Prima dell’invenzione di John Harrison, che ha progettato il cronometro marino, furono diversi i terribili incidenti che videro coinvolte diverse navi in pieno oceano. Nel 1707 cinque navi si scontrarono al largo della Cornovaglia con una clamorosa tragedia che portò alla morte di 1400 persone. Una situazione che non era più tollerata e che portò sette anni più atdi la commissione del governo britannico a istituire il British Board of Longitude per trovare una soluzione con in palio 20mila sterline. È così che John Harrison ha deciso di prendere in mano la situazione anche se quei soldi purtroppo per lui non farà in tempo a vederli. Diversi incidenti hanno creato in passato preoccupazione, ma grazie anche e soprattutto a John Harrison è stata superata una situazione che portava a disagio ogni volta che si partiva in pieno oceano. (agg. di Matteo Fantozzi)



Galileo Galilei e Amerigo Vespucci l’avevano anticipato

John Harrison è stato un innovatore, perchè con l‘invenzione del cronometro marino ha rivoluzionato il modo di viaggiare in mare. La sua scoperta però era stata ampiamente anticipata da Amerigo Vespucci e Galiileo Galilei che non avevano i mezzi a disposizione per arrivare a realizzare quanto fatto da John Harrison. I due avevano già capito che era necessario servirsi del tempo per stabilire con precisione la longitudine anche se non furono in grado di sperimentare un cronometro marino. Il ragionamento oggi appare abbastanza semplice perché sappiamo che la terra ruota 360° al giorno, ogni 24 ore, quindi è semplice fare il calcolo di 15° ogni ora. Questo poi ci porta a capire che se abbiamo l’orario preciso nel punto in cui siamo e in quello con longitudine zero, sul meridiano di Greenwich, allora possiamo facilmente calcolare la longitudine di dove ci troviamo. Cosa che avevano capito sia Vespucci che Galilei senza però avere sufficiente tempo per studiare uno strumento che inventò successivamente John Harrison. (agg. di Matteo Fantozzi)



Le sue invenzioni all’Osservatorio di Greenwich

John Harrison è sicuramente una figura molto importante per chi viaggia in mare, perché se oggi esistono mezzi davvero all’avanguardia la sua invenzione del cronometro marino per tantissimi anni si è rivelata fondamentale per orientarsi nell’oceano. Le sue invenzioni sono ancora oggi conservate presso l’Osservatorio di Greenwich e sono tutte in funzione tranne l’H4 che per rimanere attivo ha bisogno di una continua lubrificazione per far sì che gli ingranaggi si possono muovere rapidamente. Sono molti quelli che si muovono proprio verso l’Osservatorio con la curiosità di andare a vedere quegli splendidi strumenti e la possibilità magari anche di scoprire delle utili informazioni per cercare di capire come un tempo ci si muoveva per mare e come le invenzioni di John Harrison hanno cambiato tutto. (agg. di Matteo Fantozzi)



L’influenza del padre falegname

John Harrison è l’inventore del cronometro marino, bravo a dare al mondo uno strumento fondamentale prima dell’arrivo del gps per orientarsi in mare. Fin da giovanissimo questi ha stabilito una passione per il campo delle invenzioni tanto che costruì ad appena venti anni il suo primo orologio. In questo senza dubbio lo ha aiutato il padre che oltre ad essere bravissimo nelle cose pratiche, visto che era un falegname, era un grande appassionato di meccanico. Non è da escludere che questi possa aver influenzato le creazioni del figlio e magari l’abbia spinto anche verso la creazione del cronometro marino. Nonostante non riuscì a ricevere mai un soldo per questo, il governo britannico aveva offerto ventimila sterline a chi fu in grado di realizzare un  calcolatore di longitudine più semplice di quelli ingestibili presenti all’epoca. Per realizzarlo ci mise molto perché dal 1714 anno in cui partì la richiesta del governo riuscì ad ultimarlo nel 1735. (agg. di Matteo Fantozzi)

Quel pagamento mai arrivato

Tra le curiosità riguardanti John Harrison e l’invenzione del cronometro marino c’è anche quella in merito alla sua morte. L’uomo perse la vita a Londra il 24 marzo del 1776. Non ebbe mai la soddisfazione di vedersi pagato il saldo che la Commissione gli doveva riconoscere per aver agevolato l’orientamento in alto mare e quindi aver risolto le difficoltà nel calcolare la longitudine. Una rivoluzione incredibile la sua che perdurò per secoli fino all’invenzione dei satelliti e del gps che avrebbero reso tutto più preciso. Di certo però è un dispiacere pensare che John Harrison non fu mai pagato nemmeno di fronte a un’invenzione che avrebbe rivoluzionato la vita di moltissime persone per anni e anni. Non è chiaro se il saldo non avvenne per motivi legati a questioni particolari o proprio per il sopraggiungere improvviso della morte dell’uomo. Questi comunque morì a 83 anni quindi non di certo poco dopo l’invenzione del cronometro marino. (agg. di Matteo Fantozzi)

