Ulteriori dettagli sulla notte violenta vissuta a Milano fra giovedì e venerdì, sono emersi nelle ultime ore. I due malviventi che hanno seminato il panico, lasciando dietro di se il sangue, sono due marocchini di 28 e 30 anni, precisamente Abdenachemi Amass e Saad Otmani. Sono giunti in Italia in maniera irregolare, con i barconi nel 2017, ed erano già conosciuti alle forze dell’ordine. Basti pensare che pochi giorni fa, lo scorso 21 aprile, erano già stati arrestati per una rapina. Questa volta, la loro violenza si è conclusa nel peggiore dei modi, con l’assassino di un povero ragazzo, colpevole di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. «Sì, quelle rapine le abbiamo fatte noi – confessano alla polizia i due magrebini, come riportato dal Corriere della Sera – ma non volevamo uccidere. Non sapevamo neppure che quel ragazzo fosse morto».
IL RACCONTO DELLE DUE RAGAZZE
Probabilmente verosimile la versione fornita dai due, ma è anche vero che la loro ferocia è stata inaudita, e quando colpisci una persona con un cacciavite o un punteruolo, quasi senza neanche preavviso, c’è il rischio di fare molto male alla vittima. Fra coloro che hanno vissuto una notte di terrore, anche due studentesse straniere, una inglese e una americana, a cui è stato portato via lo smartphone dopo una “pugnalata”: «Erano sul nostro stesso autobus – il racconto delle due ragazze sconvolte – e i due nordafricani hanno iniziato a molestarci. Quando siamo scese, ci hanno seguite. La mia amica è stata strattonata per i capelli e colpita alla pancia. L’uomo che l’ha pugnalata poi è venuto verso di me, e allora gli ho subito consegnato il mio cellulare».