Il sospetto bosniaco arrestato sull’A34 non ha risposto al gip dopo i primi interrogatori tenuti in Procura a Gorizia: è un trafficante di armi e doveva consegnarle a Barcellona, ma il “perché”, il “per come” e il “per chi” sono ancora un pieno mistero per gli inquirenti che intanto hanno confermato il fermo nel carcere goriziano. Come riporta il Piccolo, l’uomo a bordo di un’auto noleggiata in Svizzera è stato braccato appena varcato il valico di Gorizia-Sant’Andrea, al confine con la Slovenia poco prima dello svincolo di Gradisca d’Isonzo. I militari si sono insospettiti per la profondo incongruità delle dichiarazioni fornite dal bosniaco sulle domande circa il viaggio e la meta finale. L’uomo è stato arrestato per i reati di porto detenzione e trasporto di armi clandestine da guerra ma ora si attendono novità eventuali dalle indagini avviate all’interno del protocollo terrorismo attivato stamattina con il supporto dell’Interpol. Nella seconda perquisizione più approfondita dell’auto sono state trovati anche 1 caricatore per pistola Beretta 92 FS; 6 caricatori per pistola mitragliatrice Skorpio; 2 silenziatori artigianali privi di matricola; 20 proiettili 7,65 Sb; 2 pistole Beretta 92 Fs.
ATTIVATO PROTOCOLLO TERRORISMO
È stato attivato il protocollo Interpol sul terrorismo, non escludendo così nessuna ipotesi dietro al sequestro delle armi da guerra nell’auto noleggiata in svizzera dal 52enne bosniaco: mentre erano in corso gli interrogatori al Comando Provinciale dei Carabinieri di Gorizia, la sua Peugeot è stata messa a soqquadro per cercare altri indizi utili a risolvere il mistero. E – riporta il Gazzettino – sono state trovate altre armi ancora: al posto della ruota di scorta e sotto il sedile posteriore v’erano infatti altre armi sempre da guerra con matricola abrasa, tutte in perfetto stato e “pronte all’uso”. Le accuse contro il sospetto trafficante di armi diventano sempre più gravi mentre si cerca di capire perché fosse diretto a Barcellona e soprattutto a fare cosa: «Sequestrati anche due telefoni cellulari e uno scontrino fiscale rilasciato da un locale di Lubiana dove, sul retro, era scritta la destinazione del viaggio e delle armi: dalla Slovenia alla Spagna, esattamente la città di Barcellona», scrivono i colleghi del Gazzettino. Il gip intanto ha confermato e convalidato l’arresto con la misura cautelare che da oggi vede il bosniaco nel carcere di Gorizia.
TROVATO ARSENALE IN AUTO
L’allarme terrorismo non si placa anche in Italia e in uno dei tantissimi controlli in atto in tutto il Paese è stato individuato e fermato un sospetto cittadino bosniaco di 52 anni alla guida di un’auto nei pressi di Gorizia sull’A34. I carabinieri lo hanno fermato e nel baule hanno “scoperto” un quantitativo di armi da guerra da far impallidire un commando omicida: all’interno del protocollo di massima sicurezza adottato ormai da mesi dall’Interpol, i militari sono riusciti a fermare e arrestare per allarme terrorismo e detenzione illegale di armi il sospetto bosniaco che al momento non ha fornito indicazioni sui motivi per cui aveva nel baule così tante armi da guerra e munizioni. Si trovava sul tratto fra Villesse e Gorizia e con la sua Peugeot 206 targata svizzera era diretto in Spagna, precisamente a Barcellona, spiega l’Ansa. La lista delle armi rese note dalle autorità è impressionante: 6 fucili mitragliatori Kalashnikov, due pistole mitragliatrici Skorpio, un fucile a pompa, gruppo ottico per fucili di precisione, carabina calibro 22 e ovviamente caricatori e munizionamento specifico.
IL 52ENNE ERA DIRETTO VERSO BARCELLONA
Insomma un vero e proprio arsenale diretto tutto verso la Spagna per ancora non ben precisati motivi: l’uomo non ha detto alcuna parola agli inquirenti ma la direzione dell’auto e alcuni indizi trovati all’interno hanno fatto capire ai carabinieri che la Catalogna fosse il reale obiettivo del bosniaco che avrebbe a quel punto venduto e lasciato le sue armi a non si sa quale gruppo criminale o terroristico. Potrebbe anche riguardare un “mero” fatto di criminalità organizzata e locale, come invece una base di armi per eventuali prossimi attacchi terroristici. In questo mese non è la prima volta che un’auto sospetta viene fermata per pericoli legati al terrorismo internazionale: lo scorso 13 aprile infatti un furgone con due chili di tritolo a bordo è stato fermato al confine con la Francia sul traforo del Monte Bianco mentre stava per entrare in Italia. A bordo era tutti bosniaci, come il van del resto, e sono stati arrestati subito per controlli: il 56enne alla guida è stato trattenuto anche perché dietro nel baule sono stati trovati anche due detonatori. Pare non vi fossero poi legami comprovati con il terrorismo e il caso sia stato derubricato come “malavita” o “mafia”, ma i controlli restano in altissima priorità in tutta Europa, purtroppo Italia compresa visto che la minaccia è lanciata anche verso il nostro Paese.