Camorra, boss di Mondragone al 41bis minaccia pm: “Gli uccido la gente”, 4 arresti nel clan La Torre, impegnato a riorganizzare l’arsenale per procedere con le estorsioni. La notizia è arrivata oggi e torna alla mente una vicenda dello scorso aprile 2017, con il figlio del boss Augusto La Torre che commentava così sulla pagina facebook di Luigi Di Maio, ex vice presidente della Camera e attuale candidato premier del Movimento 5 Stelle: “Aria nuova, speranza x i giovani si inizia ad intravedere forza ragazzi”. Un endorsement che alzò un polverone, con Di Maio che si difese prontamente come sottolinea Inter Napoli: “E’ una cosa folle che sono accusato di aver ricevuto un commento. Se quella persona non c’entra niente con il clan camorristico e con suo padre, è come tutti i cittadini che commentano aria nuova andiamo avanti”. Francesco Tiberio è oggi nell’elenco degli arrestati con l’accusa di detenzione illegale di armi, nonostante dichiarò di aver chiuso con la camorra: “Io non sono un camorrista, né faccio parte della camorra, ho solo fatto un commento sul profilo Facebook”. (Agg. Massimo Balsamo)



CAMORRA, BOSS MINACCIA PM: “GLI UCCIDO LA GENTE”

Augusto La Torre stava riorganizzando il suo clan dal carcere, da dove ha anche minacciato il pm della Dda di Napoli Alessandro D’Alessio. «Deve sapere che se anche se sto al 41bis comando lo stesso e posso sempre far fare una brutta fine alle persone». Parole choc che il boss della camorra casertana ha pronunciato nel corso di un colloquio in carcere con il fratello Antonio. La minaccia è emersa da un’indagine che ha portato oggi in carcere proprio il fratello e il figlio 31enne di Augusto, Tiberio. Il boss di Mondragone pensava fosse imminente l’uscita dal carcere, quindi il clan si stava riorganizzando sul territorio comprando armi e avvisando gli imprenditori. Lo ha scoperto la Dda di Napoli che ha chiesto e ottenuto la carcerazione preventiva per i parenti del boss, accusati di detenzione illegale di armi da sparo e da guerra con l’aggravante del metodo mafioso. Per Augusto La Torre, in carcere dal 1996, è arrivato un avviso di garanzia per estorsione aggravata. 



CAMORRA, BOSS LA TORRE RIORGANIZZAVA CLAN DAL CARCERE

«Devi chiamare D’Alessio… io mi metto in mezzo ai 41 bis… gli uccido la gente». Questa è una delle tante intercettazioni da cui gli investigatori hanno scoperto che Augusto La Torre stava riorganizzando il clan con la sua famiglia. Sono tanti i dialoghi in cui si parla dell’acquisto di armi da guerra per contrastare i rivali. Dal carcere aveva anche provato a chiedere posti di lavoro per il figlio attraverso lettere estorsive. Richieste che però non sono state accettate dalle vittime. Nel carcere sono stati intercettati molti colloqui, tra cui quello in cui il boss minaccia esplicitamente il pm anticamorra Alessandro D’Alessio, titolare dell’inchiesta con la sostituta Maria Laura Morra. Dai colloqui captati si evince che Augusto La Torre fosse sicuro già nel 2015 di uscire di cella e andare ai domiciliari. Con la collaborazione del figlio e del fratello ha cominciato a riorganizzare l’arsenale del clan, che serviva a chiedere il pizzo agli imprenditori. Gli inquirenti, come riportato da Repubblica, hanno anche scoperto che dal carcere di Pescara, tra marzo e aprile 2015, aveva inviato una lettera minatoria all’amministratore di un condominio di Mondragone, con cui pretendeva l’assunzione del figlio Tiberio, fatto che non si è verificato per il rifiuto della vittima. Poi ha inviato una seconda lettera con cui ha richiesto 25mila euro, ma anche in questa occasione la vittima non ha ceduto.

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