La scorsa notte, poco prima dell’una, una nuova “esplosione maggiore” sul vulcano Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie, è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che monitora in modo costante l’attività eruttiva del vulcano. La nuova forte esplosione arriva a distanza di alcuni giorni dall’ultimo evento caratterizzato da una intensa sequenza esplosiva dello scorso 24 aprile che andò a coinvolgere le bocche dell’area centro-sud poste sulla terrazza craterica. Abitanti e turisti, dunque, nel cuore della notte sono stati svegliati da un forte boato, come riporta La Stampa, poi seguito dalla fuoriuscita di magma caratterizzata però soprattutto da brandelli di lava incandescente e da grosse pietre. Lo stesso si sarebbe riversato sul fianco, nella cosiddetta Sciara del fuoco, fortunatamente lontano dai centri abitati. L’attività eruttiva ha avuto una breve durata, di appena qualche minuto e non ha fatto segnalare alcun danno, sebbene lo spettacolo sia stato affascinante. In una nota ufficiale, l’INGV ha spiegato quanto accaduto la scorsa notte: la prima forte esplosione, della durata di cinque secondi, si è verificata alle 00:53. Esattamente 17 secondi dopo, ha avuto inizio un’attività di modesto “fontanamento”, ovvero getto continuo di lava, poi trasformatasi in “esplosioni stromboliane discontinue (spattering), intervallate da alcune esplosioni di cenere e materiale incandescente di bassa intensità che hanno raggiunto un’altezza massima di circa 80 m”. L’intera attività sarebbe durata in tutto 3 minuti, prima che tutto tornasse alla normalità.



I PRECEDENTI

I vulcanologi definiscono “esplosione maggiore” tutto ciò che va oltre la normale attività stromboliana. Il primo episodio aveva avuto riscontro lo scorso martedì intorno alle 11.00 del mattino, con una prima esplosione poi seguita da una seconda un minuto esatto dopo. Quattro minuti più tardi l’INGV aveva registrato l’evento conclusivo della sequenza, caratterizzato dal lancio di materiale di intensità minore. La sequenza esplosiva aveva provocato, oltre che una nube di cenere anche un incendio, spento dopo l’intervento di due Canadair. Di recente si sono verificati altri episodi simili, come quelle dello scorso 7 e 18 marzo e poi a fine 2017, lo scorso 1 dicembre e precedentemente l’1 novembre, il 23 ottobre e il 26 luglio. Sempre INGV ha spiegato nella nota odierna come in ogni caso “si tratta di eventi imprevedibili che possono causare la ricaduta di bombe vulcaniche, lapilli e frammenti rocciosi anche abbastanza grandi nella porzione sommitale del vulcano, e che quindi risultano potenzialmente pericolosi per qualsiasi osservatore si trovi a transitare nelle zone del belvedere del Pizzo sopra la Fossa, o lungo i sentieri che vi conducono”.



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