Una maxi operazione della Guardia di Finanza e del personale del ministero per le politiche agricole ha portato a individuare l’importazione illegale di 900 tonnellate di zucchero dall’estero (Slovenia, Croazia e Isola Mauritius) nel nostro Paese, utilizzato per alterare il vino. Le grosse quantità di prodotto, stando a quanto emerso dalle indagini condotte dalla procura di Napoli Nord, sarebbero state quindi vendute in nero ad imprenditori italiani e produttori di vino veneti, campani, emiliani, siciliani ed anche salentini. L’inchiesta, spiega Corriere.it, ha portato ai domiciliari per quattro persone, mentre altri cinque indagati sono stati raggiunti dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’ambito della medesima operazione per maxi frode le fiamme gialle hanno proceduto al sequestro di beni immobili, rapporti finanziari e partecipazioni societarie per un totale di circa 12 milioni di euro. Le 36 persone indagate dovranno ora rispondere a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari, falsità in registri e notificazioni, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed auto riciclaggio.



LE INDAGINI

Non solo vino adulterato, dunque, ma anche reati tributari quelli emersi da una inchiesta che ha preso il via dalla Campania ma che ha riguardato diverse zone d’Italia fino a raggiungere anche il Salento. I principali soggetti coinvolti sono in tutto nove sebbene l’associazione a delinquere facesse capo ai fratelli Santo e Antimo Aimone di Sant’Antimo, in provincia di Napoli. Loro operavano grazie all’aiuto dei propri figli, anche loro indagati con ramificazioni però in numerose aziende produttrici di vino in tutta Italia ed in particolare in Veneto, Puglia e Sicilia. Due i depositi che custodivano le grandi quantità di zucchero, ovvero uno a Carinaro, in provincia di Caserta e l’altro a Formigine, in provincia di Modena. Tra le varie aziende nelle quali sono scattati i sequestri, come riporta Lecceprima.it, anche due con a capo Antonio Ilario De Pirro, 50 anni di Nardò; Antonio Rocco Chetta, 64 anni di Lecce. Secondo quanto appurato dalle indagini, lo zucchero arrivava illegalmente in Italia attraverso diverse società esistenti solo su carta e poi veniva rivenduto in nero ed a prezzi molto vantaggiosi a numerose aziende vinicole del Paese che lo impiegavano per alterare il vino non solo attraverso l’aggiunta di zucchero con il quale veniva elevata la gradazione alcolica, ma anche per la produzione del mosto.

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