David R., l’uomo di 45 anni che ha ucciso la tredicenne francese Angelique Six dopo che questa aveva tentato di sottrarsi ad una violenza sessuale, è adesso recluso nel carcere di Sequedin “per motivi di sicurezza” su richiesta del suo avvocato, il signor Eric Demey. Il legale, come riportato da Closer, ha parlato di un “grosso rischio di suicidio” per il suo assistito. L’avvocato Demey ha precisato di aver “sottolineato questo fatto, che, peraltro, era già stato preso in considerazione dal pubblico ministero”. Per il momento David R. si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti che stanno tentando di ricostruire con esattezza quanto accaduto all’adolescente francese ritrovata cadavere nei boschi di Quesnoy-sur-Deule dopo essere stata strangolata: “Dato che era particolarmente esausto – ha detto il suo avvocato – gli ho consigliato di tacere. Sarà ascoltato, secondo quanto concordato con i giudici inquirenti, nel mese di giugno”. (agg. di Dario D’Angelo)



“HO FATICATO NON POCO PER UCCIDERLA”

David R., reo confesso dell’omicidio della 13enne Angelique Six, ha prodotto una testimonianza che ha sconvolto tutta la Francia per la sua brutalità. Non solo ha ammesso di aver ceduto di nuovo a impulsi che lo tormentavano da quando era già stato condannato per abusi sessuali. Ma ha affermato di aver deliberatamente deciso di uccidere la ragazzina, strangolandola con i suoi pantaloni, e addirittura affermando di “aver faticato non poco per ucciderla”, dunque ammettendo di aver sopraffatto una grande resistenza da parte della piccola Angelique, che ha tentato in tutti i modi di sottrarsi alla violenza del suo aggressore. Sarà ora fondamentale la testimonianza più dettagliata per capire come l’uomo abbia convinto Angelique, sua vicina di casa che si fidava di lui, nel suo appartamento dove è andato in scena il brutale omicidio. (agg. di Fabio Belli)



DECISIVA LA TESTIMONIANZA DI UN MINORE

Aveva solo 13 anni Angelique Six, la bambina rapita, violentata e uccisa da un uomo che la scorsa notte ha fatto ritrovare il suo corpo sepolto fra i rovi nella foresta di Quesnoy-sur-Deule. A mettere gli inquirenti sulle tracce della ragazzina, che era scomparsa senza lasciare alcuna traccia mercoledì scorso, è stato un bambino di sei anni, che nei giorni scorsi ha raccontato alla polizia di aver visto Angelique andare via con un uomo misterioso dal parco del paese. La testimonianza del bambino, che ha ammesso che la piccola seguiva il suo rapitore spontaneamente, ha dato nuovo impulso alle indagini, dal momento che la polizia ha intuito che la bambina quasi certamente conosceva la persona con la quale si era allontanata. Dai nuovi indizi alla cattura il passo è stato breve: gli inquirenti sono infatti riusciti a intrecciare tutti i dati in loro possesso fino a risalire alla presenza di un uomo noto alla piccola Angelique, con precedenti per violenza sessuale. (Agg. di Fabiola Iuliano)



UN VICINO CONFESSA: “L’HO PORTATA A CASA PER VIOLENTARLA”

La storia di Angelique Six, una bambina di 13 anni, scuote la Francia. È stata stuprata e uccisa da un uomo che era stato già condannato in passato per violenze sessuali su minori. Sembrava aver recuperato, si era formato anche una famiglia, poi l’orrendo crimine. La piccola era scomparsa mercoledì scorso da casa sua a due passi dalla casa dove viveva con i genitori, a Wambrechies, vicino a Lille. Lui, David R., 45 anni, ha subito confessato. È stato arrestato poche ore dopo il ritrovamento del cadavere della vittima, sabato sera, in una foresta. La ricerca a tappeto della polizia si è conclusa con la confessione del killer che ha ammesso di aver preso la bambina e di averla portata a casa nel tentativo di abusarne sessualmente. L’uomo conosceva Angelique, era suo vicino: per questo è stato facile per lui avvicinarla e convincerla a seguirlo. L’uomo era noto alle forze dell’ordine per una vicenda del 1994, quando fu accusato di stupro e violenza sessuale nei confronti di un’altra tredicenne.

ANGELIQUE SIX, 13ENNE STUPRATA E STRANGOLATA

Libero dopo sei anni, il 45enne, che è autista di un autobus e padre di famiglia, è stato arrestato. Nella confessione ha dichiarato di aver «faticato» per uccidere la bambina e di averla successivamente nascosto il corpo sotto dei rami nella foresta di Quesnoy-sur-Deûle, luogo dove poi è stata ritrovata. Grazie all’archivio creato nel 2004, che raccoglie il Dna di tutti i delinquenti sessuali pericolosi, l’uomo è stato rintracciato. I particolari agghiaccianti del delitto sono stati resi noti oggi dal procuratore di Lille, Thierry Pocquet. L’omicida lavorava alla Transpole, azienda dei trasporti della regione di Lille. Ha moglie e due figli, di cui uno coetaneo di Angelique. Era stimato dai vicini e conosciuto nella scuola del quartiere. Agli inquirenti ha raccontato di essersi «sentito solo e giù» per l’assenza della famiglia, che si trovava in vacanza. Quindi è andato in un sex shop di Lille per comprare del Viagra, ha assunto un paio di pillole, poi a casa si è bevuto delle birre. Al risveglio, ha raccontato, «non mi sentivo bene e sono uscito a prendere aria». Lì ha incrociato Angelique. «Mi è venuta voglia, era più forte di me». Quindi con una scusa l’ha attirata a casa, le ha offerto da bere e le ha posto domande intime. La vittima ha provato a fuggire ma inutilmente. Quindi l’ha violentata e uccisa strangolandola con i pantaloni. Non ci sono ancora conferme e riscontri sui dettagli, ma il medico legale ha spiegato che Angelique è morta per «asfissia traumatica».