Un kalashnikov e una pistola: queste le armi usate per uccidere Antonio Fabbiano, 25enne ritenuto vicino al clan Raduano. Nella zona dell’omicidio non ci sarebbero telecamere di videosorveglienza, inoltre i carabinieri – come riportato dal Fatto Quotidiano – starebbero riscontrando difficoltà nell’acquisizione di informazioni da potenziali testimoni. L’agguato sarebbe avvenuto nell’ambito della sanguinosa guerra di mafia che si sta consumando da anni tra due clan in lotta per il controllo del traffico di droga. Questo business ha innescato la miccia. L’omicidio di ieri potrebbe essere una risposta a quello di Gian Battista Notarangelo del 7 aprile, cugino dello storico boss di Vieste che venne ucciso nel 2015. Quel delitto di fatto ha aperto la guerra di mafia degli ultimi anni. Da quando è stato ucciso “Cintaridd” si sono verificati otto omicidi, una lupara bianca e quattro agguati sono falliti. (agg. di Silvana Palazzo)



GUERRA DI MAFIA NEL GARGANO

Giungono ulteriori dettagli circa l’assassino di Antonio Fabbiano, 25enne di Vieste, ucciso la scorsa notte. Si tratta di un regolamento di conti, una guerra fra clan rivali che sta insanguinando la Puglia ed in particolare il Gargano. La vittima è stata sorpresa mentre stava per rientrare a casa, in una via vicino al porto, e raggiunta da numerosi colpi di arma da fuoco: le ferite al torace, all’addome e alla spalla, le sono state fatali. Fabbiano è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di San Giovanni Rotondo, ma è morto poco dopo per i colpi ricevuti. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire l’accaduto, e sono stati ritrovati ben 20 bossoli calibro 7.62 sul luogo del delitto, il che fa pensare che sia stata utilizzata un’arma lunga. Il ragazzo assassinato aveva molti precedenti, e con grande probabilità faceva parte di uno dei clan in lotta in quella zona per il contro del traffico della droga, anche se non si sa con precisione quale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



UCCISO UN RAGAZZI 25ENNE A VIESTE

Omicidio nella notte a Vieste, in Puglia. Il 25enne Antonio Fabbiano è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco, e tutto fa pensare che si tratti di un regolamento di conti nell’ambito della guerra fra mafia. Come sottolineato dall’agenzia di stampa Ansa, pare che la vittima fosse infatti legata al clan di Marco Raduano. L’assassino è avvenuto attorno alle ore 23:00, in quel di via Tripoli, nella zona del porto, sotto l’abitazione dello stesso Fabbiano: fatali i colpi ricevuti all’addome. Sono stati chiamati i soccorsi, ma quando i medici sono giunti sotto l’abitazione sono apparse subito gravi le condizioni fisiche del ragazzo, trasportato d’urgenza presso la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dove è spirato poche ore dopo.



I CARABINIERI STANNO INDAGANDO

Sull’omicidio stanno indagando i carabinieri del Comando provinciale di Foggia, ma come detto sopra, sembra proprio trattarsi di un agguato, nell’ambito di una sanguinosa faida fra i clan mafiosi, in lotta per il controllo del traffico della droga. Attualmente non sono state identificati i carnefici, e difficilmente gli inquirenti troveranno testimoni disposti a dire la loro in merito all’uccisione del classe 1993. Vieste è stato teatro di moltissime morti riguardanti appunto la lotta fra clan rivali, a cominciare dall’omicidio del boss locale Angelo Notarangelo, risalente al gennaio del 2015. Il 6 aprile scorso, invece, era stato assassinato Gianbattista Notarangelo, mentre il 21 marzo era riuscito a sfuggire ad un agguato Marco Raduano, ritenuto uno degli elementi di spicco della malavita viestana.