Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel giorno della Liberazione del nostro Paese ha ampiamente parlato da Casoli, in Abruzzo, dove nel 1943 si aprirono “i sentieri della libertà” e dove combatté la Brigata Maiella. Il Capo dello Stato ha ricordato come il valore assoluto della giornata odierna è l’unità d’Italia ritrovata, festa nazionale che oggi festeggiamo solo grazie alla Resistenza i cui primi nuclei, come ha ricordato lo stesso Mattarella, erano formati da “intellettuali, contadini e pastori, militari tornati dal fronte, carabinieri. C’erano antifascisti di lungo corso ed ex militanti fascisti, che si sentivano delusi e traditi. C’era tanta gente semplice, decisa a difendere il proprio territorio dai saccheggi e dalle prepotenze. La riconquista della libertà e dell’onore ne costituiva l’elemento unificante”. Le sue parole arrivano nel giorno in cui altrove, però, va in scena la divisione, come rivela Rainews, da Roma a Firenze. Se nel primo caso la comunità ebraica non ha preso parte al corteo del 25 aprile organizzato dall’Anpi, perché la comunità palestinese ha portato in piazza i propri simboli e slogan, a Firenze sono avvenuti 4 arresti tra manifestanti antagonisti. Anche a Milano non sono mancate le proteste a Israele durante un corteo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PARTIGIANI CRISTIANI: “FESTA E RESISTENZA INCLUSIVE”
Nel giorno della Liberazione di tutta l’Italia dalla minaccia nazifascista, è interessante vedere una voce diversa dal solito (non ce ne vogliano Anpi, Cgil e compagnia): come ha detto Mattarella davanti all’Altare della Patria, i valori della Resistenza sono patrimonio di tutti gli italiani, dunque anche dei partigiani cristiani che in più occasioni nel passato della Guerra Civile non ebbero tutta questa “accoglienza” da parte dei colleghi “rossi”. «La Resistenza va concepita come un mosaico di vari gruppi e formazioni partigiane, dove i cattolici furono più numerosi di quanto in realtà si pensa», ha spiegato Maurizio Gentilini, segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani Italiani. Anche i cattolici parteciparono alla lotta di Liberazione con un contributo da non sottovalutare o mettere “in gerarchia minore” rispetto alla guerra dei comunisti e socialisti. «enorme numero di chi, tra i cattolici, partecipò alla resistenza sociale e civile, quindi nella quotidiana disobbedienza all’occupante. In particolare il ruolo dei cattolici si espresse nel supporto logistico, in quella che viene spesso chiamata la resistenza senza fucile», spiega ancora Gentilini. Anche preti e religiosi contribuirono notevolmente alla Liberazione con molti prelati coraggiosi – come mons. Placido Nicolini, vescovo di Assisi e il cardinale Elia Dalla Costa, arcivescovo di Firenze. Ci fu infatti una vera e propria rete che arrivò a coordinare gli aiuti e il supporto alla Resistenza – anche a quella combattente – attraverso parrocchie, canoniche e realtà religiose», conclude il segretario di Partigiani Cristiani in una lunga intervista su Vatican News.
“RESISTENZA LOTTA DI CIVILTÀ”, E SALUTA NAPOLITANO
Il Capo dello Stato davanti all’Altare della Patria ha voluto ricordare il suo predecessore Giorgio Napolitano colpito nelle ultime ore da una grave forma di dissecazione aortica che lo ha portato al ricovero d’urgenza al San Camillo di Roma (ora è fuori pericolo): «un pensiero speciale al Presidente Emerito Napolitano e ad una sua pronta guarigione», ha detto Mattarella, sostenuto dal premier uscente Paolo Gentiloni che ha invece scritto su Twitter «Fu il giorno del riscatto dell’Italia. E’ dovere di tutti ricordare chi ha combattuto per la nostra libertà contro gli orrori della dittatura. Un pensiero speciale oggi a Giorgio Napolitano, protagonista della Repubblica. Forza Presidente!». Poco prima, il Presidente della Repubblica era tornato sulla Festa della Liberazione per ricordare la lotta di civiltà che ha rappresentato la resistenza. «Non era, quella fascista la Patria che aveva meritato il sacrificio eroico di tanti soldati italiani. La Patria, che rinasceva dalle ceneri della guerra, si ricollegava direttamente al Risorgimento, ai suoi ideali di libertà, umanità, civiltà e fratellanza. Non fu, dunque, per caso, che gli uomini della brigata Maiella scelsero per se stessi la denominazione di patrioti. La stessa dei giovani che andavano a morire in nome dell’Unità d’Italia». (agg. di Niccolò Magnani)
“RICORDIAMO I VALORI DELLA RESISTENZA”
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato il via alle celebrazioni per il 25 aprile: oggi è il 73° anniversario della Festa della Liberazione. Alla vigilia il capo dello Stato ha richiamato l’attenzione sui valori della Resistenza che vanno ricordati perché in molti Paesi sembrano «attenuarsi gli anticorpi» alla violenza, e affiorano «rigurgiti di autoritarismo, di negazionismi, di indifferenza rispetto ai fondamentali diritti della persona, di antisemitismo». E allora Mattarella invita a guardare con «ammirazione e riconoscenza all’eroismo, al coraggio, alla tenacia e all’operosità di quell’Italia che ha saputo ricostruire e offrire alle nuove generazioni una patria libera e pacificata». Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è invece intervenuto di prima mattina, ricordando su Twitter che il 25 aprile «fu il giorno del riscatto dell’Italia. È dovere di tutti ricordare chi ha combattuto per la nostra libertà contro gli orrori della dittatura». (agg. di Silvana Palazzo)
25 APRILE, MATTARELLA ALL’ALTARE DELLA PATRIA
25 aprile 2018, Sergio Mattarella all’Altare della patria: sono ufficialmente iniziate le celebrazioni per il 73esimo Anniversario della liberazione d’Italia. Il Presidente della Repubblica ha passato in rassegna il picchetto d’onore schierato a Piazza Venezia e ha salutato i rappresentanti delle associazioni combattistiche, come sottolinea La Stampa. Il capo dello Stato ha poi reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Presenti le più alte cariche dello stato, tra gli altri il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico. Festa nazionale, chiamata anche anniversario della Resistenza, la Festa della liberazione ha creato non poche polemiche nelle ultime ore: simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista, è aumentata la frattura tra Anpi e Comunità ebraica.
25 APRILE 2018, FESTA DELLA LIBERAZIONE
Non saranno presenti i rappresentati della Brigata ebraica al tradizionale corteo di Roma, come sottolineato attraverso una nota: “Non parteciperemo al corteo unitario a Roma. La Comunità Ebraica il 25 aprile andrà alle 9.30 alle Fosse Ardeatine e poi alle 10 a Via Tasso per un momento pubblico di raccoglimento per ricordare la Liberazione dell’ Italia dal nazifascismo”. Rottura dovuta alla mancata esclusione dei palestinesi. Oltre alla manifestazione dell’Associazione Partigiani, in programma numerose manifestazioni in tutta Italia: a Palermo, al Giardino Inglese, è prevista la celebrazione del 73° Anniversario della Liberazione a cui seguirà un corteo fino a piazza Verdi, mentre a Venezia si svolgeranno come di consueto a Venezia, in piazza San Marco e in Campo del Ghetto Nuovo. In tutta Italia verra celebrata una delle ricorrenze più importanti per la Repubblica italiana, con manifestazioni, cortei e feste per ricordare quanto successo nel 1945.