Con la sua morte Ester Arzuffi, mamma di Massimo Bossetti, ritenuto nei primi due gradi di giudizio unico colpevole del delitto di Yara Gambirasio e per questo condannato due volte all’ergastolo, si porterà con sé per sempre misteri e segreti finora mai emersi. Grande sostenitrice dell’innocenza del figlio, la donna ha in qualche modo sfidato e messo in dubbio la genetica e la scienza in generale sostenendo che no, Massimo non è figlio di Giuseppe Guerinoni, come sostenuto dalle indagini grazie alla prova regina del Dna, ma di Giovanni Bossetti, marito della donna e anche lui deceduto. Oggi Massimo è orfano ed anche lui resterà con molti dubbi sul suo vero padre sebbene anche lui non abbia mai realmente avuto dubbi su chi chiamare “papà”. Ora che anche Ester è morta, stroncata da un male che l’affliggeva da tempo, l’unica verità resta quella della genetica e processuale. Fu lei ad avanzare l’ipotesi che Massimo e la sorella gemella Laura Letizia fossero potuti nascere da inseminazione artificiale compiuta a sua insaputa da un ginecologo con cui era in cura alla fine degli anni ’60, ipotesi questa mai confermata ma che anzi pagò con una denuncia per diffamazione da parte dei parenti del medico. Una cosa è certa: la donna ha sempre negato con forza di aver mai avuto una relazione con Guerinoni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



NEGÒ SEMPRE CHE IL FIGLIO FOSSE IGNOTO 1

Con la sua morte Ester Arzuffi, mamma di Massimo Bossetti, ritenuto nei primi due gradi di giudizio unico colpevole del delitto di Yara Gambirasio e per questo condannato due volte all’ergastolo, si porterà con sé per sempre misteri e segreti finora mai emersi. Grande sostenitrice dell’innocenza del figlio, la donna ha in qualche modo sfidato e messo in dubbio la genetica e la scienza in generale sostenendo che no, Massimo non è figlio di Giuseppe Guerinoni, come sostenuto dalle indagini grazie alla prova regina del Dna, ma di Giovanni Bossetti, marito della donna e anche lui deceduto. Oggi Massimo è orfano ed anche lui resterà con molti dubbi sul suo vero padre sebbene anche lui non abbia mai realmente avuto dubbi su chi chiamare “papà”. Ora che anche Ester è morta, stroncata da un male che l’affliggeva da tempo, l’unica verità resta quella della genetica e processuale. Fu lei ad avanzare l’ipotesi che Massimo e la sorella gemella Laura Letizia fossero potuti nascere da inseminazione artificiale compiuta a sua insaputa da un ginecologo con cui era in cura alla fine degli anni ’60, ipotesi questa mai confermata ma che anzi pagò con una denuncia per diffamazione da parte dei parenti del medico. Una cosa è certa: la donna ha sempre negato con forza di aver mai avuto una relazione con Guerinoni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



NEGÒ SEMPRE CHE IL FIGLIO FOSSE IGNOTO 1

Ester Arzuffi è stata la prima grande sostenitrice dell’innocenza del figlio Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in primo grado ed in appello per l’omicidio di Yara Gambirasio. La donna si è spenta oggi, in seguito ad una grave malattia che l’aveva colta da tempo. Esempio di grande forza, Ester ha combattuto fino alla fine nel tentare di dare voce al figlio, in carcere, per il quale è sempre rimasta al suo fianco anche quando lo scorso luglio attese ben 15 ore di interminabile camera di consiglio prima della sentenza che confermò poi la colpevolezza di Bossetti. Il suo è stato un ruolo centrale, seppur indirettamente, nella soluzione del giallo di Brembate proprio per via di quella prova regina, il Dna rinvenuto sui vestiti della 13enne e che portò alla traccia biologica ricondotta a Ignoto 1. Da quel momento prese il via una ricerca di grandi dimensioni durata oltre tre anni e che portò alla svolta con l’individuazione di Pierpaolo Guerinoni, Dna simile a quello di Ignoto 1 di cui si apprese fosse poi il padre. A Ester si arrivò dopo aver cercato tutte le donne con le quali si supponeva avessero avuto un rapporto con Guerinoni. Quindi si arrivò al figlio Massimo, il cui Dna fu ritenuto il medesimo riscontrato sui vestiti della vittima. Bossetti, di contro ha sempre negato che quello fosse il suo Dna continuano a sostenere la sua innocenza esattamente come la madre Ester che fino all’ultimo negò che sua figlio fosse Ignoto 1. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



