Dopo che gran parte degli alleati del centrodestra hanno espresso la loro solidarietà a seguito del macabro episodio del ritrovamento di alcuni adesivi che lo raffiguravano impiccato a testa in giù in “compagnia” di Trump ed Erdogan, a solidarizzare con Matteo Salvini è arrivata nelle ultime ore anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che pur non incrociando il numero uno della Lega nel tour elettorale in Friuli Venezia-Giulia, ha liquidato con poche parole i fatti avvenuti a Pavia. La Meloni ha parlato infatti senza mezze misure di “quattro imbecilli” attraverso il suo profilo Twitter ma ha pure ricordato a tutti che, conoscendo un po’ Matteo Salvini, “so che degli insulti macabri di questi qui non gliene può fregare di meno”. Silente, invece, è il profilo Twitter del capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che non ha (almeno pubblicamente) solidarizzato con Salvini, al pari di alti importanti esponenti pentastellati. Solo un caso oppure segno del gelo che è sceso inesorabilmente negli ultimi giorni tra le due forze politiche in merito alle trattative per la formazione di un nuovo esecutivo? (agg. R. G. Flore)



LA SOLIDARIETA’ DI CATTANEO, EX SINDACO DI PAVIA

Dopo che il diretto interessato ha risposto a modo suo al deplorevole episodio degli adesivi che, attaccati su alcuni pali della luce a Pavia, vedevano tra gli altri lui e il presidente americano Donald Trump appeso a testa in giù, continuano ad arrivare messaggi di solidarietà a Matteo Salvini da esponenti del mondo politico. In particolar modo, nelle ore che risultano decisive nella formazione di un possibile Governo e in cui da più parti si cerca di ribadire la tenuta della coalizione di centrodestra, molti sono i messaggi che stigmatizzano l’accaduto da arte di alcuni dei maggiorenti di Forza Italia. Tra questi in prima fila c’è proprio l’ex primo cittadino di Pavia, nonché deputato forzista, Alessandro Cattaneo che ha scritto sul suo profilo Twitter di “ignobili adesivi” e ha ammesso di non riconoscere la sua città: “Si faccia chiarezza e vengano arginati eventi di intolleranza e odio” ha concluso, facendo eco a quanto cinguettato poco prima anche da Mara Carfagna, vicepresidente della Camera dei Deputati per Forza Italia e ad altri esponenti di spicco del partito guidato da Silvio Berlusconi. (agg. R. G. Flore)



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“GESTO INFAME, SONO RIMASTI A 70 ANNI FA”

Proseguono le reazioni del mondo della politica, agli adesivi che sono stati apposti a Pavia, raffiguranti, fra gli altri, il leader della Lega, Matteo Salvini. Il candidato Premier viene disegnato a testa in giù, con tanto di didascalia in inglese “Torniamo a far penzolare i fascisti”. Tanta indignazione, in particolare all’interno dello stesso partito di Salvini, come ad esempio spiega Matteo Mognaschi, il capogruppo nel consiglio comunale di Pavia: «Un gesto grave – si legge sull’edizione online del quotidiano IlGiornodimostra solo che qualcuno è rimasto fermo a 70 anni fa, noi non ci facciamo intimorire e guardiamo avanti». Stessa linea tenuta da Roberta Marcone, segretario cittadino della Lega, che ha spiegato: «Anche quest’anno la ricorrenza del 25 aprile si è trasformata nel pretesto di una certa sinistra per seminare odio e violenza. Gli adesivi – ha aggiunto e concluso – sono un gesto infame e criminale che deve essere punito, la Lega di Pavia farà di tutto perché questo avvenga». Ricordiamo che solo ieri, a Macerata, era stato apposto un fantoccio dalle sembianze di Mussolini, da colpire a mo’ di pentolaccia, altro fatto di cattivo gusto che ha lasciato molti basiti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“FACCIAMO PENZOLARE DI NUOVI I FASCISTI”

«Make fascists swing again»: appesi a testa in giù, come impiccati in serie, troviamo Donald Trump, Matteo Salvini, Recep Tayyip Erdogan e Benjamin Netanyahu. Un “bel” adesivo che si trova in più vie della città di Pavia ha animato le ultime ore già “calde” nel nostro Paese per l’indegna messinscena vista a Macerata il giorno del 25 aprile con un centro sociale antifascista che ha pensato bene di organizzare una “pignatta” con il fantoccio di Mussolini, in una sorta di rievocazione di Piazzale Loreto davvero di dubbio gusto. Ecco dunque un nuovo “capitolo” della nostrana imbecillità con il segretario della Lega che viene accomunato ai presidenti di Usa, Turchia e Israele e annoverato nel “club dei neo-fascisti” mondiali, “invitati” dal misterioso aiutare ad essere appesi a testa in giù evocando probabilmente anche qui il Duce fascista. La Digos ovviamente indaga assieme alle autorità comunali di Pavia, con il primo intervento di dura condanna (e denuncia alla Polizia) che arriva dal segretario provinciale della Lega, Jacopo Vignati: «Come segretario provinciale della Lega ho voluto denunciare alle autorità competenti questi adesivi intimidatori. Purtroppo la festa del 25 aprile al posto di essere la festa di tutti ancora una volta a Pavia città è diventata la festa di quei pochi comunisti che non si rassegnano al fatto che la democrazia li sta condannando alla nullità e quindi compiono gesti vigliacchi e intimidatori. Andremo prontamente a rimuoverli perchè Pavia è viva e bella e non deve venire deturpata da quattro idioti».

ADESIVI CHOC ANCHE CON TRUMP E ERDOGAN

In serata ieri Matteo Salvini in persona su Twitter condanna l’intimidazione di questi adesivi comparsi da giorni sui muri e i pali della città lombarda: «Idioti e vigliacchi, non ci fate paura. Io vado avanti! #primagliitaliani». Ricordiamo che Pavia è la stessa città che prima delle elezioni Politiche del 4 marzo aveva visto delle “ronde” con apposti adesivi su diverse case della città con la scritta «Qui ci abita un’antifascista»; su entrambi i casi la polizia e la Digos provano a capirne di più per eventuali collegamenti e “risposte” di una provocazione con l’altra. Secondo il capogruppo al Senato della Lega, Gianmarco Centinaio, «la Sinistra a Pavia appoggiata dai gruppi antagonisti crea lo scontro sociale con adesivi e commemorazioni pubbliche fuori luogo. È ora di dire basta e di isolare questa gente che incita all’odio e alla violenza», conclude il capogruppo. La Lega ora si attende una risposta e un gesto di solidarietà dal sindaco Massimo Depaoli che, come ricorda Vigneti, «era in piazza Italia quando l’oratore ufficiale del 25 aprile ha sostenuto che i problemi dell’Italia si chiamano Salvini e Fontana».