E’ pronto il piano B per quanto riguarda le sorti dell’Atac, l’azienda del servizio di trasporto pubblico di Roma. Se l’ipotesi concordato venisse respinta, a quel punto scatterebbe la seconda possibilità, come sottolineato da Il Fatto Quotidiano. L’idea è quella di dare vita ad un’amministrazione controllata dal Mef, il Ministero Economia e Finanze, supportato dalle Ferrovie dello Stato e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che duri per un periodo di circa 18-24 mesi, e durante la quale si possa investire in maniera pesante (si parla di circa 500 milioni di euro di investimenti), di modo da rilanciare la flotta Atac e la stessa azienda. Sarebbe questa la soluzione ideale, che eviterebbe quindi che venisse clamorosamente interrotto il servizio del trasporto pubblico di Roma, uno scenario da brividi che avrebbe ovviamente delle ripercussioni a dir poco terribili. Il tutto, favorito da un eventuale governo nazionale M5S-Pd, come sembrerebbe delinearsi dopo la tornata di consultazioni di queste ore. Non ci resta che attendere le prossime novità su questa intricata vicenda politica. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



RINVIATO IL REFERENDUM ATAC

Il Referendum Comunale a Roma sulle sorti di Atac, promosso dai Radicali, era previsto per il prossimo 3 giugno, ma il Campidoglio ha deciso di rinviarlo al prossimo autunno. Dunque ancora non si saprà se il destino dell’azienda pubblica capitolina sarà quello della privatizzazione, oppure un piano di rientro per sistemare i dissestati conti dell’azienda. Il Campidoglio ha motivato la decisione sottolineando come le elezioni amministrative nei Municipi non potevano sovrapporsi con una tornata elettoriale referendaria, e non si poteva chiedere ai romani, con le elezioni amministrative nei Municipi III e VIII in programma il prossimo 10 giugno 2018, di tornare al voto per tre volte nel mese di giugno.



LA RABBIA DI FASSINA

Per questo, il Comune di Roma ha rinviato le votazioni per il referendum su Atac al prossimo ottobre, sottolineando come, potendo mettere a punto anche un sistema di voto elettronico, ci potrebbe essere un grande risparmio di soldi pubblici. Insorge però il PD e la sinistra, in particolare con Stefano Fassina capogruppo in Campidoglio di Sinistra per Roma, che é stato espulso dall’Assemblea Capitolina per le sue contestazioni ed ha successivamente spiegato in una nota ufficiale: “Il rinvio del referendum su Atac da parte della Giunta Raggi è una scelta inaccettabile. La sindaca e la sua giunta in un solo colpo hanno umiliato gli oltre 30.000 cittadini che avevano chiesto il referendum, i cittadini che si sono mobilitati per la campagna referendaria, in particolare i comitati per il Si e per il No e, non ultimo, l’assemblea capitolina che martedì pomeriggio scorso ha discusso di Atac senza ricevere alcuna  informazione in proposito.”