QUANDO BOSSETTI SCOPRÌ DI ESSERE FIGLIO ILLEGITTIMO

In una lunga intervista rilasciata da Massimo Bossetti a Panorama lo scorso 15 giugno, prima della condanna definitiva in primo grado all’ergastolo, l’ex muratore di Mapello aveva spiegato di essere rimasto molto addolorato non solo per una accusa ingiusta (lui si è sempre proclamato innocente, ndr) ma per quanto la sua famiglia ha dovuto passare in tutti questi anni. Si è sempre concentrato sulla famiglia anche se le sofferenze sono state parecchie: dalle “possibili scappatelle della moglie” fino alla scoperta del dna di Guerinoni, tutto emerso nelle indagini del processo: «ho scoperto di essere figlio illegittimo di mio papà» – Ester Arzuffi ha sempre dichiarato di essere stata inseminata artificialmente a sua insaputa – «ma mi ha ferito scoprire molte cose sulla mia famiglia. Mi ha ferito non poter assistere agli ultimi istanti di vita di mio papà: lui mi voleva accanto e mi è stato disumanamente impedito di esserci. E poi sono stato profondamente ferito con una condanna ingiusta, un ergastolo». Oggi il secondo addio, a quella madre che lo ha sempre difeso e che con il “mistero del Dna” tiene accese le speranze per il ricorso in Appello. (agg. di Niccolò Magnani)

AVV. ROSSETTI CHIEDE PERMESSO SPECIALE PER I FUNERALI

L’avvocato di Massimo Bossetti torna a parlare a poche ore dalla morte della madre del condannato nel caso di Yara Gambirasio e chiede ufficialmente un permesso ai magistrati e al carcere di Bergamo per poter far partecipare Bossetti ai funerali della donna 70enne scomparsa all’improvviso dopo pochi giorni di ricovero. «Chiederemo che Massimo Bossetti possa partecipare ai funerali della mamma», ha spiegato il legale Claudio Salvagni a LaPresse e si tratterebbe del secondo permesso dopo la visita alla stessa madre Ester nei giorni scorsi proprio per la malattia sopraggiunta. In quel caso la Corte di Appello di Brescia si era dimostrata assai sensibile sulla vicenda, permettendo a Bossetti di recarsi all’ospedale di Ponte San Pietro e dare quello che di fatto poi è diventato l’ultimo salute di un figlio alla propria mamma. Secondo quanto riporta BergamoNews, le esequie della donna 70enne che ha combattuto negli ultimi dieci contro le accuse e la condanna del figlio per l’omicidio della piccola Yara, saranno tenute in forma strettamente privata e senza telecamere. (agg. di Niccolò Magnani)

MORTA LA MADRE DI MASSIMO BOSSETTI

E’ morta Ester Arzuffi, nota alle cronache per essere la madre di Massimo Bossetti, il muratore condannato in secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La donna si è spenta quest’oggi a Bergamo, all’età di 70 anni, per via di un male incurabile. Viveva a Terno d’Isola, nella bergamasca, ed era ricoverata presso l’ospedale di ponte San Pietro, per via di un male sopraggiunto da poco. Una morte fulminea quindi, per quella donna che ha sempre sostenuto l’innocenza del proprio figlio: «Credo che sia impossibile immaginare come possa sentirsi mio figlio in carcere da innocente – disse lo scorso 18 luglio, quando arrivò la sentenza in secondo grado che confermò il carcere a vita per Bossetti – spero solo che la forza che ha avuto fino a oggi continui. È importante che esca fuori la verità anche per sapere cos’è successo davvero a quella povera creatura di Yara».

BOSSETTI HA GIA’ FATTO VISITA ALLA MAMMA

Ester non ha perso un’udienza del figlio Massimo, a fianco dell’altra figlia, Laura Letizia, e gli ultimi anni sono stati a dir poco scioccanti per la 70enne. Il 16 giugno del 2014 cambiò definitivamente la sua vita: prima l’incarcerazione del figlio Massimo con l’accusa di aver assassinato la povera ginnasta tredicenne nel febbraio del 2011, quindi la scoperta che lo stesso figlio (gemello di Laura), non era del marito Giovanni ma di Giuseppe Guerinoni, un autista di camion morto nel 1999. Bossetti ha già fatto visita alla mamma, come ha spiegato al quotidiano IlGiorno l’avvocato del muratore di Mapello, Claudio Salvagni: «Un ringraziamento alla polizia penitenziaria. Massimo è stato a trovare la mamma, gli è stato permesso e gli agenti hanno dimostrato una grande sensibilità e umanità».