Un’aggressione incredibile, quella che ha visto, loro malgrado, protagonisti alcuni poliziotti vittime di un lancio di oggetti – sassi e bottiglie – durante un loro intervento avvenuto domenica scorsa, nel giorno di Pasqua, nel campo rom di Via Gordiani a Roma, nel quartiere Prenestino. Le pattuglie, come spiega Corriere.it, erano giunte nel campo nomadi con l’intento di procedere ad un arresto di un bosniaco che sarebbe stato complice di un furto in un appartamento. Gli aggressori volevano ovviamente impedirne l’arresto ed avrebbero reagito in modo violento al termine di un inseguimento da parte della polizia di una vettura a bordo della quale vi erano quattro persone, tra cui il serbo 40enne, H.S., già noto per i suoi precedenti e sottoposto ai domiciliari nel medesimo campo rom. I poliziotti avevano inseguito l’auto fino al campo nomadi, ma una volta giunti, i ricercati si erano dati alla macchia a piedi, mentre il 40enne era stato fermato dopo aver opposto resistenza. Mentre gli agenti lo accompagnavano in auto, alcuni rom avrebbero iniziato a lanciare oggetti contro i poliziotti e la loro vettura. L’uomo ora dovrà rispondere di evasione, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato ai beni dello Stato nonché furto aggravato in concorso, mentre risultano ancora ricercati gli altri tre complici. Da questa mattina è stata avviata un’operazione al fine di rintracciare i responsabili che ancora mancano all’appello, setacciando palmo a palmo il campo rom. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
AGGRESSIONE IN CAMPO ROM A ROMA
Quello raccontato dal Messaggero sul campo rom di zona Prenestino ha dell’incredibile: sassi, bottiglie e insulti contro le auto della polizia che avevano fatto irruzione nel campo nomadi di Via Gordiani a Roma. Il motivo? Pare che stessero difendendo un furto fatto in appartamento qualche ora prima, con la refurtiva all’interno della Ford Focus di “proprietà” del campo rom; circa 100 persone, ha raccontato il Messaggero, nella notte tra sabato e domenica hanno accerchiato i poliziotti e hanno iniziato a lanciare oggetti contro le volanti. Un sasso ha colpito il lunotto dell’auto della polizia mandandolo in frantumi e ferendo l’agente alla guida: poco dopo però, i poliziotti sono riusciti ad allontanare il gruppo di nomadi agguerriti e si sono messi alla ricerca del bottino nella sospetta Ford Focus, trovata in mezzo alle baracche nascosta. Solo in parte è stata rinvenuta la refurtiva del colpo effettuato il sabato santo, mentre la restante parte era già stata nascosta o spostata comunque dal campo rom del Prenestino.
SALVINI E LA “RUSPA PACIFICA”
Secondo quanto riportano ancora i colleghi del quotidiano romano, la polizia è riuscita ad arrestare almeno uno dei presunti 4 ladri entrati in azione: un 39enne pluripregiudicato di origine serba che avrebbe dovuto scontare i domiciliari all’interno della sua baracca nel campo rom. Inutile da dire, nel giro di qualche ora arriva immancabile il commento di Matteo Salvini che da anni porta avanti la “battaglia” contro la criminalità nei campo nomadi: «Questi zingari “lavorano” anche a Pasqua…Ho pronta una democratica e pacifica ruspa», scrive su Facebook dopo i fatti di via Gordiani nella Capitale. Lo scontro con la polizia ha fatto notizia anche perché nel giro di qualche minuto la situazione all’interno del campo sembrava incontrollabile: lo stato dentro quel campo non doveva entrare e i suoi occupanti lo hanno fatto ben capire con lancio di qualsivoglia oggetto contundente. Per fortuna la calma è tornata e parte della banda è stata catturata; resta il nodo della gestione di queste situazioni ben al di sotto dei limiti consentiti di legalità. Una questione che va ben oltre le critiche su Facebook e gli slogan di mezza politica: tra integrazione, educazione e recupero della legalità, qualcosa andrà fatto oltre ai dovuti interventi per ristabilire l’ordine e la sicurezza. La situazione è davvero ai limiti del sostenibile.