Come rivoluzionò e rese sicura la navigazione

Il contributo di John Harrison allo sviluppo della navigazione a partire dal diciottesimo secolo, e ad altre tecnologie, è stato importante per estendere le possibilità di navigazione e orientamento in alto mare. Decisiva in tal senso è stata l’invenzione del cronometro marino, un progetto che coltivava da tempo. La svolta avvenne nel 1730, quando incontrò a Londra l’astronomo reale Edmond Halley per presentargli il progetto di costruire un orologio che fosse capace di funzionare a bordo di una nave, quindi senza un pendolo che sull’acqua non poteva essere preciso, e fosse utile per calciare la posizione in termini di longitudine. Fu Halley a indirizzare Harrison da George Graham, il più grande costruttore di orologi di Londra che finanziò la realizzazione del nuovo orologio. Ci vollero cinque anni per la costruzione del primo prototipo, “H1” (Harrison numero 1). L’orologio pesava quasi 35 kg ed era disposto all’interno di un cubo di vetro e legno di circa un metro di lato. Era un oggetto molto ingombrante, ma non usava il pendolo per la scansione del tempo. Il primo test fu un successo: i marinai riuscirono a calcolare la posizione di una nave con estrema precisione. Ma Harrison, non contento del risultato, chiese al Board of Longitudes un finanziamento per migliorare il suo cronometro. Nel 1741 arrivò “H2”, ma chiese altri soldi per migliorarlo. Nel 1757 realizzò il terzo prototipo, poi nel 1761 realizzò la quarta versione, molto più leggera e piccola della prima. Il cronometro di Harrison fu adottato dalla Marina inglese: grazie ad esso la consapevolezza della posizione in mare divenne certa. (agg. di Silvana Palazzo)

John Harrison, storia di un testardo orologiaio di provincia

Il 3 aprile del 1693 nacque John Harrison, testardo orologiaio britannico a cui è riconosciuta l’invenzione del primo cronometro marino per calcolare la longitudine in mare. Nei primi anni del 700 il parlamento inglese decise di istituire un premio pari a venti mila sterline per chi avesse realizzato un orologio in grado di calcolare, anche in maniera approssimativa, la longitudine a partire dal meridiano di Greenwich. Il nome di John Harrison passa alla storia con la vittoria del concorso, che gli permette di diventare un vero e proprio emblema del mondo della navigazione. John Harrison cominciò a lavorare alla sua invenzione nel 1728 e riuscì a completarla dopo una lunga attesa di sette anni. Grazie al suo cronometro marino, i marinai potevano comprendere latitudine e longitudine, al fine di una navigazione più sicura. John Harrison era il primo di cinque fratelli, nato da una famiglia modesta, suo padre faceva il falegname. All’età di vent’anni, grazie ad un grande spirito curioso ed un percorso di studi autodidatta, riuscì a costruire il suo primo orologio a pendolo.

Il momento della svolta

Quando si parla di John Harrison si ricorda l’infanzia umile vissuta dall’ambizioso ragazzo britannico. Figlio di un falegname che lavorava anche nelle tenute di campagna come guardia, John fin da piccolo sviluppò interessi e passioni che approfondiva al di fuori della scuola. Harrison seguì un percorso scolastico piuttosto modesto nello Yorkshire, la vera svolta arrivò quando prese possesso di un manuale di meccanica pratica. Un libro che inevitabilmente lo avvicinò al mondo della meccanica e che lo spinse a ricopiarlo con cura su diversi quadernoni, per non perdere alcun dettaglio utile alla sua nuova istruzione. John Harrison comincia così ad appassionarsi alla meccanica a ad apprendere le basi di alcune nozioni che lo proietteranno verso grandi traguardi. La sua carriera comincia indicativamente all’età di vent’anni, quando crea un orologio a pendolo, ideato e costruito interamente in legno. Oggi, alcuni dei suoi orologi, sono esposti al National Maritime Museum di Greenwich.

L’omaggio di Google a John Harrison

Anche Google ha deciso di omaggiare John Harrison. In queste ore Big G ha realizzato un doodle personalizzato al noto orologiaio britannico, nel giorno del 325esimo anniversario della sua nascita. L’inventore del cronometro marino ha scritto la storia nel 1761, rivoluzionando la navigazione e la sicurezza dei marinai, che per la prima volta potevano determinare con una discreta precisione sia la latitudine che la longitudine in alto mare. L’omaggio di Google è disponibile nell’home page dell’edizione italiana, ma anche di quella spagnola, portoghese, inglese, greca, israeliana, tedesca, svedese, estone, slovacca, ceca, ucraina, serba, bulgara, americana, peruviana e cilena. Nell’immagine si vede un determinato Harrison impegnato nella sua tipica giornata lavorativa. Tutti gli appassionati gli rendono omaggio.