In attesa che l’Istat pubblichi domani i numeri relativi al consuntivo per il 2017, dall’Eurostat arriva una sonora bocciatura dei conti pubblici italiani: l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea ha infatti certificato, di fatto, la crescita del debito pubblico nostrano (che quindi aumenta di 11,2 miliardi di euro) anche a causa dell’intervento statale per salvare le banche venete, vale a dire Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza che l’esecutivo uscente aveva liquidato cedendole di fatto al gruppo Intesa. Tuttavia, l’operazione ha avuto una ricaduta pesante sul deficit italiano ed è stato calcolato che l’impatto è quantificabile in circa 4,7 miliardi di euro: inoltre, la notizia non passerà certo in secondo piano dal momento che influenzerà certamente il varo del nuovo Def e graverà in maniera esiziale sulla formazione del prossimo esecutivo politico, di qualunque “colore” sarà. Insomma, dati in netta controtendenza con quanto affermato dal premier uscente Paolo Gentiloni solo lo scorso 1 marzo, quando rivendicava tra i risultati raggiunti dal suo Governo anche il calo del rapporto deficit/Pil rispetto al 2016. Insomma, stando ai dati di Eurostat, il debito pubblico passerebbe così dal 132% al 132,1%.



CRESCE IL DEBITO PUBBLICO, IL CODACONS ATTACCA

Andando più nel dettaglio, il “verdetto” emesso da Eurostat (che porterà dunque l’Istat a un ricalcolo dei dati) rappresenta una sorta di doccia fredda per i conti pubblici, tanto da sollecitare già le prime reazioni politiche e pure una dura nota del Codacons che critica il durissimo impatto avuto dalla decisione del Governo di salvare la Popolare di Vicenza e Veneto Banca: l’associazione che difende i diritti dei consumatori ha infatti calcolato che, in base anche ai dati Eurostat, l’operazione peserà 662 euro per ciascuna famiglia italiana. Inoltre, un altro punto su cui fa leva ancora il Codacons è quello che tale salvataggio è arrivato una volta che le azioni delle due banche erano letteralmente crollate e gravando sui risparmiatori italiani per circa 19 miliardi di euro. Tali soldi si vanno ad aggiungere così a quello che impattano adesso su debito (+11,2 miliardi) e deficit (+4,7) e che, secondo il Codacons, sarebbero dovuti essere destinati a “completare le opere incompiute o a ridurre le tasse”.

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