Curare un tumore con l’omeopatia: era questo l’intento di Germana Durando, medico di base e omeopata ma soprattutto seguace del metodo Hamer, recentemente condannata a 2 anni e sei mesi per omicidio colposo. La donna è stata ritenuta responsabile del decesso di Marina Lallo, avvenuto nel 2015. Marina aveva 53 anni quando è morta e per nove lunghi anni è stata convinta dal suo medico a non curare in modo tradizionale un melanoma che aveva sulla spalla. Quel tumore, secondo la Durando, era stato “guarito” grazie a tisane e sedute psicologiche ma in realtà arrivò ben presto ad intaccarle il cervello portandola alla morte. Nel corso del processo a carico della dottoressa, però, come riporta Il Resto del Carlino, è emerso che Germana Durando aveva una “mentore”, Maria Gloria Alcover Lillo, omeopata di fama internazionale residente a Modena e che ora risulta indagata proprio per la morte della 53enne. Le indagini hanno appurato che proprio dal suo pc sarebbero partite una serie di mail con le quali consigliava alla sua “allieva” di Torino a curare la donna secondo il metodo Hamer, ovvero senza cure. La stessa vittima fu curata dalla neo indagata in due circostanze. Il nome dell’omeopata è ora finito nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in omicidio colposo ed il giudice ha firmato un’ordinanza con la quale è stata sospesa la professionista dall’attività, come confermato dall’Ordine dei medici di Modena, che avrebbe già adottato tutti i provvedimenti del caso.



LE ACCUSE DEL FRATELLO DELLA VITTIMA

Il fratello della vittima, il dottor Rudy Lallo, ha presentato un esposto in procura contro la seconda omeopata. “Abbiamo scoperto in sede processuale e grazie alle mail trovate sul computer della Alcover come la stessa fosse in realtà la mentore della Durando”, ha spiegato il fratello della 53enne morta a causa di un tumore non adeguatamente curato. “Dopo quanto capitato a mia sorella, sono andato a fondo nella storia e ne è emerso un quadro agghiacciante”, ha aggiunto. L’indagata già negli anni Novanta era giunta a Torino al fine di “indottrinare” i vari seguaci sulla teoria di Hamer, tra cui l’omeopata condannata. Ma l’uomo ha scoperto qualcosa di ancora più sconvolgente: “abbiamo scoperto come l’omeopata, nel 1993, avesse cercato di convincere mia cognata a non sottoporre suo figlio alla chemioterapia. All’epoca il bambino aveva tre anni e gli diagnosticarono un bruttissimo caso di leucemia”. La cognata si rivolse alle cure alternative per alleviare i dolori del figlio. La dottoressa Durando la portò dalla Lillo che le indicò di sospendere immediatamente la chemio: “Smetta di fare le terapie, è una madre degenere e sta uccidendo suo figlio. Ascolti me”, le disse, come emerso nel corso del processo. A differenza della seconda dottoressa ora sospesa, però, la Dorando a Torino starebbe ancora esercitando la professione.

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