cuore a De Magistris, dato che in quella “mi è costato un procedimento civile e una denuncia penale ma nonostante tutto superammo gli ostacoli di una vicenda molto complicata”. Il piccolo infatti era nato in Spagna e non poteva rientrare in Italia assieme alle due madri e così il primo cittadino di Napoli risolse l vicenda trascrivendo nel registro comunale dell’anagrafe il nome di Ruben prima che l’atto venisse annullato dal Prefetto: solamente un ricorso delle due donne e dell’amministrazione comunale portò al felice esito della querelle. (agg. R. G. Flore)
IL LEGALE DELLA COPPIA, “CORRETTA APPLICAZIONE DEL DIRITTO”
Secondo il legale della coppia di mamme che oggi a Torino hanno immesso la firma sul riconoscimento del bimbo come figlio di entrambe le mamme, la procedura è corretta e non va contro l’ordinamento italiano. Intervistato dal Piccolo, l’avvocato Alexander Schuster ha spiegato come «L’elemento di novità è che non si tratta di una trascrizione di atti stranieri perché questi bambini sono nati in Italia». Non solo, secondo l’avvocato la scelta del sindaco Appendino va nella giusta direzione, «il nostro ordinamento giuridico conosce i principi fondamentali in materia di tutela del bambino che si applicano senza discriminazione anche a due padri o a due madri. Una buona prassi ancorata nel diritto italiano che spero influenzerà anche la prassi di altri comuni italiani». Sono invece piene di gioia le due mamme Micaela Ghisleri e la consigliera Pd a Torino Chiara Foglietta: in un’altro passaggio della loro intervista al Corriere della Sera, spiegano come «Abbiamo aperto una strada importante per tutte le coppie che si trovano nella nostra stessa situazione». Secondo una delle prime coppie lesbiche che registrano il figlio all’anagrafe, con la scelta fatta oggi «abbiamo dato coraggio a quelle donne che non hanno più intenzione di dichiarare il falso.Oggi piangiamo di gioia per la seconda volta da quando sei venuto al mondo. Benvenuto Niccolò». (agg. di Niccolò Magnani)
TORINO, FIGLIO DI DUE MADRI REGISTRATO ALL’ANAGRAFE
Per la prima volta in Italia, l’anagrafe di un Comune ha registrato gli atti di nascita dei bambini figli di coppie composte da due genitori dello stesso sesso: si tratta di una decisione storica che ha visto la sindaca di Torino, Chiara Appendino, trascrivere i suddetti certificati all’ufficio Stato Civile, tenendo fede a quanto aveva annunciato la scorsa settimana a proposito della possibilità che i tre bimbi potessero essere i primi a risultare figli di una coppia omogenitoriale. A esultare, per una volta tanto, è uno schieramento di forze politiche trasversali ai diversi partiti e anche le associazioni che da tempo si battono affinché, a differenza del passato, le coppie omogenitoriali non debbano più dichiarare il falso per portare a termine la registrazione presso gli uffici dei vari Comuni. Come è noto, i tre bimbi sono nati all’estero da due coppie, una composta da due donne appunto e l’altra da due uomini (che hanno registrato due gemellini). Nel primo caso, una delle più accese sostenitrici di quella che ha definito “una scelta epocale” è una consigliera del PDtorinese, Chiara Foglietta, presente oggi in Comune assieme alla compagna Micaela Ghisleni.“Dobbiamo ringraziare la sindaca Appendino e tutti coloro che hanno combattuto per il riconoscimento di un diritto che dovrebbe valere per tutti” ha detto la Foglietta, che nei giorni scorsi aveva sollecitato la sindaca pentastellata sul tema, nonostante in Italia esista un vuoto normativo in materia.
LA SINDACA APPENDINO, “GESTO FORTE, MA L’ITALIA NON E’ PRONTA”
Insomma, la trascrizione degli atti di nascita dei tre bambini da parte dell’Appendino potrebbe aprire in tutta Italia una svolta dopo anni di lotte da parte delle associazioni Lgbt e, anzi, come nel caso della stessa coppia formata dalla Foglietta e dalla Ghisleni, potrebbe esserci anche il riconoscimento del doppio cognome: le due donne hanno infatti presentato una richiesta al tribunale affinché loro figlio possa avere il doppio cognome che, a loro dire, non è affatto un privilegio ma “un riconoscimento di uguaglianza”. Alla registrazione, che ha avuto un alto valore simbolico, questa mattina era presente anche l’assessore alla Famiglia oltre alla sindaca di Torino, ribadendo che si tratta sì di un fatto storico ma che pure cerca di trovare una soluzione che sia compatibile con quella che è la normativa vigente nel nostro Paese: “Comunque la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l’auspicio di aprire un dibattito in Italia” ha concluso l’assessore. Ugualmente soddisfatta è la sindaca Appendino che ha consegnato a un post su Facebook i suoi pensieri: “Oggi la famiglia di Maria e Anna e il piccolo Giorgio, quella di Piero e Francesco e i piccoli Gabriel e Sebastian e quella di Chiara e Micaela e il piccolo Niccolò Pietro sono state riconosciute nella loro interezza dalla Città di Torino” ha scritto, spiegando che anche se “a livello di legislazione l’Italia non è ancora pronta a questo passo”, la sua giunta ha deciso di compiere un gesto forte e superando vari ostacoli. “Oggi è una di quelle giornate per cui vale davvero la pena ogni goccia di energia spesa per fare politica” ha concluso.